dal sito "Rietinvetrina.it"
Il decreto di sequestro è stato emesso dal Gip del Tribunale di Rieti, su richiesta della Dott.ssa CAMBI, al termine di una lunga e complessa indagine condotta dai Carabinieri del REPARTO OPERATIVO. Il sequestro ha lo scopo di “impedire che il reato venga portato a ulteriori conseguenze”.
Il reato per il quale si procede è quello di concorso in abuso d’ufficio e vede tra gli indagati i responsabili della cooperativa Tevere 78 e i responsabili tecnici del Comune di Magliano Sabina.
Le indagini si sono concentrate sulla Cooperativa Tevere 78 con sede in Magliano Sabina.
La società era nata “senza scopo di lucro e con il fine mutualistico di costruire case popolari ed economiche”. Usufruendo della legge prevista per gli interventi di edilizia economica e popolare (Legge 167/72), la Cooperativa ha usufruito di sovvenzioni, benefici e sgravi fiscali.
Con tale intento riceveva in concessione dal Comune l’area sita nella zona Madonna Grande e, ottenuto il permesso a costruire, iniziava ad edificare.
Al termine dei lavori cedeva in affitto i locali alla Business Service Express srl.
Degli alloggi popolari non c’è più traccia e lì dove dovevano sorgere case popolari e “attrezzature collettive e sociali” oggi insiste un grande centro commerciale EUROSPIN gestito dalla B.S.E. al quale sono stati apposti i sigilli.
Le indagini hanno appurato che tale illecità attività speculativa da parte della Cooperativa Tevere 78, si è potuta sviluppare solo grazie alla complicità dei responsabili tecnici del Comune di Magliano Sabina che, con diverse delibere, hanno più volte variato il piano di zona, ampliato l’area concessa e rilasciato il permesso a costruire.
Tali delibere vengono ritenute del tutto illegittime sia nella procedura che nel contenuto.
La stessa Regione Lazio, alle quali le delibere immotivatamente non erano state inviate, aveva già annullato il permesso a costruire.
Il Comune, invece di emettere la prevista ordinanza di chiusura, ignorando il provvedimento della Regione, ha concesso anche il certificato di agibilità e l’autorizzazione al commercio.
Assente anche la richiesta del parere paesaggistico che il comune aveva l’obbligo di inoltrare alla Regione, essendo l’area sottoposta a vincolo paesaggistico. (Nel Dicembre 2007, sempre nell’ambito della stessa indagine, i Carabinieri del REPARTO OPERATIVO avevano arrestato un membro della Commissione edilizia del Comune di Magliano per aver preso della mazzette. L’architetto pretendeva dei soldi per stilare uno studio sull’impatto ambientale a favore di un locale imprenditore che aveva intenzione di aprire un esercizio commerciale. Ma la zona in questione, a differenza di quanto sostenevano i responsabili tecnici (oggi di nuovo indagati), non aveva alcun vincolo paesaggistico).
Ridotte le aree che, nel progetto iniziale, erano destinate al verde pubblico. Anche tali varianti sono state adottate dal Comune senza il previsto parere della Regione.
Illegittimo pare anche il certificato di abitabilità poiché si basa sull’assunto mendace che l’area non insiste su una zona sismica.