venerdì 4 marzo 2011

Shock sul secessionismo maglianese. Referendum a rischio!

da "Il Giornale di Rieti"

Magliano Sabina. Il sindaco a sorpresa: referendum a rischio


La doccia fredda dopo la decisione del Consiglio dei ministri. Il referendum (fissato al 15-16 maggio) per il passaggio del Comune di Magliano Sabina dal Lazio in Umbria è a forte rischio. 

A spiegarne i motivi, all'agenzia Dire, il sindaco del comune laziale, Alfredo Graziani: «Il fatto che si siano schierate tutte le forze politiche contro questa nostra iniziativa ci sta facendo un po' perdere la tranquillità e la sicurezza. Non ci sarebbero problemi sul vincere il referendum, anche con largo margine, ma poi deve seguire una legge che prima fa la Camera e poi deve passare al Senato, la normativa non prevede dei termini precisi e se non abbiamo almeno una forza politica che si faccia carico di questa istanza e si impegna a presentare una proposta di legge, c'è il rischio che uno resta così per 10 anni». 

Il tempo stringe e a breve dovrà arrivare la scelta definitiva: «Stiamo ragionando in questi giorni e il ragionamento dovrà concludersi entro la settimana prossima, se nell'interesse della collettività sia giusto ancora andare avanti o se conviene fermarsi. La riunione del consiglio di maggioranza la faremo lunedì sera e da quello che palo a oggi le percentuali sono 50 e 50». 

Ma in realtà «c'è oggettivamente una difficoltà nell'andare avanti verso una strada che porterebbe ad un interregno non si sa di quanti anni e a mettere a rischio 34 posti di lavoro. Non mi interessa il tornare indietro sui miei passi e pensare alla brutta figura fatta, io non voglio mettere a rischio un solo posto di lavoro di quei 34». 

Già, perché la Regione Umbria non sembra entusiasta di accogliere il nuovo arrivato e ha fatto presente alcuni rischi: «Non abbiamo nessuna garanzia e poi c'è la problematica dei lavoratori socialmente utili, noi ne abbiamo 34 senza i quali si fermerebbe la macchina del comune, sono andato a parlare con le istituzioni umbre e non ho avuto alcuna garanzia sul mantenimento di queste figure - continua il sindaco -. Ho un ultimo incontro col presidente della Regione Umbria ma vedo che l'atteggiamento bipartisan contro questo referendum si è esteso dal Lazio in Umbria».

Stretto in questa morsa viene spontaneo l'interrogativo "Chi glielo ha fatto fare?": «L'unica salvezza- risponde Graziani - era quella di staccarsi come provincia di Rieti dalla Regione Lazio. Noi speravamo in questo, visto che il presidente della Provincia aveva parlato della possibilità che tutto l'ente si staccasse per il discorso dei rapporti con Roma Capitale, dell'atteggiamento romanocentrico sia nella sanità che nelle opere pubbliche. La nostra è stata un'azione forte contro il decreto 80, che ha determinato la chiusura anche del nostro ospedale, sperando che tutta la Provincia se ne facesse carico, sarebbe stata tutta un'altra cosa. Adesso stando da soli, non lo so... Stiamo meditando».

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