venerdì 9 ottobre 2009

Un punto di vista sull'economia. (2° episodio)

In questo nuovo tema vorrei affrontare con voi uno dei problemi maggiori che si affrontano nella politica economica, ovvero gli obiettivi delle autorità e il ciclo politico-economico.
Abbiamo il cosiddetto “soggetto pubblico” suddiviso in due categorie: i politici, che hanno origine elettiva e che definiscono gli obiettivi, e i burocrati, che attuano le linee d'azione individuate dai primi. E' facile inoltre pensare che ognuno di essi abbia valori e interessi diversi gli uni con gli altri e che quindi in alcuni casi possono collidere tra di loro.
Ma occupiamoci dei politici, a noi interessa di questo: sono state elaborate molte teorie sul comportamento di essi e degli effetti che hanno sull'economia, ma ve ci citerò solo le tre principali.
La prima formulazione di una teoria del ciclo politico- economico è dovuta a Kalecki(economista socialista che andava contro Keynes) che sosteneva che era impossibile per un sistema capitalistico ottenere il pieno impiego nel lungo periodo: nella sua visione, il ciclo politico economico era un effetto secondario delle politiche keynesiane. I tentativi da parte delle politiche keynesiane di controllare il ciclo tramite politiche espansionistiche( per politiche espansionistiche si intende di espansione di occupazione e reddito per aumentare il prodotto), sarebbe vano perché ci sarebbe la creazione di uno stato del benessere che ridurrebbe la disciplina dei lavoratori poiché non hanno più paura della disoccupazione. In più ci sarebbe una forte inflazione e quindi l'uso di politiche restrittive e quindi poi un nuovo inizio del ciclo.
Nordhaus fa nascere il suo ciclo partendo tre ipotesi: i politici sono portatori di propri interessi, su tutti quello di essere rieletti; i politici possono influenzare l'economia di breve periodo; le elezioni sono influenzate dallo stato in cui si trova l'economia locale nel periodo elettorale.
Quindi a ridosso delle elezioni i politici tendono ad effettuare politiche espansive per migliorare il proprio consenso tra gli elettori. Ma come già abbiamo affrontato prima, una politica espansiva accresce si l'occupazione, ma anche l'inflazione: quindi subito dopo gli effetti di tale politica sarebbero subito annullati da interventi di politica restrittive.
Infine troviamo quella che è secondo me la migliore, ovvero la teoria partigiana del ciclo politico economico: questa teoria nasce per superare una delle critiche date a Nordhaus, poiché lui sembra riferirsi a un politico solo ed indistinto soprattutto, mentre nella realtà un politico viene da un partito, che assegna pesi diversi ai diversi obiettivi politici-economici poiché rappresenta differenti classi sociali. Quindi l'alternanza dei partiti al governo dipende dall'alternanza degli obiettivi che i diversi partiti hanno. Dovessimo fare la differenza, una sinistra vorrebbe più occupazione, una destra vorrebbe una riduzione dell'inflazione.
E con un modello matematico semplicissimo concludo; non posso disegnarvelo, ma si chiama per chi volesse approfondire CURVA DI PHILLIPS.
Ricordate questa regola che è verificata a livello empirico( cioè vedendola sul campo): il tasso di disoccupazione è inversamente proporzionale al tasso di inflazione.
Quindi se si vuole diminuire la disoccupazione, si aumenta l'inflazione; se si vuole diminuire l'inflazione, si aumenta la disoccupazione.
Da qui si può capire come l'antagonismo tra sinistra e destra sia anche matematico oltre che sociale..
Se si usano politiche espansive per accrescere l'occupazione, cresce l'inflazione; viceversa, se cerco di far scendere l'inflazione aumento la disoccupazione. Questi due grandi mali dell'economia non spariranno mai perché intrinsechi nel funzionamento stesso di essa, ma possono essere accentuati con politiche di formazione professionale e sulle comunicazioni, per far si che entrambi si riducano il più possibile.
A voi la parola!
Mirko Rossi

6 commenti:

c.g. ha detto...

Peccato che tra inflazione e disoccupazione manchi un terzo incomodo, il profitto, coloro cioè che traggono beneficio da queste falze regole per fare aumentare la forbice a proprio ed esclusivo favore e tutto a scapito delle persone, esse dimenticate e utilizzate come fossero numeri e non "animali" che hanno freddo e quindi debbono coprirsi, hanno fame e sete e debbono mangiare, piove e nevica hanno bisogno di una spelonca.
Poi certo ci sono dei privilegi; quelli ad esempio di curarsi se si prende un raffreddore, di istruirsi per potere almeno saper scrivere una letterina o leggere, di poter utilizzare un asino quale mezzo di trasporto per recarsi al lavoro e così via.

Peccato, un vero peccato.

Anonimo ha detto...

mirkè..al volo, me spieghi meglio l'inflazione??

:)

mirko ha detto...

l'inflazione è l'aumento del livello dei prezzi.. ci sono vari tipi di inflazione a seconda della causa che fa alzare i prezzi, ma alla fine l'effetto è sempre lo stesso. se aumenta l'inflazione, significa che le rilevazioni fatte dagli istituti compenti danno come risultato l'aumento del livello dei prezzi, viceversa se diminuisce. ricollegando al discorso del testo, oggi puoi vedere una diminuzione del tasso di inflazione, che è correlato purtroppo con un aumento del tasso di disoccupazione.
ciao! e quando ti serve qualcosa chiedi!

aiuto ha detto...

me servono ripetizioni de come se fanno e liste e i tavoli all'abbaresk!

:)

Anonimo ha detto...

Ha rifattu un figurone eh? Andru che economia.

mirko ha detto...

che figura avrei fatto scusa?? comunque per quelle ripetizioni so 150 euro ogni dieci minuti.. quando te pare famme sapè ;)

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