In Evidenza

lunedì 28 febbraio 2011

I verdi chiedono le dimissioni della giunta

(clicca per ingrandire clicca sull'immgine, dal blog Terra)

Perilli: "Necessario salvare il Marini"

dal sito de "Il Giornale di Rieti"

«Alla luce della trasmissione di Rai3 ‘Presa diretta’ di ieri sera è emerso quanto sostenuto da tempo: la Regione e la maggioranza di centro destra preferiscono mantenere ed alimentare gli sprechi delle strutture ospedaliere romane e delle cliniche private con convenzione a discapito dei territori provinciali che continuano a registrare la perdita giornaliera di servizi essenziali». Lo dichiara in una nota il consigliere regionale del Pd, Mario Perilli, vicepresidente della commissione Agricoltura.

«Dagli approfondimenti mandati in onda dal giornalista Riccardo Iacona – aggiunge Perilli – emerge una realtà che la dice lunga sull’operato di questa maggioranza e per questo ribadisco con forza che l’ospedale di Magliano può e deve essere salvato in quanto è sempre più evidente come a mandare in tilt l’intero sistema sanitario laziale sia la gestione degli accreditamenti, completamente da rivedere in rapporto ai costi e alle reali esigenze territoriali, e quella degli immobili di proprietà delle Asl, un patrimonio edilizio di ingente valore che dovrebbe trovare nuovi e migliori canali di utilizzo».

«Sarebbe curioso sapere dalla maggioranza – conclude Perilli – come adesso gli ospedali romani gestiranno le migliaia di ingressi in più che saranno la diretta conseguenza della chiusura del nosocomio di Magliano che continuo a ripetere non produrrà alcun risparmio, ma solo sacrifici maggiori dal punto di vista economico e sociale».

domenica 27 febbraio 2011

Il ritornello di sempre



dal sito de "Il Giornale di Rieti"

"Ancora con il ritornello di sempre: «per continuare ad esistere la provincia di Rieti deve rimanere nel Lazio»".

Ho letto con interesse un intervento di Franco Proietti, ex deputato del PCI della Sabina, sull'argomento che appassiona oggi una buona parte degli abitanti periferici della Provincia di Rieti. Si tratta della richiesta di uscire dal Lazio per entrare nella confinante regione Umbria. Già due anni fa Leonessa dette vita al primo referendum previsto dalla legge, tentativo che fu sventato per l'impegno massiccio di tutti i partiti verso il tentativo centrifugo guidato dal sindaco Trancassini, uomo di destra, oggi la cosa si ripeterà quasi certamente per Magliano Sabina, anch'essa guidata da un sindaco eletto anch'esso con una lista di destra. Il fatto è che chi fa politica nel recinto della provincia di Rieti ben presto si accorge che non conta niente Lui, né ancor di più l'interesse della comunità sabina.

La provincia di Rieti, ma la stessa cosa si verifica anche per Viterbo, Frosinone e Latina, nel calderone delle esigenze del Lazio di oggi non conta niente. Ogni tanto si da qualche contentino, ma tutto viene assorbito dalla megalopoli romana intorno alla quale ruota tutto. Ultimo esempio la ristrutturazione sanitaria in atto che è tutta asservita alle esigenze della sanità romana, il cui dissesto è stato la principale causa del disastro di oggi, per risolvere il quale non solo si chiudono gli ospedali di Magliano Sabina ed Amatrice, ma si tolgono alla provincia di Rieti quei finanziamenti che con tanta fatica erano stati strappati alla voracità romana nel recente passato, come l'ammodernamento della Salaria, il completamento della dorsale appenninica ecc...

Si tratta per verità di una situazione che ormai possiamo definire senza ritorno, anche perché dal 1980 in poi, dopo il primo decennio decente del governo regionale, è stato un continuo avvicendarsi di promesse non mantenute e di spoliazioni senza nessuna giustificazione se non quella di emarginare i territori periferici della Regione. Tutto questo non può essere negato da nessuno perché sta sotto gli occhi di tutti e il capoluogo sabino perde di importanza inesorabilmente ogni anno senza che nessun uomo politico o partito muova una paglia per contrastarne l'avanzata. La cosa è ormai chiara da oltre venti anni. la legge sul riordino degli enti locali del 1990 forniva gli strumenti alla classe politica regionale per rimediare a questa situazione.

Ma essa non è stata mai applicata perché avversata dai dirigenti romani di tutti i partiti romani che hanno interesse a che la mucca periferica laziale lavori a favore della megalopoli romana, dove loro appozzano e coltivano le loro fortune. I nostri piccoli uomini politici locali non contano niente perché se si permettono di alzare la testa vengono regolarmente falcidiati. E le cose continuano ad andare come vanno. Franco Proietti è intervenuto qualche giorno fa su questo problema non proponendo nulla di nuovo, ma ripetendo fedelmente il ritornello di sempre: “per continuare ad esistere la provincia di Rieti deve rimanere nel Lazio. Apriamo con la metropoli un dialogo costruttivo inteso a sviluppare le sinergie reciprocamente convenienti”. Con chi aprire questo dialogo e quali siano queste sinergie reciprocamente convenienti, Proietti non lo dice.

E Proietti, insieme all'ex senatore Belloni, si è reso promotore in questi ultimi mesi di un comitato per la rinascita della Sabina! Ora è chiaro che se si vuole dare una risposta seria al tentativo di risolvere il problema del riequilibrio del territorio periferico rispetto a quello romano, che non abbia l'odore di aria fritta, ci sono solo due soluzioni. La prima è quella che io vado sostenendo dal 1990, cioè la formazione di due regioni: una regione metropolitana che includa la capitale, e di una regione Lazio diversa da quella odierna che includa il territorio delle cinque provincie attuali.

L'esempio della regione metropolitana romana è simile a quello che si vede realizzato in Germania, a Monaco per esempio, e la regione Lazio composta dalle quattro province allargate dal territorio della ex provincia di Roma sarebbe addirittura più grande dell'Umbria e di tante altre regioni oggi esistenti. La seconda soluzione è quella di andarsene nell'Umbria, regione dalla quale la provincia di Rieti proviene dal 1927. L'Umbria è una regione emergente che finalmente, dopo decenni di assestamento, ha intrapreso la via dello sviluppo accelerato e certamente la Sabina vi troverebbe terreno favorevole per ritagliarsi quello spazio che Roma non ha mai concesso e che oggi la costringe al ruolo di cenerentola.

Ora Franco Proietti è un politico navigato, è uno che tra gli ex comunisti ha le carte in regola per dire ancora la sua. Fu protagonista con me, quando eravamo Lui alla guida del PCI di Rieti ed Io alla guida del PRI, del varo del primo centro sinistra con la partecipazione organica del PCI in Italia con la Giunta Saletti. È rimasto sempre fuori dai giochetti della sopravvivenza negli enti locali, non ha tentato di riciclarsi nei meandri del sottopotere cercandosi una collocazione da top manager come altri suoi colleghi di partito che conosciamo bene. Vive di giusta pensione per il lavoro politico svolto con dignità. È quindi un personaggio che potrebbe ancora dare qualcosa alla politica locale. Ma ci vuole dell'altro!

Pensare oggi che il problema del riequilibrio del territorio del Lazio periferico si possa “risolvere aprendo un dialogo costruttivo inteso a sviluppare le sinergie reciprocamente convenienti” e mantenendo lo stato attuale, mi sa tanto di ingenuità. Io sono sicuro che Proietti è in grado di voli politici più alti. Solo che bisogna partire dalla realtà delle cose così come sono oggi e avere il coraggio di affrontare il futuro con spirito di innovazione e con proposte concrete ma soprattutto radicali perché il tronco è ormai marcio e l'albero va tagliato. Franco, pensaci bene.

di Gianfranco Paris

Carnevale Maglianese 2011

sabato 26 febbraio 2011

Disastro ferroviario di Civita: chieste pene severe

dal sito "OnTuscia.it"

