martedì 15 febbraio 2011

Indipendece Day (?) - secondo episodio

Partiamo da un commento letto sul blog di Carlo, ossia apriletaurus. La domanda posta è se ci ricordiamo di come si schierò MI ai tempi della prima ventata secessionista. Da questa semplice domanda sono nate molte riflessioni che, come mio solito, mi piace condividere con i lettori di questa pagina.

Ricordo certamente come nel forum che organizzammo in Sala Consiliare molte poche furono le adesioni alla tematica secessionista. L'ho anche ricordato nell'ultimo post che ho scritto.

Al tempo, correggimi Carlo se sbaglio, SD e Verdi furono tra i più accesi sostenitori, mentre sia MI che il PD dell'epoca si dissero contro, adducendo comunque una serie di rispettabilissime, seppur da me non tutte condivise, considerazioni.

Io rimango sempre della mia opinione e semmai dovessi cambiarla sarebbe per una scelta personale, seguita alla presa visone di aspetti che magari fin'ora noh saputo e potuto considerare. Non dipenderebbe certo da scelte altrui, non di certo pechè qualcuno oggi mi dice che è giusto essere favorevoli o contrari!
Ho sempre visto il referendum come un qualcosa di scollegato dalle appartenenze partitiche, e non ho difficoltà nel dire che in occasione della tornata referendaria del 2003 (su articolo 18 ed elettrodotti) votai senza esitazione nella stessa maniera in cui indicava di votare ad esempio Rifondazione. Non perché io sia comunista, ma semplicemente perché relativamente a quella tematica ero totalmente d’accordo sull’istanza portata avanti dall’allora movimento guidato da Bertinotti.

Lo stesso Bertinotti dichiarò che in quella occasione vinse la logica di quei partiti che invitarono al non voto. Il referendum è una cosa a mio avviso importante. Da non trasformare (scusate se lo ribadisco) ogni volta in una questione di “fazionismo”. Per molti è difficile intenderlo poiché ognuno che riesce ad uscire dal guscio e dire la sua deve subito essere etichettato, ma se avessi di questi problemi non starei qui di certo a condividere con voi i miei pensieri.

Non deve essere un partito, un movimento a dire se si deve votare SI oppure NO, non deve essere la decisione del momento e nemmeno uno schierarsi sotto l’egida di questo piuttosto che di quel movimento.

Essere secessionisti, o non esserlo, sono due dignitose posizioni che esulano dalla politica del momento. Io mi auguro che il referendum possa essere una maniera che paradossalmente riesca ad unire. Non diventiamo guelfi e ghibellini, diventiamo possibilmente Umbri… anche se sapete che, data la mia fede calcistica, rimanere LAZIALE non sarebbe un dramma!

franz

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