martedì 28 ottobre 2008

L'ospedale Marini scenderà a 50 posti letto

Alla luce del nuovo articolo del Messaggero i documenti di Aprile che davano come imminente la chiusura anche dell'Ospedale Marzio Marini devono essere sottoposti a rettifica: senza posti letto rimarrà solo il Grifoni di Amatrice. Il Marini subirà comunque una contrazione a 50 posti letto.

dal sito de "Ilmessaggero.it"


Il “Grifoni” perde tutti i posti letto. Il Marini di Magliano scende da 70 a 50. Numeri invariati per il De Lellis.

di ANDREA BONANNI

Presentato ieri in Commissione sanità della Regione Lazio il Piano di rientro dal deficit e la riconversione della rete ospedaliera. Da una prima lettura della manovra 2009 messa a punto dal presidente della Regione e commissario ad acta alla sanità, Piero Marrazzo, l’ospedale provinciale De Lellis resterà il cardine dell’intera rete territoriale mantenendo così i suoi 386 posti letto. L’ospedale Marzio Marini di Magliano passerà da 73 a 50 posti letto per acuti, mentre a pagare il prezzo più alto, sarà il Grifoni di Amatrice, che in un solo colpo si vedrà azzerare tutti e 29 i posti letto oggi disponibili. Alla fine i 488 posti letto oggi a disposizione degli oltre 155mila residenti scenderanno entro il 31 dicembre del 2009 a quota 436, mentre l’indice regionale di posti letto per 1000 abitanti, come richiesto dal Governo passerà da 3,15 a 2,81.
Dunque, la proposta della Regione prevede per il Marini una riconversione in presidio territoriale di prossimità con 50 posti letto per acuti, ma anche 10 posti letto di degenza infermieristica, day service, poliambulatorio, nucleo Rsa e hospice (da valutare quantitativamente anche sulla base dei lavori di ristrutturazione in atto e dall’attività di dialisi - nel 2007 le prestazioni sono state 3.642). Diverso il discorso per il Grifoni. Il vuoto che inevitabilmente lascerà sul territorio montano e tra i residenti la soppressione in atto dei 29 posti letto per acuti, dovrebbe essere colmato, almeno secondo il Piano di rientro, con 10 posti letto di degenza infermieristica, day service e poliambulatorio. Attenzione, però, quest’ultimo aspetto resta da valutare dopo un anno di sperimentazione. Nel Piano presentato in commissione sanità si parla anche di posti letto di Rsa, ma per Rieti, al momento, non sembra prospettarsi nulla. I posti attesi in provincia, almeno secondo gli standard regionali dovrebbero essere 458. Se contiamo i 132 in corso di accreditamento (deliberazioni ancora non definite), il territorio reatino è sotto di almeno 326 unità. Appare evidente che il quadro che si sta determinando sulla provincia reatina, anche rispetto ad altre province, sembra orientato a una rimodulazione dei posti letto non particolarmente traumatica e comunque in linea con l’accordo dello scorso 19 settembre tra il manager Asl Bellini, il presidente della Provincia Melilli e il vicepresidente della Regione Montino. Un incontro a cui parteciparono anche i sindaci di Amatrice Fedeli e di Magliano Lini. Quest’ultimo, proprio a ridosso della presentazione della manovra 2009, torna a parlare del futuro dell’ospedale sabino. E i toni, nonostante il mantenimento dei 50 posti letto per acuti, sono tutt’altro che euforici.
«In questa fase va bene tutto - spiega Lini - ma ci aspettiamo che il Marini venga quanto prima potenziato. Nella pianta organica e nei servizi, alcuni dei quali già da alcuni anni in grave difficoltà. Oggi bisogna ripartire da questo Piano, per rilanciare l’ospedale sabino in un’ottica di sviluppo che la Asl reatina si è impegnata a intraprendere già dai prossimi mesi».

La Regione Lazio propone per la provincia di Rieti la riallocazione di 50 posti letto per acuti presso l’ospedale di Magliano Sabina, nell’ambito di un presidio ospedaliero unico integrato con l’ospedale di Rieti. Ma anche l’azzeramento della struttura montana di Amatrice con i suoi 29 posti letto per acuti che dal prossimo gennaio verranno sostituiti con un poliambulatorio in via sperimentale per un anno. Marrazzo decide di trasformare le due strutture sanitarie reatine in presidi territoriali di prossimità, lasciando al Marini la palma di ospedale per acuti, relegando invece il Grifoni ad un ruolo secondario di difficile interpretazione, soprattutto per il ruolo che l’ospedale dell’alta valle del Velino riveste in ambito locale. Qualche giorno fa il consigliere regionale di minoranza Antonio Cicchetti ha chiesto spiegazioni relativamente alla decisione di escludere il Grifoni di Amatrice dai benefici che altri ospedali nel Lazio (vedi quello di Subiaco) hanno ottenuto perché ritenuti dalla stessa Regione ospedali di montagna. Strano perché mentre Subiaco è a quota 408 metri, Amatrice si attesta a 955.