“L’errore di un lavoratore è anche colpa del datore di lavoro, dei suoi superiori e dei dirigenti”. Lapidaria l’arringa del sostituto procuratore Stefano D’Arma nel processo dell’incidente in località Pian Paradiso, Civita Castellana, che costò la vita a due macchinisti del treno regionale Viterbo-Roma della Met.Ro.
Sul banco degli imputati, con l'accusa di disastro ferroviario e delitto colposo plurimo, davanti alla terna giudicante composta da Italo Centaro, Franca Marinelli e Salvatore Fanti, i sei dirigenti della società Metroferro (ex Cotral). I tre dipendenti che furono i diretti responsabili della sciagura, hanno scelto il patteggiamento e quindi sono fuori da questo procedimento giudiziario. 
Il fatto, avvenuto nel dicembre 2003, scosse l'intera comunità civitonica. Alberto Proietti, 43 anni, macchinista di Magliano Sabina e Angelo Fantera, 38 anni, capotreno di Civita Castellana, morirono in uno scontro tra un convoglio della Metroferro e un carrello per la manutenzione della linea ferroviaria, fermo nella stazione di Pian Paradiso, frazione di Civita. Nella piccola fermata, teatro dell'incidente, il treno 705 Viterbo-Roma doveva passare accanto a un binario morto, sul quale era parcheggiato un vagone gru per la manutenzione. Il convoglio con i passeggeri, invece di tirare dritto come avrebbe dovuto, trovò lo scambio aperto, entrando nel binario con il mezzo di servizio fermo. Proietti tentò disperatamente una frenata, ma il treno si scontrò contro il braccio della gru, che sfondò la parte anteriore della motrice, schiacciando i due ferrovieri. 
La causa del disastro fu uno scambio dimenticato aperto da tre dipendenti della Met.Ro. Interrogati dal sostituto procuratore della repubblica Stefano D'Arma due giorni dopo il fatto e ancora sotto shock, ammisero il tragico errore che portò alla morte di Proietti e Fantera. Venerdì il pm ha chiesto pene severe per gli imputati: tre anni e 6 mesi di reclusione per Gennaro Maranzano, il dirigente del servizio ferroviario ritenuto il principale responsabile dell’incidente. Tre anni di detenzione, invece, per Enrico Menicacci, Umberto Montanari, Maurizio Lombardini e Claudio Camillo (rispettivamente il capooperaio preposto della squadra che operava la manutenzione, il dirigente del servizio ferroviario sulla tratta Roma-Viterbo, il dirigente responsabile della sezione impianti e armamenti e il dirigente del servizio prevenzione e protezione). 
Per Rodolfo Ronconi, responsabile coordinatore delle risorse umane, D’Arma ha richiesto la pena di 2 anni e 2 mesi di carcere. “La responsabilità dell’incidente è stata non solo dei dipendenti che hanno dimenticato lo scambio aperto” ha ribadito con forza il pubblico ministero. “C’è poco da obiettare il problema non è l’assenza di regole ma la non osservanza di queste”. Inosservanza, ha sostenuto D’Arma, soprattutto della legge 626/94 sulla sicurezza del lavoro, la mancanza di un adeguato sistema di controllo e prevenzione dei rischi e soprattutto la leggerezza con la quale i quadri della società lasciavano correre il mancato rispetto delle procedure. “Non basta affermare: ‘non sapevo niente, non mi era stato segnalato nulla’ come hanno sempre fatto gli imputati per scaricare le proprie responsabilità”. Gli avvocati di parte civile, sempre nell’udienza di venerdì, hanno chiesto un risarcimento di 450.000 euro per ciascun genitore delle vittime e di 380.000 per il fratello di una delle due, oltre alla condanna della Met.Ro. Spa poiché responsabile civile. Prossima udienza il 18 marzo, quando a parlare saranno gli avvocati difensori.

"Magliano e la 'bufala' elettorale di Cicchetti"

dal sito de "Il giornale di Rieti"

L’inefficiente e sprecona organizzazione sanitaria della regione Lazio giustifica certamente il suo riordino. Almeno su questo, credo, possiamo tutti convenire. Altra cosa è il merito ed il metodo con cui la ex sindacalista sta imponendo il suo Piano Sanitario, motivato, non tanto dalla necessità di ottimizzare e ammodernare il sistema, bensì da quella di rientrare dal debito.

Piano che sta producendo un sentimento di profonda frustrazione in chi vive nelle province laziali e nei loro rappresentanti pubblici che tentano di fermare l’ impoverimento dell’offerta sanitaria, ormai del tutto romanocentrica, con risposte anche drastiche, come quella di Magliano Sabina che si prepara al referendum per passare alla regione Umbria. Qualcuno ricorderà la reazione “forte” scatenata da un mio articolo, critico verso la decisione del sindaco di Magliano e della sua giunta di opporsi in modo troppo solitario alle scelte regionali sulla sanità. (LEGGI TUTTO)

venerdì 25 febbraio 2011

Indipendence day (?) - terzo episodio

L’insostenibile leggerezza del centro (molto poco) destra.

No, non mi sono ammattito e di certo non sono diventato un “compagno”. Cosi come non ho alcuna intenzione di fare spot a nessuno. Mi va semplicemente di affrontare di affrontare a viso aperto una situazione, o meglio un modo di vedere la politica che ho sempre più ben radicato dentro di me.

Sto iniziando a riscoprire il gusto di usare il blog come una sorta di diario e continuo a usare come titolo sempre INDIPENDENCE DAY (?) solo per dargli una parvenza di rubrica. Ma torniamo a bomba all’argomento.

Quotidianamente leggendo qualsiasi giornale, rivista, blog, che sia di parte si pone sempre l’accento sull’avversario, il rivale, e anche a ragion veduta, se ne contesta la mediocrità. Io credo che la vera rivoluzione sarebbe iniziare a vedere quanta mediocrità c’è non solo tra le fila del “nemico”. Fermo restando che il confronto quotidiano con la mia generazione fa emergere sempre più come non si voti più PER ma si voti CONTRO e che molti dei ragazzi che sento parlare difficilmente si riconoscono nei moderni partiti, ma che anzi abbiamo un atteggiamento critico proprio in virtù magari della loro passione. (non dimentichiamo che le BASI dei partiti sono fatti da persone che lavorano e dedicano il loro tempo libero alla politica). Purtroppo però l’etichetta del qualunquista è un marchio indelebile se provi a sottolineare come gli aumenti di stipendio vengano pressoché votati sempre all’unanimità.

Certo che ce ne sarebbe da parlare su questo argomento, ma la chiudo qui, sperando che intervenga qualcuno qui o altrove per parlarne. Non prima di due cartucce finali. Sono proprio curioso di vedere con che faccia vi ripresenterete a Magliano cari POLVERINI, CICCHETTI, candidato di turno, a quello che credete essere il vostro elettorato. Cosa avrete da dire? Che potenzierete, farete, vi impegnerete...sempre verbi coniugati al futuro a mai al passato.

Questo deve fare un uomo libero, alzare la testa e dire VERGOGNA! E’ finita (non per tutti) l’epoca del gregge che vota e batte le mani ringraziando per il cetriolo! I tempi sono maturi per una presa di coscienza e per un costante atteggiamento di critica verso che hai votato e non verso chi non hai votato. ME COJONI che uno è critico verso chi non la pensa alla stessa maniera. Siamo capaci tutti. Molto più difficile è dire NO al capetto provinciale di turno, al superiore. Molto più difficile, ma molto più degno.

A me di prendere lezioni non va più. Se chi ho votato non rispetta l’impegno, o palesemente mi ha preso per il culo, ci metto la faccia e non ho difficoltà a dirlo, senza confonderlo col pensare quello che dicono gli altri ovviamente. Non devo arrampicarmi su uno specchio per giustificarmi dello sbaglio. Punto e basta. E i “ve sta bbene a voi che l’ete votatu/a” senza un minimo di sguardo in casa propria ci manterranno sempre abitanti di questa ultracentenaria “ itaglietta”.

franz

L'(ex) ospedale. Pensieri e prospettive

Quello che non doveva succedere è successo. L'ospedale è stato cancellato. Il nostro territorio vede perdere un'ulteriore ricchezza, il nosocomio Marini, giunto ai giorni nostri grazie alla iniziale donazione di un maglianese, che aveva i soldi, e che ha voluto donarli ai propri compaesani.
Ci sono state varie evoluzioni: lo spostamento dell'ospedale, il cambiamento della gestione del servizio sanitario dalle suore agli addetti statali, il passaggio di proprietà alla Azienda sanitaria locale. E soprattutto, dopo l'incursione della politica partitica nella sanità, che ha gestito le nomine (e le gestisce ancora dove gli ospedali rimangono - vedi questi giorni a Rieti); dopo la parziale perdita del senso profondo del mestiere del medico (solo per alcuni lavoratori, non certo per tutti, ma in modo rilevante), passato, dispiace dirlo, da quella che è una vera e propria missione (una vocazione, quasi sacra) ad una mera mansione professionale, con orari determinati e affievolimento del rapporto con il paziente (continuo a ribadire - solo per una parte della categoria); dopo il palese mutamento della sanità nazionale, con la nascita di iperstrutture ospedaliere a pochi chilometri da qui; ebbene, dopo tutto questo, non siamo riusciti a capire, gestire e sfruttare a nostro favore queste occasioni, sottomessi (con nostra strisciante connivenza) alle scelte politiche venute da lontano e che, ieri o oggi o domani, rosse o nere o azzurre o verdi, sarebbero prima o poi arrivate per toglierci quello che abbiamo (vista la situazione economica mondiale - crisi globale che investe tutti i settori, sanità compresa).
L'incapacità dimostrata in passato nel decidere una linea unica e chiara, una settorializzazione dell'ospedale l'ha fatto diventare un ospedale qualsiasi, che al suo interno ha poche specialità da difendere, se non il fatto (non trascurabile) di essere un ospedale. Ma, a quanto pare, questo non basta (almeno per il governo del Lazio e per il Tar del Lazio). A proposito, viste le motivazioni del giudice amministrativo, mi sembra proprio che non ci sia scampo neanche davanti al Consiglio di Stato, dato che le ragioni addotte dalla corte si limitano, molto politicamente-correttamente, a ribadire la discrezionalità in capo al commissario ad acta (e la sua "ragionevolezza" nello spogliare un territorio dal servizio sanitario). D'altronde, non solo il nostro ricorso è stato respinto, ma tutti.
"Forse una maggioranza di un altro colore alla regione, alla provincia o al comune, avrebbe cambiato di molto le cose..." Ma siamo sicuri? Ora il gioco è facile per chi dichiara che lo sapeva, dando la colpa a chi è politicamente e moralmente responsabile di questa sconfitta (e fa anche bene). Ma la questione vera è un'altra: non c'è stata capacità di vedere lontano. Sono mancate prospettive ad ampio respiro, capaci di cogliere quelli che sono i cambiamenti devastanti di questi tempi turbinosi. Ed è questo il compito essenziale di un amministratore. Quello di vedere lontano, di cogliere l'attimo, il treno che solo alcuni riescono a vedere. E vedere lontano non significa i prossimi mesi, neanche i prossimi anni (o la prossima tornata elettorale). No, significa cercare di vedere il prossimo decennio, quella che è Magliano tra 10, tra 20 anni. Sono questi i compiti che ci attendono.
Capire, quindi, quali sono i treni e quali le bufale. Io li butto lì, già li conoscete: fotovoltaico, biogas, Umbria. Treni o bufale?


