sabato 27 marzo 2010

Uova al negozio italiano a New York

"Ieri sera il negozio italiano "Italian Food For You" di Toni Merlucci ha subito un attacco ingiustificabile da parte di qualche razzista americano. Cordoglio e vicinanza da parte di tutta la comunità italiana d'oltreoceano. Conosciamo gli americani e sappiamo che ci hanno accolto a braccia aperte. Ci rivolgiamo solo a quelle frange che non capiscono che noi vogliamo soltanto convivere insieme".

Potrebbe essere questa la storia che avremmo vissuto cento anni fa. Oggi le parti sono differenti; ma la nostra considerazione dell'accaduto è sempre la stessa. Segue la storia vera.

Niccolò


C'è del marcio a Magliano? Di sicuro delle uova, lanciate contro la saracinesca del negozio di gastronomia rumena appena aperto in viale XIII giugno. E la sensazione è di schifo. Ma non per il cattivo odore che promanava ieri - stando al racconto della brava Raffaella Di Claudio su Il Messaggero - dalle serrande del locale aperto lo scorso 19 marzo. Bensì il ribrezzo viene verso quegli imbecilli (sì, imbecilli) che hanno dimostrato di essere fuori dalla storia. Già, perché Magliano Sabina, nel suo essere crocevia di culture e di passaggi da sempre, mai ha avuto un approccio intollerante verso gli "altri". Se poi si aggiunge che questi "altri" sono esattamente come noi, i "nuovi cittadini" (la popolazione è arrivata a 3.920 residenti e non certo per gli autoctoni), l'atto rasenta il demenziale.E' interessante sottolineare, poi,  che la manifestazione di disprezzo ed ostilità passi proprio per il cibo. Una recente inchiesta a firma di Maurizio Mola, pubblicata da Incontri nella sua versione cartacea, ha dimostrato come le tavole dei maglianesi difettino di una cucina propriamente "tradizionale": il prodotto tipico è dato dalla somma di diverse provenienze gastronomiche, da quella romana per arrivare a quella umbra. Una pluralità che è ricchezza. D'altronde se si fa il raffronto con solo 20 o 30 anni fa - quando "esotici" erano uno wurstel, il ketchup o il kiwi - si consumano cibi che neanche avremmo mai immaginato. Lardo di Colonnata?Cous-cous? Lo speck? Mi sembrava esotico da ragazzo lo zampone di Modena, figurarsi il pane di Altamura o addirittura il kebab. Insomma, se fosse un atto per dimostrare un attaccamento alle tradizioni alimentari - che certo voglio sperare non siano fatte per questi imbecilli (sì, imbecilli) di uova marce - non posso allontanare da me l'immagine di chi cerca di arginare con un dito l'acqua che esce dall'idrante. Il mondo sta cambiando. E non solo nella direzione di un Cbo da McDonald's.
I rumeni, va detto, sono popolo eterogeneo ed insieme orgoglioso della propria identità: può sembrar bizzarro, ma anche noi italiani quando emigravamo facemmo lo stesso quanto meno per gli spaghetti. Si fanno arrivare i loro giornali in edicola. Quando possono, esaltano le loro tradizioni gastronomiche (con alterne fortune di mercato). Nel contempo vivono con noi, condividono le nostre feste e le nostre tristezze. Vivono con noi. Anzi sono - e forse questa sarebbe una grande scoperta per certi imbecilli (sì, imbecilli) - esattamente come noi: sono esseri umani.

Edoardo Poeta

4 commenti:

andrea ballanti ha detto...

Eh Si' caro Edoardo..."imbecilli" e' sicuramente in questo caso l'aggettivo piu' consono e l'accaduto e' grave in un contesto piu' piccolo come il nostro.
Proprio l'altro giorno incuriositi eravamo andati a vedere che tipo di prodotti vendessero...e abbiamo acquistato dei prodotti loro (tra l'altro anche buoni).
Spero davvero che questi fenomeni siano sempre piu' rari fino a sparire...

francesco sabbatini ha detto...

ho letto un commento interessante di lorenzo ballanti, e mi associo alla voce comune della matrice ideologica del gesto:ossia il partito degli imbecilli.

Mau A ha detto...

Mi associo vivamente sia all'articolo di Edoardo che ai relativi commenti, vorrei aggiungere però un'ulteriore sfumatura: questo è il palese esempio di razzismo gratuito e del tutto immotivato (anche se in realtà, il razzismo è sempre gratuito e immotivato). Allora, se gli immigrati romeni non lavorano, l'opinione pubblica li vede come dei fannulloni che si accostano progressivamente al mondo criminale; se invece decidono di rimboccarsi le manice, esplorando con impegno il difficoltoso contesto lavorativo, la gente è convinta che rubino i nostri spazi e diritti. A questo punto la domanda è la seguente: cosa c...o vogliono gli italiani? In realtà non lo sanno neanche loro, poiché dispongono di una cultura che non va oltre un panino al prosciutto; riescono solamente ad utilizzare un odio che non proviene neanche dalla propria indole, bensì da una società strutturata per confondere gli individui più deboli (sopratutto mentalmente). Tuttavia, il punto della questione riguarda il fatto che non possiamo assolutamente sentirci migliore di qualsiasi altro popolo, poiché sarebbe ridicolo pensare di poterlo credere dato che rappresentiamo (oggi) uno dei peggiori popoli del mondo (mafia, corruzione, tv spazzatura, disoccupazione, inquinamento, ecc.), perciò, pensiamo ad analizzare tutti i panni sporchi, lisi, miasmatici ed insanguinati che circolano nelle nostre case prima di puntare il dito contro gli altri.

massimo rosi ha detto...

forse dovrebbero cercarsi un lavoro vero anche quelli che hanno tirato queste uova, così forse hanno qualcosa di serio da fare piuttosto che "disturbare" chi cerca di farsi largo nella società lavorando.. e ricordiamoci che ci sono migliaia di negozi in giro per il mondo che portano la bandiera italiana!!

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