sabato 27 marzo 2010

No, non siamo morti

Il post "La fine dei blog" ha scatenato, come era facile attendersi, un vespaio di polemiche e commenti. Non vorremmo esagerare ma a dissentire da questa affermazione sono almeno il 99% dei lettori e dei blogger locali. Noi compresi. Già, perchè fare una riflessione sul ruolo dei blog è una cosa, liquidarli dicendo che sono morti è un'altra. Sono un'enormità le cose che vengono in mente e cercare di dare un ordine non è facile. Innanzitutto dire che i blog sono finiti usando un blog è alquanto incoerente, un pò come chi si lamenta della censura dalle prime pagine di un giornale. Inoltre, viene subito da pensare: quando c'era Lini ci diceva che i blog non li leggeva nessuno, adesso sul blog di uno dei principali soggetti politici che compongono la maggioranza leggiamo che i blog sono morti. Non sarà forse che la tolleranza alla critica è inversamente proporzionale all'essere in maggioranza?

Da queste pagine abbiamo sempre cercato di fare della critica seria e abbiamo sempre cercato di dare spunti di riflessione. E cosi continueremo a fare. E dunque anzichè dire che i blog sono morti, si potenzi la comunicazione via web con il cittadino, si rinnovi il sito internet, e si dia una risposta a quella proposta da noi postata ieri sull'utilizzo di mail certificate per risparmiare sull'invio di cartaceo.

Non ci si deve mai comportare di conseguenza agli altri, ma avere sempre una propria linea e portare avanti un programma. Se nel blog ci sono anonimi che hanno il solo scopo di insozzare, non è per darla vinta a costoro che si deve decreatere la fine dei blog, altrimenti questa gente avrà vinto. Bisogna prendere delle mosse serie contro chi tenta di insudiciare questi luoghi non rimuovendo il luogo stesso ma migliorandolo, creandoci attorno nuovi servizi, come abbiamo fatto in questi anni e come vorremmo fare in futuro creando la mail list, una bacheca virtuale e non, avendo una sede stabile.

Inoltre, il blog deve essere un'estensione virtuale della comunità reale. Non deve essere un luogo dove creare comunità virtuali di avatar con a capo lo sciamano di turno, ma l'esatto contrario: un luogo dove scambiarsi opinioni, critiche aspre e controbattere ma tra persone che poi sono tali anche nella vita.

Tutti coloro che frequentano i blog locali si saranno, si sono, e si arrabbieranno in futuro per quanto trovano scritto, magari da gente senza palle che ti offende dalla tranquillità del suo anonimato. Ma se chiudiamo baracca e burattini per questo motivo allora si che il blog è morto; ma è morto perchè ha perso l'idea che ha portato molti concittadini, dalle più disparate vedute, a mettersi in gioco e creare un profilo virtuale, rispondente a ciò che si è realmente nella vita.

4 commenti:

Magliano Insieme ha detto...

Forse il senso del nostro post è stato travisato. Oppure, più semplicemente, non siamo riusciti a farci capire. In quel post si voleva solo far emergere un fatto: è stato raggiunto un limite o il limite. Per farlo abbiamo usato una provocazione. Il blog come mezzo ha <span> </span>sicuramente ancora delle potenzialità informative e formative. Purtroppo qualcuno ne abusa e a volte, anche spesso, lo utilizza per altri scopi. Ovviamente con la complicità di noi gestori che non abbiamo il tempo necessario per lavorarci, perchè non investiamo qualche Euro su piattaforme più professionali ecc. Resta la realtà dei fatti. A Magliano esiste un blog ogni 300 abitanti circa. A frequentarli siamo circa 70, a scriverci qualche decina, a rovinare tutto 3 o 4 persone. Questo è il limite, tutto qua. Nessun plauso quindi e nessuna gioia se qualcuno abbandona, nessuna soddisfazione per questa <span> </span>situazione, ci mancherebbe altro. Solo una semplice presa d'atto e negarla significherebbe non vedere la realtà. Che poi chi è arrivato per ultimo strumentalizzi anche questo dimostra solo che ha copiato il peggio che poteva. Ma ognuno a casa sua è libero di non pulire i vetri delle finestre. Così può sempre dire che il bucato dei vicini non è pulito.

Edoardo Poeta ha detto...

«<span>A Magliano esiste un blog ogni 300 abitanti circa. A frequentarli siamo circa 70, a scriverci qualche decina, a rovinare tutto 3 o 4 persone. Questo è il limite, tutto qua». E questo sarebbe il "limite"? I blog non sono il web, ma una parte. Come la realtà ed il web non sono separate, ma estensione reciproca e luoghi osmoticamente legati. Proviamo a trasporre allora: sono circa 70 i maglianesi che discutono? Sono 3 o 4 a rovinare tutto?</span>

Magliano Insieme ha detto...

Chi ha mai detto che i blog sono il web? Di blog si parlava e soprattutto di quelli Maglianesi. A costruire servono tempo e tante persone, a distruggere basta pochissimo.

Edoardo Poeta ha detto...

Evidentemente ho peccato di eccesso di sintesi. Sostenete che i blog per come si sono sviluppati a Magliano sarebbero a capolinea. A dimostrarlo - avete argomentato - ci sarebbe la sospensione di quello di Incontri (e di altri che si sarebbero persi per strada). Ho cercato di dire che, ad onor del vero (e risparmiandovi tomi di studi massmediologici, non mi sembrava proprio il caso), che i blog non sono finiti: come tutti i mezzi di comunicazione si trasformano e si sono trasformati rispetto a quella semplice bacheca fatta di botta e risposta. Quel modello non è in crisi per la semplice ragione che non esiste più... è un pezzo del web.
La grande conversazione in rete nata nei blog, sui giornali, via YouTube, su Twitter si allarga anche a Facebook, le proposte trovano spazio nella timida sperimentazione di WikiMagliano, i cellulari possono diventare strumento di sviluppo turistico con i semacode o QR (tanto che se andate a vedere Caravaggio a Roma li troverete sotto i quadri al posto delle schede descrittive, al solito incontri è andato "avanti"). In questo contesto veder sospeso (non chiuso, il verbo usato assieme al changing room) incontri [cc] non necessariamente prelude alla fine dell'esperienza, ma anche ad una sua trasformazione. E francamente aver preso la palla al balzo per dire che siamo alla fine dei blog mi pareva e mi pare ancora esagerato.
Quanto ai vandali, ok ci sono, ma essi non appartengono solo al mondo della rete. Mi viene il ragionamento di quanti dicono che bisogna preparare i bambini ai pericoli del web. Giusto, ma bisogna anche prepararli a quelli della vita e del mondo di tutti i giorni. Nel confronto dialettico e politico quanti ne avete trovati che insultano o "non ragionano" o provocano? Credo un numero pari a quanti sostenete essere coloro che mandano all'aria la fatica di tener in piedi un blog. Al che, dove sta la differenza? Mondo reale e virtuale sono interconnessi da una serie di relazioni - mediate o meno - tutti entrano nel web. Ed alle soglie della trasformazione che subirà Magliano con l'arrivo dell'Adsl dire che i blog sono finiti, hanno esaurito la loro spinta, sono un capitolo chiuso insomma, mi sembra quanto meno poco "previdente".

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