lunedì 8 marzo 2010

Riceviamo e pubblichiamo

"A proposito di rispetto delle regole"

Lo sport preferito da molti candidati e non solo, nel periodo elettorale e non solo, è quello di “impiastrare” cassonetti per la raccolta dell’immondizia, campane per la raccolta vetro, pensiline per le fermate del trasporto pubblico urbano, muri di case private ed impianti pubblicitari privati. Sembra quasi che questo comportamento sia divenuto la normalità.
Penso che essi conoscano bene la legge 212/1956, la legge130/75, il D.L.vo 507/93 e successive modifiche e integrazioni che regolano la propaganda elettorale, si continua comunque ad imbrattare e nessuno ha niente da dire.
In molti casi sono state ricoperte anche le locandine, appositamente attaccate nei cassonetti dall’Azienda Sevizi Municipalizzati, che dettano le regole per il conferimento, tutto normale?
L’ articolo 2 della legge 212/1956 prevede che i comuni tra il 33° ed il 30° giorno precedente quello fissato per le elezioni sono tenuti a stabilire, in ogni centro abitato superiore a 150 abitanti, speciali spazi per l’affissione dei manifesti, questo è stato fatto? E quando si farà?
Le amministrazioni comunali sono tenute a provvedere alla de-fissione dei manifesti affissi fuori dagli spazi autorizzati, nonché a rimuovere ogni altra affissione abusiva ovunque effettuata, ed ancora, sono tenute ad oscurare le affissioni a pagamento effettuate prima dell’inizio della campagna elettorale.
Le spese sostenute dai Comuni per la rimozione di propaganda elettorale sono a carico esclusivamente dell’esecutore materiale dell’illecito, e siccome l’esecutore non verrà mai trovato si metteranno le mani nelle tasche dei contribuenti.
Questi comportamenti sono normali? La legge è stata fatta per essere trasgredita? Le istituzioni perché non si attivano? Insomma tanti perché che resteranno, secondo il sottoscritto, sempre perché.

Sauro Casciani

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