Prelevati dalla chiesa di S. Pietro nel lontano 1979 per essere restaurati, gli affreschi non sono tornati più a Magliano. Lasciati per 30 anni in deposito nel laboratorio di restauro della ex "Soprintendenza Beni artistici e storici di Roma e Lazio", sono in realtà andati dispersi. Dopo pressioni e ulteriori richieste, il parroco di Magliano Don Filippo sporge denuncia. Per gentile concessione, ecco copia del documento. Ci auguriamo (anche se ormai con poca speranza) che questo atto riesca a portare alla luce (e magari anche a Magliano) questi affreschi.
8 commenti:
credo che difficilemte tali affreschi torneranno nelle sedi che meritano. Spero però che questa denuncia possa far luce e far emergere chi in qualche modo dovrà pagare l'enorme danno subito dalla nostra comunità.
Una segnalazione era stata inviata già qualche mese fa al Nucleo dei carabinieri per la tutela del patrimonio.
Di seguito vi invio un articolo uscito sul Corriere il 9 maggio 2008
Paolo Di Basilio
MAGLIANO SABINA – Sulla scomparsa dei due affreschi della chiesa di San Pietro indagano i carabinieri che, nei prossimi giorni, potrebbero effettuare un sopralluogo a Magliano. Dopo la notizia che i due dipinti murari del XV secolo prelevati nel 1979 per un restauro non si trovano più,
la parrocchia di San Liberatore si è attivata per porre in essere tutte le azioni atte a tutelare il patromonio artistico della comunità. Perciò, dopo un consulto con i carabinieri del nucleo del patrimonio artistico, il parroco don Filippo Di Fraia ha presentato una regolare denuncia per far partire le indagini che si muovono in due sensi. Capire se gli affreschiesistono ancora e, in questo caso, cercare di trovarli.
Oppure, qualora di essi si siano veramente perse le tracce, capire se ci sono precise responsabilità. La segnalazione/denuncia diretta al nucleo dei carabinieri per la tutela del patrimonio artistico di Roma è partita qualche giorno fa. Pochi giorni prima il parroco di Magliano aveva contattato i militari chiedendo come tutelare la comunità in seguito alla scomparsa dei due affreschi.
Per far partire le indagini, è stata la risposta, c’è bisogno di una segnalazione. Segnalazione che è partita. Nei prossimi giorni i carabinieri che si occupano del caso potrebbero fare un sopralluogo a Magliano sia nella chiesa di San Pietro che nella parrocchia a caccia di documenti e testimonianze utili a ricostruire la misteriosa vicenda. Utili, in questo senso, potrebbero rivelarsi gli appunti che l’ex parroco don Carlo Nastasio ha lasciato prima di ritirarsi in un istituto di Montemario. Dal 1987 al 1991, l’allora titolare della parrocchia, tempestò di telefonate funzionari di sovrintendenze e laboratori di restauro chiedendo lumi sulla sorte dei due dipinti. Appunto gli orari delle telefonate, chi rispondeva e cosa diceva. Serviranno pure quelli per
ricostruire la grottesca vicenda dei due affreschi del XV secolo prelevati da San Pietro il 28 giugno del 1979. Si tratta della “Vocazione di Pietro e
Andrea” e “Madonna in trono con Bambino e Santo Francescano”, entrambi attributi a Pancrazio Iacovitti da Calvi. Due dipinti pregevoli di scuola umbro/laziale che, secondo gli esperti, all’epoca avevano bisogno di un restauro. Perciò partirono, destinazione Roma. Non sono più tornati. La competenza su quelle opere sarebbe della sovrintenza dei beni museali, ma l’unica che si è presa la briga di andare a verificare dove fossero finiti
in tutti questi anni gli affreschi è stata una sovrintendente del patrimonio
artitistico del Lazio, che ad inizio anno ha comunicato al vescovo ed al parroco di Magliano che degli affreschi “si è persa ogni traccia”. L’ultima speranza sarebbe quella di ritrovarli in alcune casse dove sono depositati
diversi gessi del Vittoriano. Poi c’è un mistero nel mistero. Uno degli affreschi, dicono alcuni testimoni che assistettero alla scena, finì in frantumi giù per la scale di San Pietro. Ma persino su questo nessuno ha fatto mai completa chiarezza.
