lunedì 13 luglio 2009

Terrore in villa, il racconto di Toni.

La rapina a Chiorano di Magliano ricorda quella ai danni dei coniugi Ciurlanti di Amatrice.
“Ci hanno buttato giù dal letto e hanno cominciato a picchiarci”.

Un racconto lucido e drammatico insieme quello dell’imprenditore maglianese Benito Toni che, davanti alle telecamere del TG1, ha ripercorso gli attimi di terrore seguiti all’irruzione di quattro malviventi nella sua villa in vocabolo Chiorano, nella periferia di Magliano Sabino, nella notte tra venerdì e sabato. “Ci hanno buttato giù dal letto - ha raccontato il commerciante di auto con il volto segnato ancora dalla ferocia di quella notte - e hanno cominciato a menarci. Volevano i soldi e ci picchiavano. Non chiedevano altro che di avere i soldi. A quel punto gli abbiamo dato i 5300 euro che tenevamo in casa, ma volevano altro. Allora gli abbiamo consegnato la borsa dell’oro. Ma niente, cercavano la cassaforte e ci chiedevano dove la nascondessimo. A quel punto hanno caricato il fucile e ce lo hanno puntato addosso. Solo quando si sono resi conto che in casa non avevamo alcuna cassaforte sono fuggiti via”. Sono da poco passate le 2 di notte quando quattro malviventi, tutti stranieri, sembra, si introducono nell’abitazione dell’imprenditore dopo aver forzato una finestra. Hanno il volto coperto e uno di loro è armato di pistola. Svegliano immediatamente i padroni di casa: insieme all’imprenditore ci sono sua moglie Gina, 69 anni, e il figlio Aldo, di 43. Un risveglio drammatico per la famiglia Toni, con il padre e il figlio pestati selvaggiamente (il primo è stato prima accompagnato all’ospedale Marini di Magliano dove il personale medico gli ha riconosciuto una prognosi di 21 giorni e poi al Santa Maria di Terni per una Tac; il secondo è stato gravemente ferito all’occhio). Solo alla donna, in evidente stato di choc all’arrivo dei carabinieri, è stata risparmiata tanta ferocia. Prima di fuggire, i rapinatori hanno rinchiuso la famiglia in una stanza, dopo aver immobilizzato marito, moglie e figlio con del nastro isolante, e staccato i fili del telefono, guadagnando così vantaggio sulle forze dell’ordine chiamate solo quando il figlio Aldo è riuscito a liberarsi. La rapina di Chiorano, area isolata a due passi dall’autostrada, fa seguito a diversi episodi delinquenziali, furti soprattutto, agevolati proprio dalla tranquillità della zona. Mai però, a memoria di cronisca, si era registrato un fatto tanto grave in Sabina. Che fa il paio con un’altra rapina, altrettanto violenta, quella messa a segno il 16 settembre del 2008 nei pressi di Amatrice, in località Scandarello, dove quattro delinquenti, tutti stranieri e a volto scoperto, si introducono all’una di notte nell’appartamento dei coniugi Ciurlanti che riposano in camera da letto. Prima picchiano l’uomo, colpendolo con pugni al volto, lo legano e lo imbavagliano; poi è la volta della donna, presa a schiaffi e, anche lei, legata e imbavagliata. Dopo due ore si dileguano nella notte con un bottino di 3mila euro. Sulle tracce della banda, specializzata in rapine in villa e in abitazioni isolate del Centro Sud d’Italia, si mettono immediatamente i carabinieri del reparto operativo di Rieti: un mese e in manette finiscono quattro componenti la banda - tutti stranieri -, detta del “mucchio selvaggio”, cui si aggiunge poi un quinto elemento; nell’aprile successivo il rinvio a giudizio fino alla condanna, nel maggio scorso, con pene dai 4 ai 5 anni di reclusione.

1 commenti:

SOSTENITORE ha detto...

Solidarietà alla famiglia Toni Benito quei pezzi di merda sarebbe di aprirgli il c.....

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