Niccolò

Il Tar condanna il Marini. E si guarda sempre più all'Umbria



dal sito de "Il Messaggero"

«Quando vedi nero il buco di Orte, prendi casa e tienila forte», dice il sindaco Alfredo Graziani per descrivere il suo stato d’animo. Ieri, come quando le nuvole sovrastano la gola di Orte e annunciano che di lì a poco si scatenerà la bufera a Magliano, così il Tribunale amministrativo regionale del Lazio ha annunciato la fine dell’ospedale “Marini”. Il Tar ha respinto l’istanza cautelare con la quale il Comune, difeso dall’avvocato Emanuele Vespaziani, chiedeva la sospensiva dell’efficacia del decreto 80 con il quale la Regione ha previsto la riconversione e di fatto la chiusura del nosocomio così come è oggi. Pur rinviando alla fase del merito (che non si sa quando avverrà) l’esame dettagliato del ricorso per l’annullamento del piano sanitario, la terza sezione ha bocciato la richiesta di sospensione di Magliano e degli altri Enti sentiti congiuntamente (segue).

dal sito de "Il Messaggero"

Un incubo senza fine. Si ripetono ormai con cadenza quotidiana i colpi di mano della giunta Polverini in danno della nostra provincia. E se ieri ad essere cancellata da Rieti è stata l’istituzione del liceo musicale, oggi tocca allo Sportello agricolo di zona. Ve ne erano sette in provincia e sei avevano già affisso il cartello “chiuso”. L’idea era che quello di Rieti restasse aperto. Idea sbagliata per la Regione targata Polverini. A dare notizia del nuovo colpo di spugna in danno di Rieti è ancora una volta il consigliere regionale del Pd, Mario Perilli (segue).

dal sito de "Il Messaggero"

Lo “schiaffo” del Tar continua a spingere l’amministrazione maglianese verso l’Umbria. Ma il sindaco Graziani, mentre fissa incontri con le istituzioni umbre, comincia forse ad intravedere qualche difficoltà. «Noi siamo convinti della scelta di indire il referendum e dopo l’incontro con la presidente Polverini cominceremo ad analizzare i pro e i contro del passaggio. Certo - ammette - in questa situazione, in cui tutti si dicono contrari, dalla Provincia di Rieti, al Pd, al Pdl, non è semplice. Vedremo».

E altri esponenti reatini affrontano il tema della secessione dell'intero territorio provinciale.

giovedì 24 febbraio 2011

Bocciato il Ricorso al Tar. Ospedale verso la fine

Purtroppo il ricorso presentato dal Comune di Magliano è stato bocciato dal Tar Lazio. Appare ormai inevitabile la definitiva chiusura dell'ospedale Marzio Marini di Magliano Sabina e della Bassa Sabina.

Motivazione: "Considerato che il provvedimento impugnato sottende scelte organizzatorie adottate dal commissario ad acta nel doveroso esercizio del potere conferitogli dall'Esecutivo per il riassetto del sistema sanitario regionale conseguente al noto stato di dissesto finanziario e organizzativo in cui lo stesso versa;
considerato che tali scelte, in quanto espressione di discrezionalità tecnica, sono insindacabili salvo che per manifesti motivi di irrazionalità o per carenze istruttorie, non evidenti nel caso di specie;
visto il parere favorevole reso sul decreto 80/10 di concerto dai Ministri della Salute e dell'Economia e Finanze;
ritenuto pertanto che non sussistano i presupposti previsti per l'accoglimento dell'istanza cautelare;

PQM

il Tribunale Amministrativo Regionale respinge la suindicata domanda incidentale di sospensione"



Segue il testo della sentenza del Tar (fonte blog Magliano Democratica).


Per ulteriori info: blog Magliano Democratica

Oggi decisione del Tar sul Marini

dal sito de "Il Corriere di Rieti"

Si potranno conoscere questa mattina, ufficialmente, le sorti dell’ospedale “Marzio Marini”. Dopo la discussione delle domande cautelari del ricorso al tribunale amministrativo regionale presentato dal Comune di Magliano Sabina, in cui si richiede la sospensiva al Decreto regionale numero 80 che per l’ospedale sabino prevede una riconversione in ospedale distrettuale, il pronunciamento del giudice, avvenuto ieri in tarda serata, potrà essere conosciuto questa mattina. Un’argomentazione squisitamente tecnica condotta da Emanuele Vespaziani, legale che in camera di consiglio ha rappresentato il Comune di Magliano e che ha cercato di dimostrare, dati alla mano, come, a seguito della chiusura dell’ospedale Marzio Marini, non solo ci si allontanerà di molto dai livelli base di assistenza (espressi in posti letto) così come previsto dalla legge, ma che il dato si aggraverà ulteriormente se riferito alle reti di specialità (segue).
Sara Pandolfi

dal sito de "Il Messaggero"

«Qualche margine di successo c’è, ma da qui a dire di essere certo che il nostro ricorso venga accolto ce ne passa, perché la questione è molto complessa». L’avvocato del Comune di Magliano, Emanuele Vespaziani, preferisce tenere i piedi in terra e commentare con cautela l’andamento dell’udienza del Tar durante la quale, ieri mattina in camera di consiglio, è stato discusso il ricorso presentato da palazzo Vannicelli contro il decreto 80 della Regione che prevede la riconversione dell’ospedale “Marzio Marini”. Questa mattina verrà reso noto il pronunciamento dei giudici. Ieri, insieme a quello di Magliano, sono stati esaminati altri sei ricorsi presentati, sullo stesso tema, da Comuni per difendere ospedali pubblici e da strutture private.
«Noi, come ho sottolineato anche in sede di discussione - spiega l’avvocato Vespaziani - ci siamo concentrati nel mettere in evidenza che in provincia di Rieti non vengono garantiti i livelli minimi assistenziali. Con la suddivisione in macroaree, a fronte di un dato che fissa al 3.3% la soglia minima della presenza di posti letto per acuti che dovrebbero essere garantiti a Rieti, non si va oltre il 2.56%. E dalla memoria presentata dalla Regione non si evince come questo vuoto possa essere colmato» (segue).
Raffaella Di Claudio

mercoledì 23 febbraio 2011

Tar boccia il pedaggio sul Gra



Dal sito de "Il Corriere di Rieti"

Il Tar del Lazio ha annullato il decreto ministeriale che stabiliva l’aumento di un euro delle tariffe sulle strade che si interconnettono con autostrade e raccordi autostradali in gestione diretta dell’Anas, compreso il Gra di Roma. Via ai rimborsi dell’Anas dopo la sentenza definitiva del Tar che boccia i pedaggi forfettari, introdotti in via provvisoria il primo luglio scorso e poi sospesi dopo poco più di un mese, su alcuni tratti della rete autostradale in gestione diretta della società. E’ questo l’effetto della decisione dei giudici amministrativi del Lazio. L’Anas, infatti, attendeva la sentenza definitiva della giustizia amministrativa per poter procedere al rimborso dei pedaggi corrisposti durante il breve periodo di applicazione del decreto legge (segue).

dal sito de "Il Messaggero"

«Non tiene conto delle persone che percorrono le strade di interconnessione senza entrare nelle autostrade, come nel caso del grande raccordo anulare di Roma ed è stato adottato in violazione con le norme comunitarie in materia». Con queste motivazioni, pubblicate ieri, il Tribunale amministrativo regionale (Tar) del Lazio ha accolto il ricorso presentato dalle province di Rieti e Roma, 41 comuni laziali e il Movimento dei cittadini ed ha annullato il decreto ministeriale del 25 giugno 2010 che predisponeva a partire dal primo luglio 2010 le maggiorazioni dei pedaggi autostradali, sospese a partire dal 5 agosto scorso, sei giorni dopo il pronunciamento del Tar. Secondo i giudici è fondato il motivo di ricorso secondo il quale nel decreto impugnato «non vi sarebbe la necessaria ed imprescindibile corrispondenza tra chi è tenuto al pagamento del pedaggio e quanti utilizzano le tratte di strada interessate dal provvedimento». La violazione delle norme comunitarie, poi, a detta del Tar, esiste perché «determina forfettariamente la maggiorazione per le classi di pedaggio, a prescindere peraltro dall’effettivo uso dell’infrastruttura» (segue).

dal sito de "Il Messaggero"

E ora i pendolari che hanno conservato le ricevute potranno chiedere ed ottenere i rimborsi. L’Anas aspettava il pronunciamento definitivo del Tribunale amministrativo del Lazio e ora che è arrivato e ha annullato gli aumenti, dovrà procedere a restituire i soldi chiesti ai pendolari sulla base di un provvedimento giudicato illegittimo. I rimborsi riguardano il periodo che va dal primo luglio al quattro agosto quando la maggiorazione delle tariffe era stata sospesa dal tribunale amministrativo che ieri ha pubblicato le motivazioni dell’annullamento.

