venerdì 5 novembre 2010

Canale Mussolini: Pennacchi al Teatro


Un teatro Manlio pieno di lettori ha accolto Antonio Pennacchi (bio), autore del romanzo Canale Mussolini, premio Strega, presentato questo pomeriggio a Magliano. Un teatro che ha accolto con attenzione un autore (un personaggio, per meglio dire!) che ha deciso di voler affrontare in forma romanzata e in modo nuovo, inevitabilmente personale (la sua famiglia è emigrata dal veneto a Latina), un periodo drammatico della storia italiana, quello fascista. Con questo spirito è stato possibile raccontare la vita ed il profilo di un maglianese, il conte Valentino Orsolini Cencelli (bio 1, 2) artefice della bonifica delle paludi pontine.

Niccolò

Altre info e foto su:
- Magliano Insieme
- Melaverde

6 commenti:

Aprile ha detto...

Non farò un post sul mio blog di questo straordinario evento culturale, non si assiste tutti i giorni ad un incontro con un artista della letteratura contemporanea e moderna.
Mi rammarico di una cosa, che il pubblico non sia stato all'altezza dell'evento, e non è presunzione la mia e spiego perché:
Si è voluto dare a questo incontro quasi un significato politico e lo si è ascoltato anche da alcune domande postegli, si è notato anche dalle risposte di Pennacchi, risposte sufficientemente banali contestuali appunto alle domande.
Si è dimenticato, oppure eluso per ignoranza nel senso di ignorare, che qualsiasi autore di romanzi, di romanzi e non di saggi, storiografie, epistolari o racconti, non va mai interpretato ma preso per ciò che esso è. Un romanzo non è un film ma da esso certamente può essere tratto.

Aprile ha detto...

Avevo letto da giovane tre libri di Gyorgy Lukacs, uno dei quali "la teoria del romanzo".
Riporto allora in estrema sintesi ciò che lui intendeva a proposito di questa forma di espressione,il romanzo.
«è la forma dell'avventura, del valore proprio dell'interiorità; il suo contenuto è la storia dell'anima, che qui imprende ad autoconoscersi, che delle avventure va in cerca, per trovare, in esse verificandosi, la propria essenzialità».
Proprio cosa ha inteso Pennacchi nel SUO romanzo "Il canale Mussolini".

Mau A ha detto...

Mi rincresce Aprile, ma se non ho frainteso ciò che hai scritto, sono costretto a contraddirti.
Esiste un notevole numero di autori che hanno scritto romanzi all'unico fine di pura interpretazione, opere introspettive e visionarie che hanno assolutamente bisogno di essere analizzate con attenzione, fino all'interno delle sfumature più latenti. Ne elencherò qualcuno, nella speranza che tu possa concordare con me:

1) Tropico del Cancro - Tropico del Capricorno (Henry Miller)
2) Il sottosuolo (Fedor Dostoevkij)
3) Pulp (Charles Bukowski)
4) Tarantula (Bob Dylan)
5) Luminal - Destroy (Isabella Santacroce)
6) Le 120 giornate di Sosoma (De Sade)
7) Il Dio femmina stuprato nel bosco (Stefano Marcelli)
8) La metamorfosi - Il Castello - Il processo (Franz Kafka)
9) I Sotterranei (Jack Kerouak)
10) L'insostenibile leggerezza dell'essere (Milan Kundera)
11) Il ritratto di Dorian Gray (Oscar Wilde)
12) Opinioni di un Clown (Heinrich Boll)
13) La Divina Commedia (Dante Alighieri)
14) Pasto Nudo (William Burroughs)
15) La Nausea (Jean Paul Sartre)

Potrei andare avanti per molto, ma credo che questi esempi bastino per convalidare la mia obiezione. Le suddette opere (Romanzi) hanno assolutamente bisogno di un impegno maggiore nella lettura, e non solo, vanno di certo interpretate al fine di comprendere al meglio il punto di vista dell'autore, poiché è il dedalo delle emozioni umane esaltate tramite miriadi di sfaccettature il tema principale di certi libri. Chiaramente, se sugli scaffali delle librerie vengono osannati soltanto romanzetti commerciali aventi la sola funzione di intrattenere gli amanti della lettura, le persone non possono assolutamente concepire la validità dell'autentica letteratura.

Secondo te mi sbaglio?

Però, per quanto riguarda la critica verso il pubblico presente alla presentazione di ieri, sono perfettamente d'accordo con te, magari per altri motivi, però lo sono.

Aprile ha detto...

Forse hai frainteso perché sono stato io a non essere più preciso,<span>  </span>nel mio primo commento il riferimento è volto verso i presenti, quindi verso i lettori di un romanzo che debbono goderselo senza tanto approfondire le varie tematiche presenti e non degli eventuali critici, traduttori, editori ecc. questi si che per “mestiere” devono interpretare non solo l’autore, ma anche i luoghi e tutto ciò che compone un’opera romanzata.
Se qualcuno degli intervenuti avesse avuto queste caratteristiche allora si, le loro osservazioni sarebbero state opportune.

Mau A ha detto...

<span>Capisco. Avevo interpretato il tuo commento in termini più generali, quasi universali. Nell'altro caso invece, si, potrei anche concordare: è di certo un'analisi interessante che merita di essere approfondita.  
 
A presto.</span>

Mau A ha detto...

<span>Capisco. Avevo interpretato il tuo commento in termini più generali, quasi universali. Nell'altro caso invece, si, potrei anche concordare: è di certo un'analisi interessante che merita di essere approfondita.  
 
A presto.</span>

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