martedì 29 giugno 2010

Enigma Municipalizzata

Municipalizzata: cosa fare di questa struttura? Molti se lo chiedono. A suo tempo era sorta per permettere al comune di agire privatisticamente ed evitare così i procedimenti ad evidenza pubblica. Oggi, che praticamente tutta la disciplina è stata riordinata, imponendo molti lacci e lacciuoli prima mancanti, non conviene più (o conviene sicuramente meno di prima) tenere in piedi questa struttura. Ma nell'Ams lavorano una ventina di dipendenti, e chiuderla significa mandare a casa queste persone (con rispettivi disagi per le famiglie). Non si può neanche decidere di assumere tutti come dipendenti comunali, perché vige il blocco delle assunzioni: solo se si libera un posto (per pensione o altri motivi) si può integrarlo. Inoltre la legge stabilisce una corsia preferenziale per gli Lsu (che sono ancora molti).
La questione si complica anche a causa degli ulteriori decreti emessi a livello statale. Difatti dal 31 dicembre 2010 non possono essere più compiuti affidamenti in house: la pubblica amministrazione, derogando al principio di carattere generale dell’evidenza pubblica, invece che affidare all’esterno certe prestazioni, provvedeva internamente (in house, appunto) all’esecuzione delle stesse, attribuendo l’appalto o il servizio ad altra entità giuridica di diritto pubblico mediante il sistema dell’affidamento diretto senza gara (nel caso maglianese, affidando per esempio la casa alloggio all'Ams).
Le società partecipate (come l'Ams) possono mantenere contratti stipulati senza gara formale fino alla scadenza, solo nel caso in cui le amministrazioni cedano loro almeno il 40% del capitale. In poche parole, o si cede il 40% della municipalizzata ad un privato, o si azzera la concessione e si affida il servizio solo dopo una gara pubblica (con la possibilità che a vincere e gestire il servizio siano privati, con propri lavoratori dipendenti). Cosa fare allora, privatizzare? Si sa che inserendo un privato, questi persegue legittime finalità di lucro che mal si conciliano con l'interesse generale della nostra comunità, soprattutto quando si tratta di gestire servizi come quello della casa alloggio o dei rifiuti. E si può facilmente immaginare come, al fine di poter ridurre i costi e aumentare il lucro, il socio privato spinga per poter ridurre la qualità e rendere quindi il servizio scadente. E non è questo ciò di cui abbiamo bisogno.

Niccolò

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