Abbandonata a Roma. Curata a Magliano



dal sito de "Il Messaggero"

Da Roma a Magliano per garantire cure migliori alla madre. E’ la storia di Maurizio Ferro, capitolino che conosce la Sabina e l’ospedale “Marini” e ieri ha deciso di trasferirvi la madre, affetta da problemi di cuore. «Lunedì - racconta - mia madre che ha 94 anni si è sentita male. Ci siamo recati al San Filippo Neri dove per ragioni di sovraffollamento ha trascorso un’intera giornata su una lettiga in corridoio. Una situazione insostenibile che mi ha spinto a firmare l’uscita volontaria dall’ospedale e a portarla a Magliano dove c’è un ospedale a misura d’uomo. Lo scorso anno a Pasqua - ha continuato Ferro - sono stato ricoverato al Marini per un intervento e mi sono trovato benissimo». Quando sente che ad aprile il Marini chiuderà i battenti, stenta a crederci. «E’ assurdo», esclama (segue).

dal sito de "Il Corriere di Rieti"

[...] La malcapitata paziente “viene lasciata sulla barella del servizio di emergenza sanitario. Due giorni, con un’assistenza ridotta al minimo delle possibilità, fino a quando - come ha raccontato al Corriere di Rieti il figlio, Maurizio Ferro - non ho deciso di trovare un posto più decoroso per mia madre”. E la scelta è ricaduta proprio sul Marini di Magliano. “Gli ospedali di Roma sono al collasso - ha detto il signor Ferro - nonostante i medici e le infermiere facciano del loro meglio, le condizioni improponibili in cui si trovano a operare non permettero di assicurare la giusta assistenza. Constatando quindi le condizioni in cui mia madre era tenuta - racconta il figlio - ho telefonato alla direzione sanitaria dell’ospedale di Magliano Sabina chiedendo se la struttura fosse ancora aperta, avendo appreso del taglio agli ospedali deciso dalla Regione Lazio. Ricevendo risposta positiva - ha proseguito Maurizio Ferro - ho quindi deciso di affrontare con mia madre il viaggio sperando di trovare un posto al Marzio Marini. E per fortuna così è stato”. Una scelta non lasciata al caso, come ha dichiarato il signor Ferro: “Conoscevo la struttura sabina, sono stato ricoverato lì per un intervento qualche anno fa e cercare un ricovero per mia madre in una struttura più simile ad un hotel che a un ospedale e così a misura d’uomo, come è quella di Magliano, mi è sembrata la soluzione migliore” (segue).

I giornali riportano gli sviluppi sul caso "Foglia Trema"

dal blog "Fogliaonline"

Eppur si muove. La battaglia contro l’inquinamento acustico ingaggiata dagli abitanti di Foglia produce i primi effetti. Il ministero dei Trasporti ha scritto all’ispettorato per la vigilanza e le concessioni autostradali dell’Anas, informandolo che il sindaco di Magliano «rappresenta un disagio degli abitanti del proprio comune a causa del rumore prodotto dal traffico dei mezzi nel tratto di autostrada (A1 Roma - Milano, ndr) adiacente la frazione Foglia (Il Messaggero).


(clicca sull'immagine per ingrandire)

martedì 22 febbraio 2011

Esondazione del Tevere, stanziati 19 milioni

dal sito de "Il Corriere di Rieti"

La Regione Lazio conferma il suo impegno nel contrastare il rischio esondazioni del fiume Tevere. Marco Mattei, assessore all'ambiente e allo sviluppo sostenibile della Regione Lazio, ha reso noto che la giunta ha approvato la delibera che recepisce l'Accordo di programma per lo sviluppo della pianificazione di Bacino e la costituzione di un nuovo assetto idraulico della Media Valle del Tevere fra Orte e Castel Giubileo. "Il provvedimento rientra nell'Accordo di programma siglato fra il Ministero dell'Ambiente e la Regione Lazio, che ha stanziato 120 milioni per finanziare opere necessarie per contrastare il rischio idrogeologico e le esondazioni nei comuni del Lazio. Per quanto riguarda gli interventi per il rischio esondazioni in parte sono destinati alla zona del Tevere e dell'Agro romano ed in parte alla zona del Tevere a sud di Roma", ha spiegato l'assessore Mattei. L'Accordo di programma fra il ministero dell'Ambiente, la Regione Lazio e l'Autorità di bacino del fiume Tevere, che prevede lo stanziamento di 19 milioni di euro, ha lo scopo di programmare e realizzare gli interventi di pianificazione e assetto territoriale necessari alla riduzione del livello complessivo del rischio idraulico. [...] Nel territorio della Media Valle del Tevere, tra Orte e Castel Giubileo, rientrano i comuni di Magliano Sabina, Stimigliano, Poggio Mirteto, Fara in Sabina, Montopoli e Monterotondo. E poi, ancora, i comuni di Nazzano, Ponzano, Fiano Romano e Torrita Tiberina (segue).

Attriti nel Pdl sulla prospettiva del cambio regione

dal sito "Il Tempo - Lazio Nord"

La provocazione di qualche giorno fa del capogruppo provinciale Pdl, Felice Costini, di ragionare su un referendum per la secessione dal Lazio dell'intera provincia di Rieti e su una road map per la difesa dell'identità del territorio continua ad infiammare il dibattito politico. L'idea non è piaciuta ad altri esponenti del Pdl, come il Senatore Angelo Maria Cicolani e il consigliere regionale Lidia Nobili (segue).

dal "Giornale di Rieti"

«È assolutamente deprecabile che alcune porzioni importanti del nostro territorio abbiano la tentazione di lasciare la nostra Provincia e la regione Lazio. Pur comprendendo fino in fondo le motivazioni che hanno spinto i Maglianesi e l’Amministrazione Comunale a proporre tale referendum, anche al fine di rafforzare le loro giuste richieste, ritengo che una tale soluzione non avrebbe altro risultato che indebolire ulteriormente la nostra Provincia e probabilmente determinarne la scomparsa» (segue).

dal sito de "Il Messaggero"

«All’onorevole Antonio Cicchetti voglio dire che non credo possa dare lezioni di stile ai maglianesi e al nostro sindaco, visto la sua dura contrapposizione nei confronti della presidente Polverini quando ha perso il posto di assessore regionale» (segue).

dal sito de "Il Messaggero"

Ecce Chicco, che come il Nanni Moretti di Ecce Bombo ha “orientato” la direzione del Pdl di ieri pomeriggio più con la sua polemica assenza che con la sua presenza. Tanto più che Costini non era solo nel partito a rivendicare un’azione più decisa - o almeno meno “orizzontale” - nei confronti della giunta Polverini. Poi domenica il senatore Angelo Cicolani ha dato la linea e la linea è stata “con Renata”, che di fronte a una situazione di emergenza, sull’ospedale di Magliano come su altri fronti, non poteva che tagliare (segue).

Foglia trema: prime risposte dagli enti interpellati

dal blog "Fogliaonline"


Iniziano ad arrivare risposte riguardo al problema inquinamento acustico e da vibrazioni a Foglia, Magliano sabina (RI).

Il ministero dei Trasporti ha scritto all’I.V.C.A. (Ispettorato Vigilanza Concessioni Autostradali) e per conoscenza al Sindaco di Magliano.

OGGETTO: Richiesta di bonifica contro le vibrazioni ed il rumore prodotto dall’Autostrada adiacente al centro abitato di Foglia nel comune di Magliano sabina.

Come risposta scrive: Il Sindaco del comune in indirizzo rappresenta un disagio degli abitanti del proprio comune a causa del rumore prodotto dal traffico dei mezzi nel tratto di Autostrada adiacente alla Frazione Foglia. S’invita codesto Ispettorato a fornire chiarimenti sulla situazione denunciata e su eventuali provvedimenti che voglia adottare, al fine di risolvere i disagi rappresentati dal Sindaco.

La società Autostrade risponde invece: Siamo lieti di informarla che la nostra Società, nelle more dello svolgimento dei lavori della Conferenza Stato-Regioni, si è comunque attivata per dare inizio al programma di risanamento.
Allo stato attuale, dunque, la Società sta ultimando gli interventi che si riferiscono al Primo Stralcio di Piano ed ha inviato al Ministero dell'Ambiente e ad Anas un programma (2011- 2015) di ulteriori 47 interventi ad integrazione del Primo stralcio di piano secondo le indicazioni dello schema d’intesa approvato in conferenza unificata.

Il macrointervento n. 137 (FOGLIA) è inserito nel programma 2011-2015, in altre parole si potrà procedere all'avvio delle attività di progettazione non appena ricevuta formale approvazione da parte del Ministero dell'Ambiente, si precisa che a valle delle autorizzazioni ministeriali l'iter progettuale inizierà con l'esecuzione di misure acustiche in sito propedeutiche all'elaborazione di progetti acustici di dettaglio. In tale sede saranno prese in considerazione e opportunamente valutate tutte le richieste da Lei avanzate per una definizione ottimale degli interventi nell'ambito della progettazione esecutiva degli interventi di risanamento.

