martedì 25 maggio 2010

Magliano entra al "Campiello" per mezzo di Cencelli

dal sito de "Il Corriere di Rieti"

Magliano Sabina, attraverso il conte Valentino Orsolini Cencelli, entra tra i finalisti del “Campiello” per il libro “Canale Mussolini” dello scrittore “fascio-comunista” Antonio Pennacchi (Mondadori, 455 pagine, 20 euro). Quel canale è stato un po’ ciò che la spina dorsale è per la persona: regge tutto e senza di esso nulla è stato possibile perché le Paludi pontine venissero prosciugate e rese terra fertile. Dal libro emerge con chiara forza operativa e “grinta” sociale il conte maglianese Orsolini Cencelli. Presidente dell’Opera nazionale combattenti a cui il governo fascista aveva affidato la ciclopica opera di abbattere la zanzara anofele attraverso il prosciugamento soprattutto della vasta area della Piscinara, il maglianese Cencelli si trovò a rappresentare quel fascismo “sociale” che tagliò la strada a quei Consorzi che dicevano sì alla bonifica ma in senso di tornaconto capitalistico. Fu Cencelli che ostacolò tale manovra in quanto “quelle terre debbono essere date gratuitamente ai contadini”. Il bel libro di Pennacchi ricostruisce una storiografica sullo sfondo di un pararomanzo che ha per fondale quell’”agrarismo” padano dove, recitando a soggetto, avvenivano i primi tragici confronti tra il liberismo classista in mano ai socialisti e le prime squadre d’azione di un fascismo “d’ordine” non ancora “regime”. Pennacchi, con una magistralità metagiornalistica, descrive l’esodo di queste turbe affamate di terra e di lavoro che, facendo pensare alla famiglia Joad di ”Furore”, compie il viaggio dalle zone del Veneto all’Agro pontino e quindi, attraverso la descrizione della famiglia Peruzzi, tutto il lavoro di bonifica il cui esito positivo ruota tutto intorno a quel canale e quindi la fioritura di città nuove dove prima non era altro che malaria, fame e morte: Littoria, Sabaudia, Pomezia ed altre. E se i Peruzzi e dintorni si portavano dietro le ingiustizie del Ferrarese (tipica la perdita di tutto per la crisi del ’29 che si risolse a favore dell’agrario Zorzi Vida), laggiù nel Pontino altri agrari non è che lasciassero fare: la descrizione della principessa Caetani è presa a simbolo dal Pennacchi. E quindi, accanto al nome di Orsolini Cencelli (il cui “dispotismo” se necessario nella organizzazione della prima parte della immensa impresa costituiva un gratuito in più nella fase del realizzato quando non c’era che da tirare i remi in barca). Quesito: ma perché il Reatino è descritto come “un paese di pecore e montagne”? Boh!

Ajmone Filiberto Milli

2 commenti:

francesco sabbatini ha detto...

<span>Dal libro Il fasciocomunista di Pennacchi è tratto il film capolavoro "Mio fratello è figlio unico" di Daniele Luchetti. Film che vede la magistrale interpretazione di Elio Germano e Vittorio Emanuele Propizio nei ruoli di Accio Benassi in diverse fasi di età... in tale film si scorge una lapide che riporta il nome del Conte Valentino Orsolini Cencelli. Ho trovato il fotogramma su youtube e lo riporo qui sotto.</span>

francesco sabbatini ha detto...

<span>Dal libro Il fasciocomunista di Pennacchi è tratto il film capolavoro "Mio fratello è figlio unico" di Daniele Luchetti. Film che vede la magistrale interpretazione di Elio Germano e Vittorio Emanuele Propizio nei ruoli di Accio Benassi in diverse fasi di età... in tale film si scorge una lapide che riporta il nome del Conte Valentino Orsolini Cencelli. Ho trovato il fotogramma su youtube e lo riporo qui sotto.</span>

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