15 marzo 2008 Corriere di Rieti
MAGLIANO SABINA - (p.d.b.) Appuntava tutto. L'ora delle telefonate, chi gli rispondeva, cosa gli dicevano. Ed ora quei fogli manoscritti da don Carlo
Nastasio, ex parroco di Magliano, sono un preziosissimo patrimonio
documentale per ricostruire la grottesca vicenda dei due affreschi del XV secolo prelevati il 28 giugno 1979 dalla chiesa di San Pietro a Magliano per un restauro e mai tornati indietro.Un mistero tornato d'attualità negli
ultimi giorni, cioè da quando, il 29 febbraio scorso, una soprintendente del ministero dei beni culturali ha riferito che delle due opere ("Madonna con
il Bambino e Santo Francesco" e "Cristo sul Lago di Tiberiade" entrambe riferibili alla cultura umbro-laziale) "si è persa ogni traccia". E allora, qualora anche l'ultimo tentativo di ricerca in un deposito romano nel quartiere Testaccio dovesse andare a vuoto, torneranno utilissimi gli appunti di don Carlo. Il parroco, e i maglianesi ne sono testimoni, non è
uno che molla facilmente. Ha sempre preteso informazioni su dove fossero finiti gli affreschi. Dal 1987 il sacerdote iniziò ad appuntare tutto: numeri chiamati, chi risponde e soprattutto cosa gli dicono. Il contenuto di questi appunti è un quadro disarmante quanto veritiero della burocrazia
italiana. La prima telefonata alla Soprintendenza è del 23 ottobre di quell'anno. Il parroco parla con una funzionaria e chiede di avere indietro i due affreschi: "La dottoressa risponde che la responsabile del restauro
era assente - scrive don Carlo - ma che sarà informata". Il 3 novembre viene contattato da una funzionaria: "Mi riferisce - si legge negli appunti - che quasi nulla è stato fatto, poiché si sono verificate e persistono delle difficoltà pratiche e tecniche nell'impostare il lavoro di restauro. Faccio presente che il tempo di 7 anni non è poco e che già avremmo dovuto avere indietro gli affreschi. Conclude assicurandomi che il lavoro sarebbe stato iniziato entro pochi giorni". Prima di abbassare la cornetta don Carlo si fa dire dove sono gli affreschi: a quella data stavano a Palazzo Barberini. Passano mesi e il 15 febbraio del 1989 la soprintendenza assicura
che gli affreschi sarebbero tornati a Magliano entro l'anno e che il restauro era in corso in un laboratorio romano. In novembre don Carlo cerca la responsabile dell'intervento. Risponde un usciere che dice che riferirà.
Si arriva a maggio del 1990 quando il parroco riesce ad avere il numero del laboratorio che si sarebbe dovuto occupare del restauro. Riesce a parlare con una segretaria che gli dice che "per mancanza di personale, il restauro
non è stato iniziato". Si arriva al 26 ottobre del ‘91: "Ricevo dal
ministero una lettera che richiede la mia sottoscrizione alla dichiarazione che l'ufficio deve allegare alla perizia di spese per il restauro. Sottoscrivo rispondendo che gli affreschi di questa chiesa, prelevati nel giugno 1979 per il restauro, sono due e non uno come è indicato nella
dichiarazione che la soprintendenza mi chiede di sottoscrivere". Un mistero nel mistero. Alcuni testimoni hanno riferito che uno degli affreschi si sarebbe rotto cadendo giù per le scale della chiesa. Anche su questo punto bisognerà fare piena luce.
Chi ha letto qualche racconto o romanzo di Kafka non potrà che farne un parallelo con questa vicenda surreale.
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