Detto ciò, si aspettano risposte dal Ministero dell’Ambiente, già sollecitato. Solleciteremo ancora nella speranza che il progetto di bonifica sia approvato in tempi brevi. Non si può attendere ancora poiché le vibrazioni provocano danni agli edifici e il rumore provoca danni alla salute, considerando poi tutti gli anni già passati esposti a rumori e vibrazioni.

lunedì 21 febbraio 2011

Verso l'Umbria, tardi per fare il mea culpa

dal "Giornale di Rieti"

Sembra che il tempo a Roma si sia fermato ai ludi circensi del Colosseo, vista la continua ricerca per i suoi giochi di schiavi, gladiatori, teatranti ed altro da reclutare nel grande e disponibile vivaio reatino. Il fascino romano attrae in modo particolare i politici della provincia che comodamente preferiscono avere il piede in due staffe.

Una staffa ben radicata per ottenere voti elettorali in loco e nell'altra tutta dedita alla sudditanza e benevolenza della Regione e di Roma. L'attesa di sentire la loro voce in difesa del territorio è sempre più lontana e disinteressata. Qualche apparizione, commenti rilasciati ai giornali e poi tutto fumo. I problemi vengono lasciati scivolare volutamente nell'oblio, tanto da oscurare con un velo pietoso questa isolata e orfana provincia.

È impressionante come venga a mancare l'unione e l'attaccamento alla loro terra e la terra dei loro padri, necessario per far quadrato, con tutti i partiti di qualsiasi ideologia politica e per poter contrastare con veemenza i soprusi, le prepotenze, imposizioni e disegni romani - regionali. Invece ogni schieramento agisce per proprio conto, lasciando gli interessi del territorio allo sbando. Come può meravigliare se per la propria difesa, la propria dignità un Comune come Magliano Sabina decide e sceglie la triste via dell'esilio, della secessione dalla sua provincia.

Una secessione determinata dalla necessità di offrire una maggiore cura e copertura medica ai maglianesi. Nel blaterare dei pro e dei contro, la figura dell'assistito pian piano invece di essere esaltata, è stata sistematicamente e costantemente ignorata. Possibile che non si faccia mente locale e calarsi nella condizione personale di avere urgente assistenza medica, per capire effettivamente l'importanza di un pronto soccorso per un intervento di emergenza immediato?

Brutta bestia l'indifferenza. Altro che Far West. Come si può difendere un cittadino, un Comune dignitoso che dopo mesi e mesi di lotta è costretto a scegliere il referendum per il passaggio alla Regione Umbra, con l'assicurazione di trovare quelle garanzie e le attenzioni non ricevute dalla Regione Lazio. È inutile asserire che le proprie lotte si combattono in provincia. Ora che il dato è tratto, si sentono le voci grosse dei partiti.

Ma con quale diritto, quando non ci sono state le dovute coperture politiche, giuridiche ed umanitarie a sostegno di Magliano Sabina nella lotta in difesa dell'ospedale Marzio Marini. Alla fine i nodi verranno al pettine. Tirate le somme, i numeri daranno il loro risultato e per alcuni personaggi allora sarà troppo tardi per fare il mea culpa.
Tommaso Paparusso

Provincia di Rieti "Cenerentola" della Regione, giudizio bipartisan

dal sito de "Il Corriere di Rieti"

Sembrava una presa di posizione isolata e nata da esigenze quasi “personalistiche” quella assunta da Magliano Sabina che, proponendo un referendum per cambiare regione ed entrare in Umbria, aveva manifestato la volontà di distaccarsi da un Lazio ostile e ostruzionistico. Ma poi, carte alla mano - con una serie di circostanze nelle quali il territorio sabino e reatino si è visto, contro la propria volontà, vestito dei panni della cosiddetta “Cenerentola” - il “pallino” di trovare un’area geografica e istituzionale più gratificante e consona è venuto fuori anche ad altre figure politiche di riferimento del territorio. Una tra queste, la scorsa settimana, è Felice Costini (esponente del Pdl), la cui posizione è scaturita dall’ennesimo taglio di fondi che ha colpito la provincia di Rieti: il finanziamento previsto per la Cittadella dell’Innovazione. Ma se Costini se la prende con una Regione ostile e propone di aprire la “vertenza Rieti”, dal suo stesso partito si fa sentire la voce di Angelo Maria Cicolani, che pare aver preso le difese riguardo alle azioni (indispensabili) adottate proprio dalla Regione Lazio in questi ultimi mesi e che riguarderebbero non solo la “sventurata” provincia reatina ma più o meno tutto il territorio laziale. Alle affermazioni di Cicolani, rilasciate nelle pagine locali di un quotidiano, risponde però adesso il presidente della Provincia, Fabio Melilli, che non cela affatto tutta l’amarezza del caso (segue).

dal sito de "Il Messaggero"

Il Cicolani filo Polverini, il coordinatore del Pdl che giustifica i tagli a sanità e investimenti nel reatino e “blinda” la presidente della Regione «costretta dall’emergenza del momento», invitando a «non imboccare derive demagogiche» non piace né a destra né al centrosinistra. Il primo a sobbalzare ieri per l’intervista rilasciata dal senatore azzurro a Il Messaggero è Chicco Costini, che nei giorni scorsi aveva chiesto l’apertura di una “vertenza Rieti” con la Regione, pronto in casi estremi a ricorrere al referendum secessionista. «Se porre questioni cruciali per il territorio, stare vicino ai cittadini che reclamano una sanità migliore o vicino agli imprenditori che chiedono non vengano tagliati i fondi per la ricerca e l’innovazione significa fare demagogia, allora forse il Pdl non è più il mio partito». E siccome dal Pdl, insieme alla “carezza” del senatore è arrivata anche l’unghiata di Lidia Nobili - «ormai Costini sembra passato col centrosinistra» - l’assessore comunale e capogruppo in Provincia preannuncia: «Se vogliono cacciarmi si accomodino, mi prendo qualche giorno per decidere il dà farsi». Anche il presidente della Provincia Fabio Melilli riceve il messaggio di Cicolani e non resiste alla tentazione di ribattere (segue).

domenica 20 febbraio 2011

Reazioni alle ipotesi di Rieti in Umbria

Prima Pagina del Corriere di Rieti

Rieti fuori dal Lazio o Roma fuori dal Lazio? E’ il quesito istituzionale e regionale che il sindaco Giuseppe Emili pone di fronte alla proposta (“non dell’assessore ma del politico”) Felice Costini che il sindaco interpreta come “una provocazione-battistrada per un contenzioso da aprire con la Regione” ma, pur ritenendosi d’accordo con una Rieti “stufa di essere umiliata da Roma”, il sindaco ritiene come l’approdo “non debba essere ‘Rieti fuori dal Lazio’ ma ‘Roma fuori dal Lazio’”. Per cui un diverso percorso politico non potrebbe che determinare “uno sbriciolamento della provincia reatino-sabina che, esplodendo nelle sue contrastanti componenti, potrebbero aspirare a collocarsi nelle specifiche matrici culturali ed etnologiche: chi ritornerebbe con l’Abruzzo chi con la Sabina romana, chi con l’Umbria per cui ciò che rimarrebbe sarebbe soltanto una parte di quel Montepiano che fa corona al capoluogo”.

dal sito de "Il Messaggero"

Fuori dal Lazio, Regione matrigna? Il senatore Angelo Cicolani frena i furori “centrifughi” di Chicco Costini. [...] "i tagli che la Regione sta facendo non riguardano solo la provincia di Rieti ma tutto il Lazio. Cavalcare l’idea che ci sia un accanimento contro di noi può falsare la percezione che la gente ha del lavoro della giunta".
Lo vada a dire a Magliano, che è un problema di percezione: «Ammetto che l’ospedale di Magliano è un punto dolente, ma di un piano sanitario nel complesso soddisfacente per il reatino. Stiamo però cercando di fare un percorso che a parità di budget ci consentirà di avere altre attività: penso ai 20 posti di riabilitazione post acuzie, alle camere operatorie usate da chirurghi in extra moenia, alle medicine complementari». [...] La risposta, al momento, è la richiesta di referendum di secessione dal Lazio, giudicata ieri dalla pretoriana Lidia Nobili «deprecabile, perché non si risolvono i problemi fuggendo».[...] Il Pd intanto, con il segretario provinciale Vincenzo Lodovisi, strizza vistosamente l’occhio a Costini: «Alla luce delle sue posizioni di contrasto col berlusconismo imperante siamo pronti a dare il nostro contributo per l’apertura di quella che ha definito vertenza Rieti, stabilendo una road map in difesa della nostra identità» (segue).

Sorge spontanea la domanda al sen. Cicolani. Se ritiene soddisfacente il piano nel reatino, e condivide la scelta di avere a parità di budget altre attività, per quale motivo si sforza di accompagnare il sindaco Graziani presso la Polverini, il quale chiede che invece vengano mantenute pronto soccorso e 22 posti letto?


