Pubblichiamo di seguito gli articoli apparsi sul Corriere di Rieti.
di Beatrice
MasciMAGLIANO SABINA - Credeva che il padre fosse morto. Oggi lo ritrova in carcere in Moldavia, dove deve scontare una pena di dieci anni per truffa. E lincredibile storia di Matteo, che da tanti anni vive a Roma, e di suo padre, Giovanni (per tutti Gianni) Giuliani. Una storia che don Cesare Lodeserto sta seguendo con impegno e passione da tanti anni, nella speranza che si risolva al più presto, anche perché Gianni ha già avuto tre infarti. Alcuni giorni fa - racconta don Cesare che da 24 ore è tornato in Moldavia - mi ha telefonato Matteo Giuliani raccontandomi tutta la sua incredibile storia. Credeva che il padre fosse morto, quando, tredici anni fa, aveva iniziato a cercarlo. Da allora vive a Roma. Solo in questi giorni, grazie agli articoli sui giornali e forse agli amici che gli sono rimasti a Magliano Sabina, ha appreso tutta la storia e mi ha contattato. Vuole assolutamente venire in Moldavia e mi ha detto di avere già contattato un avvocato. Nei giorni scorsi si sono fatti vivi anche due fratelli di Giovanni Giuliani e, a quanto mi risulta, si sono messi in contatto con le autorità di Magliano Sabina. Questa assurda vicenda potrebbe terminare nel migliore dei modi. Matteo Giuliani, 25 anni, papà di una bambina di tre, Martina, vive come in un sogno. Ho appreso lintera vicenda tramite internet e ho subito contattato don Cesare - racconta -. Di mio padre non avevo più notizie da quando, allepoca avevo appena dodici anni, i miei genitori si separarono. Una situazione assurda per un bambino. Io volevo vederlo, trovarlo, ma non avevo appigli e non sapevo a chi rivolgermi. Addirittura credevo che mio padre fosse morto. E invece lo ritrova vivo, ma rinchiuso in un carcere moldavo. Ho già contattato un avvocato - spiega Matteo che, dopo tutti questi anni di silenzio, non intende perdere un secondo -. Voglio aiutare mio padre e riportarlo al più presto in Italia a conoscere la sua nipotina. Aspetto che don Cesare mi dia lok per andare in Moldavia per incontrare papà . Da solo non posso far nulla, per questo non sono ancora partito. Spero sia questione di ore o al massimo di qualche giorno, perché ho tanta voglia di rivederlo. Matteo non sa che la Farnesina sta seguendo il caso e che addirittura ha convocato per la settimana prossima una delegazione di maglianesi: Sono veramente felice, ogni aiuto è ottimo e limpegno della Farnesina può accelerare i tempi. Dunque per Gianni Giuliani, nellattesa e nella speranza di un lieto fine, cè ora la felicità per un figlio ritrovato e addirittura per scoprirsi nonno di una bambina di tre anni. Visti i presupposti la situazione potrebbe finire nel migliore dei modi. Migliore dei modi che potrebbe non voler dire scarcerazione ma forse estradizione in Italia. In questo modo Giovanni potrebbe non solo curarsi ma stare comunque vicino al figlio e ai propri familiari. Intanto, il caso dovrebbe arrivare sul tavolo dellambasciatore italiano a Bucarest (Romania) già dalla prossima settimana. La comunità maglianese dopo aver appreso la notizia che Giovanni Giuliani è rinchiuso da anni in un carcere di Chisinau, la capitale, si sta mobilitando per aiutarlo. Luomo, originario di Magliano, ha vissuto nel centro sabino fino agli anni 80, poi di lui si erano perse le tracce. A dire dove era finito è stato don Cesare Lodeserto, sacerdote della fondazione Regina Pacis, che ha già informato della situazione il ministro degli Esteri Massimo D'Alema. Giovanni, 65 anni, è accusato di truffa. Una prima sentenza lo aveva condannato a 15 anni. Sentenza poi annullata dalla Corte di Strasburgo. Perciò è arrivata la condanna a 10 anni ed anche contro quella cè un ricorso pendente alla Corte Europea. Intanto però Gianni, secondo quanto affermato da don Cesare, è allo stremo. Ha avuto tre infarti e le sue condizioni di salute sarebbero critiche. Per questo è stato chiesto, al di là delle valutazioni di tipo giuridico, al governo di fare qualcosa. La strada più percorribile sembra quella di chiedere il trasferimento in un carcere italiano e non tanto la grazia. A Magliano Sabina, intanto, prosegue la raccolta delle firme per lappello a D'Alema.
di Paolo Di Basilio
MAGLIANO SABINA - La prossima settimana una delegazione di maglianesi sarà ricevuta negli uffici del ministero degli Esteri per parlare del caso di Gianni Giuliani, luomo originario di Magliano recluso in Moldavia. Un appello a muoversi per chiedere un trattamento più umano per Gianni e, se possibile, lestradizione. Uno dei tanti tentativi fatti dopo la lettera, inviata la scorsa settimana, da don Cesare Lodeserto al ministro degli Esteri, Massimo D'Alema. Un tentativo che sembra aver fatto centro. Ieri mattina uno degli estensori dellappello è stato contattato telefonicamente da un funzionario della Farnesina. Dopo averlo messo a conoscenza che da mesi il ministero si sta occupando del caso, si è detto soddisfatto che dalla terra dorigine di Giuliani si sta muovendo qualcosa. La questione è già sul tavolo dellambasciatore italiano a Bucarest che è competente anche per la Moldavia. Per il momento, viste le condizioni di salute di Gianni, hanno detto dalla Farnesina è importante aiutare questuomo anche facendogli sentire la vicinanza della sua terra. Per il resto il funzionario ha organizzato un incontro con una delegazione di maglianesi per mercoledì alle ore 10: in quella sede i membri del comitato che sta sorgendo per aiutare Gianni verranno messi a conoscenza dello stato delle trattative e delle azioni avviate verso la Moldavia. Per ottenere lestradizione - che sembra la via più percorribile - bisogna però sciogliere dei nodi che sarebbero legati alle pene accessorie comminate a Giuliani che è accusato di truffa.
di Paolo Di Basilio
MAGLIANO SABINA - Bisogna chiedere la garanzia che un detenuto italiano venga trattato nel rispetto di tutti i diritti umani. Non sta in prima linea ma il tema legato a Gianni Giuliani è arrivata pure sul suo tavolo. Ma il sindaco di Magliano Sabina non si sbilancia più di tanto anche perché di documenti ufficiali sulla vicenda ne ha avuti veramente pochini. Nei giorni scorsi - dice il primo cittadino - ho ricevuto via fax la copia della lettera inviata da monsignor Cesare Lodeserto al ministro degli Esteri. Tutto qui. E poco per chiedere al Comune azioni ufficiali, aspettiamo notizie dallambasciata e dalla Farnesina. Per il sindaco perciò non bisogna entrare nel campo della vicenda giudiziaria che deve fare il suo corso, ma puntare sull'aspetto umanitario. Per questo il primo cittadino lancia un appello affinché il detenuto Giuliani venga trattato nel rispetto dei diritti umani. Per quanto riguarda i processi e leventuale estradizione ci sono organi competenti che possono occuparsene avendo a disposizione tutta la documentazione. Per il momento - conclude Lini - abbiamo a disposizione solo le notizie che ci ha fornito monsignor Lodeserto. Per presentarci davanti alla diplomazia ci vuole di più. Il tutto - conclude ribadendo il concetto il sindaco d i Magliano- chiedendo un trattamento umano per l'uomo.