martedì 4 agosto 2009

Piano ospedaliero della Regione Lazio: Marrazzo non firma e rimanda la decisione a settembre

Ancora reazioni e dubbi sul piano di riordino ospedaliero nel Lazio. Piero Marrazzo, dopo il vertice di ieri in Regione con i rappresentanti di Comuni e Province, ha spiegato il suo no alla firma della bozza del piano, e ha spostato il tavolo tecnico con il Governo – fissato al 6 agosto –, ai primi di settembre. La bozza, preparata dal sub-commissario alla Sanità Mario Morlacco, lascia perplesso e preoccupato il governatore: Marrazzo sa che la riorganizzazione si deve fare, ma – ha aggiunto – “senza pregiudicare l'assistenza delle province”; ciò che più conta, poi, è che il documento non è piaciuto né agli enti locali, ma neanche a Palazzo Chigi. Ai primi perché trasformerebbe gli ospedali e ridurrebbe l'offerta dei servizi; all'esecutivo nazionale perché i tagli annunciati sarebbero invece troppo pochi. Tra i provvedimenti contenuti nel testo è previsto il risparmio di 100 milioni di euro, da raggiungere mediante il taglio di 140 primari, la riduzione di 750 posti letto complessivi, e la riorganizzazione nelle province di 16 piccoli ospedali, come Amatrice, Magliano Sabina e Tarquinia, da riconvertire in ambulatori, residenze e presidi territoriali per malati cronici. La loro chiusura, così come auspicata invece dal Governo, “sarebbe un colpo durissimo alla sanità pubblica”, fa notare Esterino Montino. Inoltre, secondo i vertici della Regione, la chiusura dei piccoli ospedali sguarnirebbe completamente intere zone di strutture assistenziali. E così, proprio mentre il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, ha decretato il “lutto cittadino”, il Presidente della Regione ha deciso di non firmare e di aprire un confronto con gli enti territoriali affinché elaborino le loro proposte da inserire nel piano, che verrà presentato ufficialmente al Governo tra un mese almeno.

Della notizia ha dato per primo informazione il blog di incontri

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