13 commenti:

Anonimo ha detto...

Non ci siamo, ma possibile dobbiamo essere ancora così, scusate il termine, citrulli?
leggete attentamente la seguente proposta della regione:
...La Regione Lazio propone per la provincia di Rieti la riallocazione di 50 posti letto per acuti presso l’ospedale di Magliano Sabina, nell’ambito di un presidio ospedaliero unico integrato con l’ospedale di Rieti.

Cosa vuol dire?
Che tutti i malati ad esempio, che "transiteranno" per Magliano e bisognosi di particolari cure, verranno trasferiti a Rieti e non più ad esempio a Terni, di fatto il ns ospedale diverrà una succursale di Rieti e fino a quando?....
I 50 posti letto sono davvero riservati a Magliano? ma non dovevano chiudere gli ospedali sotto i 90 posti letto?
è tutto un equivoco, tutto ben studiato a tavolino per prendere tempo (loro), per farci perdere tempo (a noi) cosicché quando presenteranno il tutto come già deciso, sarà impossibile poi tornare indietro.
Si è costituito in regione un comitato che avrà tempo fino al giorno11 Novembre per approfondire tutti gli aspetti per poter mettere a punto il cosiddetto piano di rientro, fino a quella data tutto potrà succedere ancora, sta a noi, soltanto a noi mobilitarci da subito convocando il nostro comitato per parlarne, non possiamo assistere immobili al crollo della nostra economia e vedere gli ex reparti del nostro ex gioiello riempirsi di topi.
In ultima analisi ci sarebbe ancora una strada da perseguire,
LA PRIVATIZZAZIONE, si fare entrare i privati poiché se l'incapacità dei cosiddetti amministratori non riesce a far quadrare i conti, che mollino l'osso perché non è il loro.
Ho chiesto ancora, questa volta a Fabio di Giamberardino di cercare di convocare il comitato, a me non mi ascoltano e me ne dispiace da non credere; a me in questa fase del partito non me ne frega un cazzo, mi interessa Magliano e vorrei che anche tutti i restanti politici di campagna... mi ascoltassero, si sarebbe ancora in tempo.
Per favore parliamoci.
carlo gasperini

Anonimo ha detto...

Non c'è dubbio che la situazione è complicata e soprattutto oscura. Ritengo anche io sia il caso di convocare il comitato, quantomeno per chiarire la questione.

Anonimo ha detto...

sempre in relazione ad un'iniziativa che però esula da qst contesto e me ne scuso.

DOMANI MATTINA ORE 08,00 MANIFESTAZIONE DAVANTI AL LICEO SCIENTIFICO DI CIVITA CASTELLANA, PER DECIDERE IL FUTURO DELLA NOSTRA SCUOLA CAMBIANDO IL PRESENTE!

Anonimo ha detto...

bisogna incontrarsi tutti senza bandiere, simboli o altro.La salute non ha colore.

Anonimo ha detto...

Certo: la salute non ha colore come del resto tante altre cose.

Anonimo ha detto...

Di Pierangelo Bertoli....

Caro amico, la mia lettera ti giunge da lontano,
dal paese dove sono a lavorare,
dove son stato cacciato da un governo spaventoso
che non mi forniva i mezzi per campare;
ho passato la frontiera con un peso in fondo al cuore
e una voglia prepotente di tornare,
di tornare nel paese dove son venuto al mondo,
dove lascio tante cose da cambiare.
E mi son venute in mente le avventure del passato,
tante donne, tanti uomini e bambini,
e le lotte che ho vissuto per il posto di lavoro,
i sorrisi degli amici e dei vicini ;
e mi sono ricordato quando giovani e felici
andavamo lungo il fiume per nuotare,
e Marino il pensionato ci parlava con pazienza,
aiutandoci e insegnandoci a pescare.
Caro amico, ti ricordi quando andavo a lavorare,
e pensavo di potermi già sposare,
e Marisa risparmiava per comprarsi il suo corredo,
e mia madre l'aiutava a preparare;
ed invece di sposarci tra gli amici ed i parenti,
l'ho sposata l'anno dopo per procura,
perché chiusero la fabbrica e ci tolsero il lavoro
e ci resero la vita molto dura.
Noi ci unimmo e poi scendemmo per le strade per lottare,
per respingere l'attacco del padrone;
arrivati da lontano, poliziotti e celerini
caricarono le donne col bastone;
respingemmo i loro attacchi con la forza popolare,
ma, convinti da corrotti delegati,
ci facemmo intrappolare da discorsi vuoti e falsi,
e da quelli che eran stati comperati.

