mercoledì 26 maggio 2010

Sparisce la provincia di Rieti!

All'interno della manovra finanziaria in discussione al Parlamento è previsto un provvedimento che farà molto discutere e che ci riguarda direttamente: l'abolizione delle province con una popolazione inferiore a 220mila abitanti (che non confinano con stati esteri, e che non fanno parte di regioni a statuto speciale). Visto che la provincia di Rieti ha 159mila abitanti, probabilmente sparirà, insieme ad altre otto province (Biella con 187 mila abitanti; Massa Carrara con 203 mila abitanti; Ascoli Piceno con 212 mila, Fermo con 176 mila; Isernia con 88 mila; Matera con 203 mila; Crotone con 173 mila; Vibo Valentia con 167 mila). Come valutare tale provvedimento? Andiamo con calma, e analizziamo tutti gli aspetti, positivi e negativi.

Da tempo discutiamo su questo blog dell'inadeguatezza della sistema regionale e provinciale al quale apparteniamo. Personalmente continuo ad essere della stessa linea: la Regione Lazio con una Roma capitale non permetterà mai ai propri territori periferici di avere l'importanza che meritano. Inoltre una provincia come quella di Rieti è sempre rimasta lontana, geograficamente e mentalmente, da Magliano.
A questo punto, cosa può significare l'abolizione delle provincia di Rieti per il nostro territorio? Beh, innanzitutto se dal governo e dai media giungessero più informazioni, sarebbe molto più facile valutare la questione, invece ci ritroviamo a dover valutare questo progetto avendo ancora molti punti oscuri da chiarire.

Innanzitutto, è necessario distinguere tra l'abolizione di tutte le province italiane e l'abolizione solo di alcune tra queste. L'abolizione di tutte le province mi vede favorevole. Si eliminerebbe un ente intermedio, e si lascerebbe spazio al diretto rapporto tra comuni e regioni. Il vuoto determinato dall'assenza di molte province potrebbe essere colmato dall'istituzione di nuove regioni, maggiormente legate al territorio (Romagna, Salento, Maremma, Ciociaria etc.).
L'abolizione di alcune province mi vede invece in parte perplesso. Quali sono i criteri per eliminare alcune province e lasciarne altre? Solo la popolazione? E perchè non si dovrebbero abolire le province che confinano con altri stati? Hanno forse una politica estera, o stiamo ancora ai tempi delle marche del Sacro Romano Impero? Perché poi non abolire le province che appartengono a regioni a statuto speciale? Ormai con la riforma del titolo V della costituzione la differenza tra regioni a statuto ordinario e a statuto speciale è rimasta solo sulla carta. Aggiungiamo: se dovessimo dirla tutta, le province più inutili che esistono sono invece quelle di cui fanno parte le città più popolose della nostra Italia (provincia di Roma, provincia di Milano, di Torino, di Napoli etc., per i quali tra l'altro in costituzione è prevista la realizzazione delle città metropolitane...). Perché non abolire quelle di province? O perché (meglio ancora) non abolirle tutte insieme?
L'abolizione solo di alcune tra queste, tra cui Rieti, porterebbe a questioni immediate: il territorio dell'ex provincia di Rieti vedrà l'espansione su di esso di un'altra provincia esistente (Viterbo? Roma?) o addirittura l'estensione di una regione diversa dalla regione Lazio (l'Umbria con Terni? l'Abruzzo con L'Aquila?), oppure i comuni dell'ex provincia di Rieti si rapporteranno direttamente con la regione Lazio, senza aver nessun intermediario provinciale? Misteri che rimangono ancora senza risposta.

Ora, ipotizziamo che la provincia di Rieti sia abolita. Per compiere dei giudizi di apprezzamento, è necessario valutare quali saranno i passi ulteriori. Se non ci sarà nessuna estensione di provincia o regione contigua, ed i poteri e competenze delle province verranno direttamente passati alle regioni e ai comuni, potrebbe nascere un vantaggio per il nostro comune. Se ipoteticamente le competenze in materia ambientale, in materia energetica, scolastica, passassero ai comuni, non avremmo più bisogno di sentire il parere provinciale per gestire i nostri affari in quei settori. Se invece quelle competenze passassero alla Regione, non vedrei nessun vantaggio per Magliano, ed allora sarebbe più conveniente che non abolissero la provincia. Ma se per caso l'abolissero, si potrebbe pensare di passare sotto il cappello di un'altra provincia (o Regione) diversa: Terni in Umbria, o al limite Viterbo (se i problemi per il cambio di regione fossero troppo grandi).

Ulteriori problematiche le solleva il presidente della nostra provincia Fabio Melilli: "La cosa più divertente di questa vicenda è che, scomparendo Isernia e Matera, il Molise e la Basilicata diventeranno Regioni che coincidono con la Provincia. Per quanto riguarda la provincia di Rieti aspettiamo con ansia che il Governo ci spieghi, visto che dovrà sparire la provincia di Roma, se dobbiamo essere accorpati a Terni, a L'Aquila, o ad Ascoli e in quale Regione finiremo. I nostri 500 dipendenti dove vanno a lavorare a Terni? E tutti gli altri enti che fine fanno? Che senso ha avere il prefetto di una provincia che non esiste? Allo stesso modo il comando dei carabinieri o la questura, che fine fanno?"
Insomma, i problemi ci sono. Aspettiamo ulteriori chiarimenti governativi per saperne di più. Non c'è dubbio che ne riparleremo a breve.

Niccolò

Ne parla anche La Repubblica con l'articolo: "Rieti, Rivolta bipartisan per salvare la provincia"

4 commenti:

Edoardo Poeta ha detto...

http://www.plurale.net/?p=1158

francesco sabbatini ha detto...

Davvero interessanti entrambi gli articoli...
Certo il passaggio fatto cosi da un giorno all'altro sarebbe sicuramente pieno di imprevisti e conseguenze spiacevoli, ma vorrei fare una considerazione partendo anche da quanto detto da Edoardo...ma la provincia di rieti che dovrebbe sparire è mai esistita oltre che come entita amministrativa come entità che accumuna popoli che abitano nel raggio di 100 km gli uni con gli altri?

sabinamente ha detto...

Partendo da una notiza letta su mediavideo, nella quale si dava 60 giorni di tempo ai comuni per scegliere la nuova provincia ho trovato uno stralcio nel quale veniva detto che la provincia da scegliere doveva torvarsi all'interno di quelle della propria regione. Sarebbe a dire che passiamo dalla padella alla brace.
franz

sabinamente ha detto...

Partendo da una notiza letta su mediavideo, nella quale si dava 60 giorni di tempo ai comuni per scegliere la nuova provincia ho trovato uno stralcio nel quale veniva detto che la provincia da scegliere doveva torvarsi all'interno di quelle della propria regione. Sarebbe a dire che passiamo dalla padella alla brace.
franz

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