Niccolò

Polemiche sulla video-intervista di Cicchetti

dal sito de "Il Messaggero"

La videointervista rilasciata dal consigliere regionale del Pdl, Antonio Cicchetti, dice di non averla ancora vista il sindaco di Magliano Sabina, Alfredo Graziani. Era stata pubblicata nella tarda serata di giovedì sul blog “Magliano democratica”, gestito dal Pd locale e aveva generato non poche polemiche. Nel mirino dei democratici erano finite le dichiarazioni di Cicchetti a sostegno del piano sanitario regionale e delle proposte di rilancio, relativa alla medicina alternativa cinese, avanzate dal manager della Asl, Rodolfo Gianani (segue).

sabato 19 febbraio 2011

Reazioni del Pd alle osservazioni di Costini (cambio regione) e Cicchetti (sanità)

dal sito de "Il Corriere di Rieti"

Gettato il sasso nello stagno, le onde di spostamento iniziano a propagarsi a pelo d’acqua. Dopo le osservazioni mosse da Felice Costini in merito all’atteggiamento della Regione e alla necessità di ripartire “in difesa della nostra identità” per evitare strappi definitivi, intervengono il consigliere regionale Mario Perilli (Pd) e il segretario provinciale dei democratici, Vincenzo Lodovisi (segue).

dal sito de "Il Messaggero"

Il Pd di Magliano Sabina tira fuori una videointervista rilasciata dal consigliere regionale del Pdl, Antonio Cicchetti, sulla riconversione del “Marzio Marini”. Sul web scoppia la polemica e i democratici invitano il sindaco Alfredo Graziani «a chiedere pubblicamente le dimissioni di Cicchetti, viste le affermazioni e dopo essersi fidato oltremodo del Pdl reatino senza portare a casa alcun risultato» (segue).

venerdì 18 febbraio 2011

Cicchetti: "grande occasione la medicina cinese a Magliano" (?)


Antonio Cicchetti (Pdl)
Il blog "Magliano Democratica" riporta in questo post una video-intervista al consigliere Cicchetti. Tema del discorso: la sanità reatina. Chiamata in causa anche la situazione maglianese, e a tal riguardo riportiamo le frasi in cui si affronta la tematica del Marzio Marini.


"L'ospedale di Magliano va trasformato in presidio ospedaliero di prossimità mentre l'ospedale di Rieti va potenziato."

Buono a sapersi. Diciamo che poteva farlo presente anche quelle volte in cui è stato a Magliano.

"E' necessario "riconsiderare l'ospedale sotto casa, alla luce dell'evoluzione della motorizzazione e delle comunicazioni".

Come già affermato dalla redazione del blog Magliano Democratica, l'ospedale di Magliano non è un ospedale sotto casa, ma un ospedale di cui usufruisce tutta la bassa sabina (e gli utenti dell'A1).

D: L'ospedale di Magliano potrebbe disporre di agopuntura, medicina alternativa cinese.. a chi serve? Sono mirate a qualche medico come si dice?
"Non c'è assolutamente questo obiettivo. La questione dell'ospedale di Magliano, dove i decreti consentono di fare certe cose può essere affrontata anche in maniera diversa, ai sensi della legge Bindi, ossia in condotta con il privato.
Si possono fare anche grossi investimenti per destinazioni sanitarie diverse da quelle ospedaliere con il contatto con i privati. Il governo cinese, che ha finanziato in tutta Europa almeno un ospedale di medicina alternativa, ha interesse a farlo anche in Italia, e lo farebbe anche in questo caso.
Il bacino d'utenza per medicina alternativa c'è ed è enorme perché è quello della capitale, alla quale Magliano è legata dall'A1."

Quindi, dovremmo essere grati al governo cinese di questa riconversione sanitaria? Eppure non abbiamo visto nessun occhio a mandorla da queste parti, che venisse a mostrarci questo piano di innovazione. Credo che neppure il sindaco abbia mai ricevuto telefonate da Pechino, in questi mesi.

"Ciò non è riconducibile a Dario Chiriacò (ndr presidente dell'ordine dei medici di Rieti).
Ho la sensazione che quando non si vuole il cambiamento lo si imputi sempre agli interessi di Tizio o Caio. Con Chiriacò ci siamo fatte le risate su questo argomento. Non si tratta di fare una iniziativa peregrina.
In Italia ci sono 8mila medici che praticano la medicina alternativa cinese, e non sono abilitati secondo le procedure regolamentari. Spesso ci sono dei praticoni che però si fanno pagare. Intenzione del governo cinese è certificare tutti coloro che hanno seguito corsi di professionalizzazione per dare una prestazione di livello scientifico elevato, anziché lasciare spazio agli imbroglioni. 
C'è la possibilità a Magliano di realizzare una scuola per la pratica di queste terapie finanziate dal governo cinese."

"Si può discutere se lo vogliamo fare, altrimenti c'è la trasformazione sic et simpliciter come prevista: hospice e altre attività che oggi non ci sono (???). Oppure con investimenti cinesi si può realizzare un grosso intervento, economicamente un grande rilancio per Magliano. Questo tipo di medicine alternative sono molto seguite e si fanno a pagamento. C'è spazio e non è da irridere una ipotesi di questo genere. In Germania, sugli ospedali di medicina alternativa, ci fanno i soldi.  Possiamo farlo anche noi. C'è una mentalità un po' chiusa che ci fa irridere sempre la novità. Questo è un dramma che per tradizione ci portiamo dietro."

Il motivo per cui i maglianesi sono scesi in piazza non è certo per l'aggiunta della medicina tradizionale cinese, bensì per la CANCELLAZIONE DEL PRONTO SOCCORSO E DEI POSTI LETTO, e di tutto il resto dell'ospedale. Per quanto possano esistere cinesi dalle mani d'oro, nessuno sarebbe in grado di risolvere un caso di pronto intervento, stabilizzare il paziente e indirizzarlo presso le strutture più capienti. O forse si pensa che con l'agopuntura si riescano a curare i traumi che sfortunatamente accadono sull'A1?

"Non immagino una nazione dove non si cambi nulla. Dobbiamo adeguare i servizi sanitari di questa provincia con l'economia di cui siamo capaci, secondo i dettami della scienza medica più aggiornata e qualificata."

D: Che giudizio a Gianani? "Positivo. l'ho sostenuto, perchè ha dedizione, onestà, ha doti. Ha lavorato da 30 anni alla elaborazione della maggior parte dei testi legislativi che nelle camere vengono emendati. E' stato in Cina a visitare le strutture assistenziali cinesi, gli ospedali di medicina tradizionale ma anche di medicina moderna. Ha un grosso bagaglio di esperienze e cultura giuridica".

Abbiamo capito. Quando avremo bisogno di una cura, chiameremo Gianani per organizzare un bel viaggio in Cina, all'avanguardia per la medicina, tradizionale e moderna.

Niccolò

Le dichiarazioni di Pd e Pdl sul referendum per l'Umbria

dal sito de "Il Corriere di Rieti"

 

"Notiamo con estremo piacere che sulla provocazione lanciata circa il ruolo della provincia reatina nella regione Lazio si sia aperto un proficuo dibattito. Ciò a dimostrazione che il problema è fortemente sentito sul territorio". Così il capogruppo del Pdl alla Provincia di Rieti, Felice Costini. "Sicuramente il primo obiettivo deve essere evitare lo sgretolamento della provincia con scelte isolate e isolazionistiche dei singoli Comuni - aggiunge -, che servirebbero solo a indebolire un fronte che, per ragioni oggettive, è già sparuto. Il diritto a esistere dei nostri territori e la scelta di un modello sociale ed esistenziale differente da quello delle grandi realtà urbane devono essere una bandiera che una classe politica, degna di questo nome, oggi deve alzare con forza” (segue).

dal sito de "Il Giornale di Rieti"

«La data del referendum è stata fissata ma ancora ad oggi nè noi, nè i cittadini, siamo venuti in possesso di un modello di progetto concreto che un’amministrazione lungimirante avrebbe dovuto sviluppare già prima di proporre in delibera il passaggio all’Umbria. Ci troviamo ad iniziare un processo di avvicinamento verso una scelta che può, o potrebbe essere radicale, senza conoscere le reali e convincenti motivazioni che spingono una comunità ad abbandonare la propria Regione e la propria Provincia». E’ la nota diramata dal Coordinamento del circolo Pd di Magliano Sabina. (segue)


dal sito de "Il Messaggero"

Come una ferita che duole ad ogni cambio di tempo, riecco la proposta-provocazione di staccare non la sola Magliano, o Amatrice, o Leonessa dal Lazio ma tutta intera la provincia di Rieti. A sottoscriverla e rilanciarla è Chicco Costini, capogruppo del Pdl in consiglio provinciale, che preannuncia una serie di iniziative con la sua “Area”. «Il diritto a esistere dei nostri territori e la scelta di un modello sociale ed esistenziale differente da quello delle grandi realtà urbane devono essere una bandiera che una classe politica, degna di questo nome, oggi deve alzare con forza». Temi che si erano imposti nel dibattito politico locale nel giugno scorso, nei giorni tempestosi dell’allontanamento di Antonio Cicchetti dalla Giunta Regionale ma che poi si sono come persi tra realismo politico e fatalismo reatino (segue).