E mi viene da pensare che la lotta col padrone
è una lotta tra l'amore e l'egoismo,
è una lotta con il ricco, che non ama che i suoi soldi,
ed il popolo che vuole l'altruismo;
e non contan le parole che si possono inventare,
se ti guardi intorno scopri il loro giuoco:
con la bocca ti raccontano che vogliono il tuo bene,
con le mani ti regalan ferro e fuoco.
Caro amico, per favore, tu salutami gli amici,
ed il popolo, che è tutta la mia gente;
sono loro il vero cuore, che mi preme ricordare,
che rimpiango e che mi ha amato veramente;
verrà un giorno nel futuro che potremo ritornare,
e staremo finalmente al nostro posto,
finiremo di patire, non dovremo più emigrare
perché un tale ce lo impone ad ogni costo.
E salutami tua madre, dai un abbraccio a tua sorella,
chissà come sarà grande e signorina;
e lo so, sarà bellissima come son le nostre donne,
sanno vivere con forza che trascina;
ma - le hai mai guardate bene? - ti sorridono col cuore,
negli sgardi non nascondono timore,
dove sono però uniche è sul posto di lavoro,
son con gli uomini e si battono con loro.
Ho pensato tante volte che c'è un senso a tutto questo,
quest'amore non ci cade giù dal cielo;
ma parlando della vita, e pensando al mio paese,
mi è sembrato come fosse tolto un velo,
e mi pare di sapere, e finalmente di capire,
nella vita ogni cosa ha un suo colore,
e l'azzurro sta nel cielo, ed il verde sta nei prati,
ed il rosso è il colore dell'amore,
e l'azzurro… (ecc.)

Anonimo ha detto...

In piazza istigano gli studenti a battersi per la pubblica, ma in famiglia guai a mescolare i loro ragazzi con gli altri. Rutelli, Finocchiaro, Santoro hanno preferito istituti d’élite. Dove si studia e non si occupa. Francesco, professionista delle occupazioni. "Noi in 9mila ma a occupare sono in trenta"
Roma Tanta preoccupazione per la scuola pubblica si può spiegare solo come un atto estremo di altruismo, visto che quando si tratta di decidere il destino dei figli un bel pezzo di centrosinistra si orienta direttamente verso le scuole private. E magari straniere. Sorprende, insomma, tanta acrimonia nei confronti del ministro Gelmini, visto che non sono pochi gli esponenti della sinistra che di contatti diretti con la riforma della scuola, non ne avranno mai. Lo ha candidamente ammesso Michele Santoro nel corso dell’ultima puntata di AnnoZero, tutta dedicata alla scuola e alla nuova ondata di contestazioni studentesche.

Voleva dimostrare al leghista Roberto Cota quanto fosse sbagliata l’idea di «classi ponte» per insegnare la lingua straniera ai figli di immigrati. In sintesi: l’integrazione è facilissima anche quando un bambino si trova in un’aula dove tutti parlano una lingua che non sa. Per spiegarlo ha riportato, con comprensibile orgoglio paterno, l’esempio della figlia che frequenta una scuola straniera «e già parla un’altra lingua ». Applausi. Non si sa se dedicati alla bravura della bimba poliglotta o all’accostamento tra chi frequenta il costoso istituto francese «Chateaubriand», con l’obiettivo di diventare bilingue ed evitare le storiche carenze della scuola italiana, e i figli degli immigrati alle prese con la durissima battaglia per l’integrazione.

Ospite della trasmissione, il segretario Ds Walter Veltroni. Dei suoi investimenti immobiliari e formativi a New York a favore della figlia si sa già tutto. D’altro canto il Pci non c’è più. E con i comunisti è scomparso anche il divieto non scritto che vigeva per i dirigenti:mai iscrivere i figli alle primarie private.

Anonimo ha detto...

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Anonimo ha detto...

Forse "realtà" dimentica che la sinistra in parlamento non c'è più e che quei signori da lui evidenziati sono forse sedicenti di sinistra per mestiere.
Santoro, Rutelli Veltroni di sinistra? ma mi facci il piacere...
Loro stessi ad una domanda di un giornalista dissero non essere di sinistra; allora finiamola con questa storia per piacere, la sinistra in Italia sono diverse, si sta lavorando per una costituente che non sia più la somma di gruppi insignificanti, bensì qualcosa di coerentemente fattibile, applicabile e presentabile quale progetto futuro per una maggiore rappresentatività di forze della società attualmente assenti in parlamento.
Scusa Nicco, ma era mio dovere replicare per una maggiore informazione.

Anonimo ha detto...

ma siamo ancora qui a trattare i problemi del paese sulla scia destra-sinistra?possibile che a nessuno viene in mente che se c'è una forma di dissenso questa possa nascere da un'autonomia di ragionamento che va oltre il discorso politico?se andremo avanti a fare di ogni problema una questione partitica, sia a livello nazionale, come a livello comunale, allora per questo paese non ci sarà davvero più speranza. pregasi iniziare a togliersi il paraocchi!

Anonimo ha detto...

...a me in questa fase, del partito non me ne frega un cazzo, mi interessa Magliano e vorrei che anche tutti i restanti politici di campagna... mi ascoltassero, si sarebbe ancora in tempo.

Questo è l'ultimo capoverso del mio primo intervento caro gali; più chiaro di così non si può.

Anonimo ha detto...

ma il mio commento era rivolto al commento di "realtà".non ti sentire sempre tirato in ballo.

Niccolò ha detto...

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