Riportiamo due articoli apparsi sul Corriere di Rieti rigurdanti da vicino ciò che ruota attorno alla nostra comunità.
MAGLIANO SABINA - NESSUN AUMENTO PER LE TASSE COMUNALI
Seduta di consiglio di cinque ore per approvare il bilancio di previsione. Perizia tecnica definisce a rischio statico le scuole elementari.Cinque ore di riunione e un tavolo consiliare al gran completo: si è svolto così il consiglio comunale di lunedì scorso. Tanti gli argomenti importanti e due novità sulle poltrone rosse di Palazzo Vannicelli: il nuovo assessore al Bilancio Mafalda Boccoli e la nuova veste dell'ex consigliere del gruppo Rinnivamento democratico, che siederà in Comune in qualità di rappresentante di un non meglio precisato gruppo misto. In apertura Rinnovamento democratico è di nuovo tornato a criticare il mancato rispetto delle norme che regolano il deposito degli atti del consiglio. "Ancora una volta abbiamo dovuto far affidamento sui dipendenti comunali che ci hanno aiutato", per di più, denunciano sempre i consilieri di Rd, l'ordine del giorno non sarebbe stato definito a seguito di un confronto con i capigruppo, come invece il regolamento prevede. "Mi impegnerò anch'io personalmente affinché ciò non accada più", è stata la risposta dell'assessore Antonello Ruggeri. "Non siamo seduti in consiglio per alzare e abbassare le mani - ha detto il capogruppo di Rd, Francesco Urbanetti - per il bilancio si poteva cercare un maggior confronto". Nell'ordine il primo tema affrontato riguardava l'impegno del Comune per uno studio di prevenzione antisismica, momento in cui il sindaco ha anche portato a conoscenza dei risultati della perizia effettuata all'immobile delle scuole elementari dalla quale è risultato che l'edificio, oltre a mancare dei requisiti antisismici, è stato valutato a rischio statico. Unanimità anche per il secondo punto: l'atto costitutivo del centro commerciale naturale. Terzo punto "boigottato" invece da Rinnovamento democratico: in questione l'alienazione di un immodile in via della Repubblica donato attraverso un lascito al Comune e del valore di circa 30mila euro. Il sindaco ha illustrato come quella somma sarà utilizzata per sistemare un locale sopra il supermercato Eurospin che sarà messo a disposizione delle associazioni culturali locali. "Il nostro no non è nel merito - ha spiegato Di Basilio - ma perché tale delibera non ci è stata fatta visionare nei tempi stabiliti dal regolamento". A questo punto si è entrati nel merito del bilancio, primo tra tutti il piano triennale delle opere pubbliche. Il programma è stato illustrato dall'assessore Ruggeri. Tra i punti di maggiore interesse la realizzazione di un impianto fotovoltaico da un megawatt (3milioni e 800mila euro), la realizzazione di un asilo nido (568mila euro) e di una "piscina a cinque stelle" (250mila euro) presso la pineta comunale, opera sulla cui ubicazione i due gruppi non sono d'accordo. Invariate resteranno invece l'Ici e l'addizionale Irpef, punto votato all'unanimità. Si scalda il clima quando invece si passa a parlare dell'azienda municipalizzata. "Ci sono punti poco chiari che denotano confusione di gestione - ha detto il consigliere d'opposizione, Giovanni Pagani - nell'inquadramento delle lavoratrici della casa alloggio e sul riconoscimento delle qualifiche. Su questo punto è in atto una trattativa sindacale ed è giusto che i partiti facciano un passo indietro. Azienda e parti sociali stanno trattando e nessuno si deve immischiare. Voteremo no per l'incompletezza della relazione". Proprio su questa decisione si sono alzati i toni, momento in cui la maggioranza ha accusato i consiglieri di Rd di agire per partito reso e non avere a cuore le sorti dei lavoratori e che il loro no, nella sostanza se appoggiato da altri, significherebbe mettere in serio rischio l'Ams. "Un'azienda non può presentare una relazione in modo così poco chiaro al suo unico socio", hanno ribattuto. Secco no anche al bilancio di previsione. "Con convinzione votiamo no", ha concluso il capogruppo Francesco Urbanetti. E le perplessità riguardano davvero un po' tutti i settori
“CAPIRE CHE FINE FANNO I BENI DELLA CHIESA VENDUTI"
“CAPIRE CHE FINE FANNO I BENI DELLA CHIESA VENDUTI"
“La Sabina” in campo"