dal sito de "Il Corriere di Rieti"

Il referendum serve solo per spostare l'attenzione dall'unico vero argomento che dovrebbe importare ai maglianesi: la chiusura dell'ospedale. Per di più manca del tutto un programma serio per il cambio di regione. Ad affermarlo sono i componenti del circolo del Pd locale, che prendono così preso posizione rispetto al referendum per il passaggio di Magliano Sabina in Umbria. "Molto probabilmente - dicono - la storia del referendum ci sta costringendo a spostare l'attenzione su qualcosa che ai maglianesi non interessava, toglierà la possibilità ai cittadini di giudicare l'operato di chi ha spalleggiato il sindaco in tutti questi mesi nelle trattative, i veri responsabili politici della chiusura dell'ospedale maglianese, gli esponenti del Pdl reatino. La dimostrazione è la presa in giro sul continuo rinvio dell'incontro con la Polverini o dell'atto aziendale Asl che ha cancellato i 20 posti di riabilitazione promessi da Gianani e di cui nessuno ha parlato, sindaco compreso (segue).

dal sito de "Il Messaggero"

Per andare in Umbria, secondo Francesco Di Basilio e il coordinamento del Pd maglianese, «serve un progetto concreto che ad oggi non c’è, lo stesso che un’ amministrazione lungimirante avrebbe dovuto sviluppare già prima di proporre in delibera il passaggio all’Umbria». Insomma secondo il segretario democratico di certo sul passaggio in Umbria, al momento, ci sarebbe solo la data del referendum (15 e 16 maggio o non più tardi del 12 giugno). Troppo poco, a detta dei democratici, per riuscire a convincere i cittadini di Magliano (nella foto durante una manifestazione pro-Marini) che lasciare la regione Lazio e la provincia di Rieti sia la cosa giusta (segue).

Quando con "l'ospedale de Majanu" si rideva

Riproponiamo lo storico pezzo "Un giorno in pretura" di Enrico Montesano e Carlo Verdone, in cui viene citato il nostro ospedale come luogo di ricovero (e morte) del terzo marito della Santorelli Teresa di Casperia.

giovedì 17 febbraio 2011

A breve l'incontro con la governatrice... dell'Umbria

dal sito de "Il Messaggero"

Se sarà la volta buona nessuno ormai si sente di affermarlo. Ad ogni modo, il nome di Alfredo Graziani finisce nuovamente sull’agenda della presidente della Regione, Renata Polverini, che ha deciso di chiudere il mese di febbraio con il primo cittadino. E’ stato prorogato al 28 febbraio alle ore 16, così ha reso noto ieri il sindaco Graziani in persona, l’incontro “informale” tra lui, il senatore Angelo Maria Cicolani (Pdl) e la governatrice del Lazio. Graziani continua a riporre poche speranze sull’esito della riunione, ma comunque ci andrà. Tuttavia, questo non vuol dire che l’amministrazione maglianese arretri rispetto all’idea di emigrare in Umbria. Il referendum secessionista è fissato per il 15 e 16 maggio e in caso di problemi potrà essere prorogato entro e non oltre il 12 giugno. «Sto cercando un contatto con la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, per vedere se è possibile fissare un incontro dove approfondire le questioni legate alla nostra volontà di annetterci all’Umbria – ha detto Graziani -. Una regione che, a mio avviso, rispetto al Lazio, può dare maggiore ascolto alle istanze del nostro territorio. Ecco perché mi auguro che anche il presidente della Provincia di Rieti, Fabio Melilli (che si è detto contrario all’iniziativa maglianese, ndr), faccia uno scatto in avanti per fare in modo che tutta la provincia di Rieti lasci il Lazio (segue).
Raffaella Di Claudio

Rimandato ancora l'incontro con la Polverini

dal sito de "Il Messaggero"

Salta di nuovo l’incontro tra il sindaco Alfredo Graziani e la presidente Renata Polverini. Questa volta ad impedire la riunione informale pare sia stato il decreto Milleproroghe che ha bloccato fino a tarda serata di ieri il senatore Cicolani (Pdl) in Senato. Ieri era arrivata la telefonata al primo cittadino maglianese con la quale lo si invitava a tenersi pronto a partire in qualsiasi momento, perché sarebbe potuto essere quello buono. Ma niente. Non c’è due senza tre e allora ci si riproverà oggi, anche se, imprevisto dopo imprevisto, i giorni passano e i cittadini maglianesi si sentono presi in giro. Basta farsi un giro per le corsie dell’ospedale “Marini”(segue).

mercoledì 16 febbraio 2011

"Tutta la Sabina lasci il Lazio"

dal sito de "Il Tempo - Lazio Nord"

Clamorosa proposta avanzata dal capogruppo del Pdl della provincia. Dopo l'ok al referendum per magliano si allarga la protesta per passare in Umbria.

È arrivato il momento di riflettere se passare interamente, come provincia di Rieti, in un'altra Regione. La proposta, effettivamente forte ma che serpeggia sempre più nei discorsi di piazza e di bar del reatino medio, è stata lanciata ieri dall'assessore comunale e capogruppo provinciale del Pdl, Felice Costini. «Visto che aldilà della maggioranze al governo della Pisana, siano di centrodestra o siano di centrosinistra, la politica della Regione è sempre la stessa, ci sarebbe da chiedersi se non sia doveroso, nell'interesse del territorio, indire un referendum per la secessione dell'intera provincia di Rieti dalla Regione Lazio - ha affermato Costini - evitando così che lo smembramento avvenga Comune per Comune, per poi ricercare una Regione in cui le dimensioni della nostra provincia permettano di essere prese in considerazione». Lo spunto per la proposta secessionista è arrivato dall'ennesima ipotesi di scippo ai danni del Reatino. Lunedì infatti il Consorzio Industriale, Federlazio e Confindustria avevano lanciato l'allarme sul presunto taglio dei finanziamenti per la città dell'innovazione nel nucleo industriale di Rieti e Cittaducale. «Una grave decisione nei confronti del nostro territorio - l'ha definita Costini - La città della innovazione era in qualche modo il contraltare al Polo della logistica di Fara Sabina per il rilancio del Nucleo industriale di Rieti-Cittaducale. Questo progetto, che prende l'avvio dalla individuazione di Rieti quale Polo dell'innovazione in epoca della giunta Storace, permetterebbe di costruire un processo di sviluppo utile al rilancio della occupazione». Da qui, dunque, l'idea di iniziare a ragionare se andare via dal Lazio, magari proprio in Umbria, la Regione nella quale tentò di emigrare Leonessa e la Regione nella quale Magliano Sabina, in futuro, potrebbe ritrovarsi. E proprio il Sindaco di Leonessa, Paolo Trancassini, che portò avanti la battaglia secessionista nel 2008, qualche settimana fa aveva parlato a Il Tempo proprio del «nuovo spirito che si registra adesso in tutta la provincia reatina. Probabilmente il seme che abbiamo lanciato con il nostro referendum sta dando i suoi frutti e tutti cominciano a rendersi conto che nel Lazio, per un territorio come il Reatino, non c'è spazio». Parole che, oggi, appaiono profetiche.

martedì 15 febbraio 2011

Indipendece Day (?) - secondo episodio

Partiamo da un commento letto sul blog di Carlo, ossia apriletaurus. La domanda posta è se ci ricordiamo di come si schierò MI ai tempi della prima ventata secessionista. Da questa semplice domanda sono nate molte riflessioni che, come mio solito, mi piace condividere con i lettori di questa pagina.

Ricordo certamente come nel forum che organizzammo in Sala Consiliare molte poche furono le adesioni alla tematica secessionista. L'ho anche ricordato nell'ultimo post che ho scritto.

Al tempo, correggimi Carlo se sbaglio, SD e Verdi furono tra i più accesi sostenitori, mentre sia MI che il PD dell'epoca si dissero contro, adducendo comunque una serie di rispettabilissime, seppur da me non tutte condivise, considerazioni.

Io rimango sempre della mia opinione e semmai dovessi cambiarla sarebbe per una scelta personale, seguita alla presa visone di aspetti che magari fin'ora noh saputo e potuto considerare. Non dipenderebbe certo da scelte altrui, non di certo pechè qualcuno oggi mi dice che è giusto essere favorevoli o contrari!
Ho sempre visto il referendum come un qualcosa di scollegato dalle appartenenze partitiche, e non ho difficoltà nel dire che in occasione della tornata referendaria del 2003 (su articolo 18 ed elettrodotti) votai senza esitazione nella stessa maniera in cui indicava di votare ad esempio Rifondazione. Non perché io sia comunista, ma semplicemente perché relativamente a quella tematica ero totalmente d’accordo sull’istanza portata avanti dall’allora movimento guidato da Bertinotti.

Lo stesso Bertinotti dichiarò che in quella occasione vinse la logica di quei partiti che invitarono al non voto. Il referendum è una cosa a mio avviso importante. Da non trasformare (scusate se lo ribadisco) ogni volta in una questione di “fazionismo”. Per molti è difficile intenderlo poiché ognuno che riesce ad uscire dal guscio e dire la sua deve subito essere etichettato, ma se avessi di questi problemi non starei qui di certo a condividere con voi i miei pensieri.

