giovedì 24 febbraio 2011

Oggi decisione del Tar sul Marini

dal sito de "Il Corriere di Rieti"

Si potranno conoscere questa mattina, ufficialmente, le sorti dell’ospedale “Marzio Marini”. Dopo la discussione delle domande cautelari del ricorso al tribunale amministrativo regionale presentato dal Comune di Magliano Sabina, in cui si richiede la sospensiva al Decreto regionale numero 80 che per l’ospedale sabino prevede una riconversione in ospedale distrettuale, il pronunciamento del giudice, avvenuto ieri in tarda serata, potrà essere conosciuto questa mattina. Un’argomentazione squisitamente tecnica condotta da Emanuele Vespaziani, legale che in camera di consiglio ha rappresentato il Comune di Magliano e che ha cercato di dimostrare, dati alla mano, come, a seguito della chiusura dell’ospedale Marzio Marini, non solo ci si allontanerà di molto dai livelli base di assistenza (espressi in posti letto) così come previsto dalla legge, ma che il dato si aggraverà ulteriormente se riferito alle reti di specialità (segue).
Sara Pandolfi

dal sito de "Il Messaggero"

«Qualche margine di successo c’è, ma da qui a dire di essere certo che il nostro ricorso venga accolto ce ne passa, perché la questione è molto complessa». L’avvocato del Comune di Magliano, Emanuele Vespaziani, preferisce tenere i piedi in terra e commentare con cautela l’andamento dell’udienza del Tar durante la quale, ieri mattina in camera di consiglio, è stato discusso il ricorso presentato da palazzo Vannicelli contro il decreto 80 della Regione che prevede la riconversione dell’ospedale “Marzio Marini”. Questa mattina verrà reso noto il pronunciamento dei giudici. Ieri, insieme a quello di Magliano, sono stati esaminati altri sei ricorsi presentati, sullo stesso tema, da Comuni per difendere ospedali pubblici e da strutture private.
«Noi, come ho sottolineato anche in sede di discussione - spiega l’avvocato Vespaziani - ci siamo concentrati nel mettere in evidenza che in provincia di Rieti non vengono garantiti i livelli minimi assistenziali. Con la suddivisione in macroaree, a fronte di un dato che fissa al 3.3% la soglia minima della presenza di posti letto per acuti che dovrebbero essere garantiti a Rieti, non si va oltre il 2.56%. E dalla memoria presentata dalla Regione non si evince come questo vuoto possa essere colmato» (segue).
Raffaella Di Claudio

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