“Se parliamo di ambiente, ci dicono che vogliamo farci pubblicità, se parliamo di sicurezza per i cittadini, ci dicono che è tutto a posto e lo facciamo per essere visibili, se parliamo di affreschi che non si trovano più e che avrebbero dovuto avere una assicurazione, ci dicono che ce l'abbiamo con la chiesa, allora se facciamo gli interessi della comunità, come anche don Filippo dice di fare sull' articolo comparso il Primo maggio sul Corriere di Rieti, cosa ci diranno". E' l'interrogativo che si sono posti in questi giorni i componenti dell'associazione ambientalista “La Sabina territorio e ambiente”, spesso al centro di accadimenti di cronaca e che, questa volta, cercano risposte riguardo ad alcuni affari di Chiesa. "E' tutto vero quello che scrive don Filippo Di Fraia, parroco di Magliano Sabina, sulla storia degli affreschi spariti dalla chiesa di San Pietro: la comunità ha subito un danno e per questo deve essere risarcita per la perdita con altri due dipinti di pregio - proseguono gli ispettori ecologici riprendendo parte di una lettera che il parroco di Magliano ha inviato proprio nei giorni scorsi alla Soprintendenza -. Ma quando un bene della comunità viene venduto dal parroco, o dato in comodato d'uso, o alienato da parte della chiesa, che fine fanno quei soldi? Ci sono moltissimi esempi a Magliano, dalla chiesa di Sant'Antonio, alla chiesa di San Giovenale, al convento del Giglio, tutti gli incassi di queste vendite e di altri lasciti, dove sono finiti? Non di certo sulla comunità o sui fedeli di Magliano - affermano - che rischiano anche di vedersi cadere qualche tegola o addirittura campanili interi in testa, visto che il rappresentante della parrocchia di Magliano, non fa neanche i lavori di manutenzione. Quindi - affonda l'associazione, facendosi interprete di una parte di quei maglianesi che in essa si riconoscono - allo stesso modo della perdita degli affreschi per la quali i cittadini hanno subito un danno e giustamente il parroco chiede un risarcimento, così i cittadini chiedono un risarcimento per la perdita di Sant’Antonio, San Giovenale e il convento del Giglio. Per mettere in piedi chiese o attivare restauri, chiedono soldi alla comunità; quando si vende un bene la comunità non si sa nulla. Non fila. Scherzi da preti verrebbe da dire"
“Se parliamo di ambiente, ci dicono che vogliamo farci pubblicità, se parliamo di sicurezza per i cittadini, ci dicono che è tutto a posto e lo facciamo per essere visibili, se parliamo di affreschi che non si trovano più e che avrebbero dovuto avere una assicurazione, ci dicono che ce l'abbiamo con la chiesa, allora se facciamo gli interessi della comunità, come anche don Filippo dice di fare sull' articolo comparso il Primo maggio sul Corriere di Rieti, cosa ci diranno". E' l'interrogativo che si sono posti in questi giorni i componenti dell'associazione ambientalista “La Sabina territorio e ambiente”, spesso al centro di accadimenti di cronaca e che, questa volta, cercano risposte riguardo ad alcuni affari di Chiesa. "E' tutto vero quello che scrive don Filippo Di Fraia, parroco di Magliano Sabina, sulla storia degli affreschi spariti dalla chiesa di San Pietro: la comunità ha subito un danno e per questo deve essere risarcita per la perdita con altri due dipinti di pregio - proseguono gli ispettori ecologici riprendendo parte di una lettera che il parroco di Magliano ha inviato proprio nei giorni scorsi alla Soprintendenza -. Ma quando un bene della comunità viene venduto dal parroco, o dato in comodato d'uso, o alienato da parte della chiesa, che fine fanno quei soldi? Ci sono moltissimi esempi a Magliano, dalla chiesa di Sant'Antonio, alla chiesa di San Giovenale, al convento del Giglio, tutti gli incassi di queste vendite e di altri lasciti, dove sono finiti? Non di certo sulla comunità o sui fedeli di Magliano - affermano - che rischiano anche di vedersi cadere qualche tegola o addirittura campanili interi in testa, visto che il rappresentante della parrocchia di Magliano, non fa neanche i lavori di manutenzione. Quindi - affonda l'associazione, facendosi interprete di una parte di quei maglianesi che in essa si riconoscono - allo stesso modo della perdita degli affreschi per la quali i cittadini hanno subito un danno e giustamente il parroco chiede un risarcimento, così i cittadini chiedono un risarcimento per la perdita di Sant’Antonio, San Giovenale e il convento del Giglio. Per mettere in piedi chiese o attivare restauri, chiedono soldi alla comunità; quando si vende un bene la comunità non si sa nulla. Non fila. Scherzi da preti verrebbe da dire"
Sara Pandolfi
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