Non deve essere un partito, un movimento a dire se si deve votare SI oppure NO, non deve essere la decisione del momento e nemmeno uno schierarsi sotto l’egida di questo piuttosto che di quel movimento.

Essere secessionisti, o non esserlo, sono due dignitose posizioni che esulano dalla politica del momento. Io mi auguro che il referendum possa essere una maniera che paradossalmente riesca ad unire. Non diventiamo guelfi e ghibellini, diventiamo possibilmente Umbri… anche se sapete che, data la mia fede calcistica, rimanere LAZIALE non sarebbe un dramma!

franz

Chiuso sportello agricolo di Magliano

dal sito "Rietinvetrina"

Con un ordine del giorno depositato immediatamente a firma congiunta Lodovisi e Martellucci, rispettivamente segretario provinciale e presidente della Commissione Agricoltura, gli esponenti del PD chiedono un dibattito sulla cancellazione degli uffici agricoli di zona disposta da una deliberazione della Giunta Regionale del Lazio riducendone il numero complessivo a 5 in tutto il territorio regionale.

Cio vorrà dire che, solo in Provincia di Rieti, verranno chiusi gli sportelli agricoli di Passo Corese, Magliano in(?) Sabina, Poggio Mirteto, Borgorose, Amatrice e Poggio Moiano. 12mila aziende presenti nel nostro territorio avranno come unico punto di riferimento l’ufficio di Rieti che attualmente serve 3mila aziende; con questo provvedimento il 75 per cento delle aziende agricole avrà una sola sede, indispensabile alla loro attività, lontana decine di chilometri.

Tale provvedimento – sostengono i consiglieri PD - che riduce i costi solo marginalmente, essendo il personale ancora assegnato alla struttura, penalizza le imprese agricole che per caratteristiche hanno bisogno di servizi di prossimità e di sburocratizzazione degli adempimenti e non coglie se non in minima misura l'obiettivo del contenimento della spesa;

Il provvedimento appare oltremedo iniquo perché effettua un taglio orizzontale senza che si consideri minimamente l'orografia del territorio, l'elemento della montagna, la distanza dal comune capoluogo;

Tutto questo si concretizzerà in aumento di giornate lavorative perse, diminuzione della produttività delle imprese e aumento dei costi di produzione; l'esatto contrario di quello che chiedono gli imprenditori.

In taluni casi – come Amatrice e Maglianosi tratta di ulteriore sottrazione di uffici pubblici, dopo i pesanti tagli alla sanità, che avranno l'effetto di comprimere ancora i servizi pubblici presenti sul territorio e deprimere l'economia locale.

Nell'ordine del giorno gli esponenti del PD invitano il presidente della Giunta Regionale del Lazio ad un'attenta riflessione sugli effetti dei provvedimenti adottati. "Nei prossimi giorni – aggiunge Martellucci – incontreremo le associazioni agricole per verficare gli effetti sulle imprese di tale provvedimento".

Nuovo atto aziendale: solo 20 posti Rsa. E Melilli dice no al cambio regione

dal sito de "Il Corriere di Rieti"

Niente posti per acuti all’ospedale “Marzio Marini” di Magliano Sabina ma i 20 posti in Rsa ad alta intensità, già annunciati da giorni dalla direzione dell’Azienda sanitaria reatina, gli stessi riconosciuti al “Fracesco Grifoni” di Amatrice. [...] l’elaborazione della nuova bozza, definitiva appunto, accorcia i tempi da qui all’approvazione regionale riducendo di conseguenza gli argini di manovra a favore degli ospedali reatini tagliati dal piano Polverini. Anche se speranze in questo senso il direttore della Asl, Rodolfo Gianani, non ne ha mai date, sostenendo, sin da subito e in tutte le occasioni di confronto non solo con i sindacati ma anche con gli amministratori, le associazioni del territorio e il comitato a difesa dell’ospedale maglianese, l’impossibilità di una riclassificazione sia per il “Marini” che per il “Grifoni” (segue).

dal sito de "Il Corriere di Rieti"

Sarà una campagna referendaria tutta tesa ad evidenziare gli sperperi di Roma capitale che fagocita fondi sottraendoli ai territori di provincia. I toni sui quali si baserà la propaganda pro e contro il passaggio in Umbria sono chiari: l’amministrazione comunale, promotrice del referendum secessionista di Magliano Sabina, sta già studiando nel dettaglio, calcolatrice alla mano, tutti i fondi che da Roma vengono assorbiti (segue).

dal sito de "Il Messaggero"

La notizia del referendum secessionista che accende il dibattito, l’udienza al tribunale amministrativo del Lazio che fissa al 23 febbraio la discussione del ricorso contro il piano sanitario e l’incontro informale con la Polverini che, da ieri, slitta a questa mattina (salvo ulteriori impedimenti), perché la presidente è stata trattenuta ad un matrimonio. Troppi fronti aperti per un obiettivo, ovvero la salvezza dell’ospedale “Marzio Marini”, che non sembra destinato ad essere raggiunto. Andiamo per gradi. Partiamo dal referendum per il passaggio di Magliano Sabina dal Lazio all’Umbria che dovrebbe tenersi il 15 e 16 maggio prossimi (o, in caso di complicazioni, non più tardi del 12 giugno). L’amministrazione comunale maglianese, per bocca dell’assessore Antonello Ruggeri, si è detta convinta che sia la scelta giusta e in attesa di vedere cosa farà la Provincia di Rieti. A Ruggeri, Fabio Melilli, pur attento a non cadere nella polemica, risponde senza esitare: «Difenderò l’integrità della Provincia, cosa normale per un presidente (segue).

lunedì 14 febbraio 2011

Referendum per il cambio regione sui giornali

dal sito de "Il Corriere di Rieti"

Chi sa se basterà al sindaco Graziani per spuntarla rispetto alla già decisa riconversione dell'ospedale Marzio Marini in ospedale distrettuale. Fatto sta che dalle parole ora si passa ai fatti e i maglianesi saranno chiamati a decidere se restare o no nel Lazio a metà maggio. Se fino a ieri il primo cittadino di Magliano avrebbe dovuto chiedere, nell'incontro con la Polverini, di rivedere il piano di riordino della rete ospedaliera avendo dalla sua esclusivamente la carta del ricorso al Tar, ora il piatto della bilancia della gente di Magliano potrebbe iniziare a pesare un po' di più (segue).
Sara Pandolfi

dal sito de "Il Messaggero"

Il 15 e 16 maggio Magliano Sabina andrà alle urne per votare il referendum secessionista. La notizia è stata resa nota sul blog della maggioranza consiliare maglianese “Magliano Insieme” dall’assessore Antonello Ruggeri. L’ esigenza del passaggio dal Lazio verso l’Umbria è nata all’indomani della presentazione del piano di riordino sanitario regionale con il quale la presidente Renata Polverini ha disposto la chiusura dell’ospedale “Marzio Marini” (segue).
Raffaella Di Claudio

domenica 13 febbraio 2011

Indipendence Day (?)

Non oltre il mese di Giugno la gente maglianese sarà chiamata alle urne per esprimere il proprio parere sulla possibilità di un passaggio (o meglio di un ritorno) alla Regione Umbria. Sapete bene quale possa essere la mia opinione. Una opinione palesata quando il passaggio in Umbria non era di moda almeno nelle sedi di Palazzo, per quasi tutto l’arco costituzionale.

Ma con questo post non intendo tediarvi oltre il dovuto, ma fare una semplice riflessione, anzi un augurio. Mi auguro che da domani fino al giorno della consultazione popolare, il referendum non si trasformi in una questione di tifoseria o di sostegno a questo a o quel soggetto politico. Prima ancora di dialogare, come piacevolmente ho fatto in passato con tutti indipendentemente dall’opinione sulla “questione umbra”, mi preme dire una semplice cosa: non trasformiamo anche questo episodio in una questione di fazioni. Il referendum per l’Umbria non ha, a mio avviso, un rapporto di diretta proporzionalità (e neanche di inversa) con la politica locale, non è una guerra tra chi sostiene la maggioranza e chi la avversa. E sbaglierà, sempre a mio avviso, chi vorrà trasformarla in questo. Andare in Umbria o rimanere nel Lazio è un discorso che interessa il futuro delle prossime generazioni e sarebbe una grossa miopia trasformarlo nel “IOSTOCONALFREDOVOTOSI - IONONLOPOSSOVEDEVOTONO”. E’ un discorso che va ben oltre la politica locale, e indipendentemente dall’essere favorevoli o contrari, è la persona a dovere decidere e non il “fans” o il tesserato.

Siamo di fronte ad una scelta seria, ad un fatto che sicuramente ci darà anche spazio oltre i soliti tg regionali. E dunque dimostriamoci comunità seria. Da DOMANI confrontiamoci sui pro e sui contro, apriamo tavole dove ognuno possa dire la sua e facciamo incontri dove “l’uomo della strada” possa capire quale sia l’argomento del contendere.

Ma OGGI prendiamo coscienza di come si sia di fronte ad un qualcosa di estremamente importante e del fatto che ci si debba confrontare con questa scelta in modo serio e consapevole. Il voto è forse l’unica azione che possiamo compiere in assoluta libertà. Facciamo in modo di arrivare al voto informati e consapevoli.

franz
Related Posts with Thumbnails

Radio Sabinamente

Meteo maglianese

Post più letti nella settimana