lunedì 18 maggio 2009

Ipotesi nucleare sui giornali

dal sito de "Il Corriere di Rieti"


Nucleare. Sembrerebbe una parola vecchia di trent’anni e invece, incredibilmente per alcuni, giustamente per altri, torna ad essere attuale dopo l’approvazione del decreto Sviluppo. Che di fatto sblocca la ri-nuclearizzazione del Paese. Fin qui niente problemi, se non per il fatto che, di fianco al “nuovo” provvedimento governativo, spunta fuori un rapporto delle associazioni ambientaliste facente riferimento al “vecchio” report dell’allora Cnen (Comitato nazionale per l’energia nucleare, poi trasformato in Enea) nel quale viene tracciata una mappatura del tessuto nazionale per indicare quei siti che, in base ad un criterio di vulnerabilità, si prestano o meno all’ospitare una centrale nucleare. Tra questi compare una zona “interna, in provincia di Viterbo, a sud del Tevere, nell'affluenza tra Magliano Sabina e Orte”. Questa locazione, assieme alla più nota e non molto lontana Nera Montoro, nel ternano, torna a far strabuzare gli occhi a cittadini, associazioni, esponenti politici. Ancor più dopo le parole tutt’altro che sdrammatizzanti dell’assessore regionale Filiberto Zaratti, che in una nota del 13 maggio precisa come “tutto ciò è un peso che il nord del Lazio non può sostenere. La Regione in materia di energia ha fatto scelte diverse, non prevedendo l’opzione nucleare nel piano energetico regionale che ha fatto propri gli obiettivi europei al 2020”. É la testimonianza di un rischio esistente per Maglian Sabina, un’ipotesi concreta di vicinanza con una centrale nucleare? “Di certo l’assessore Zaratti ne sa più di noi - commenta l’ex segretario comunale dei Verdi Pietro Galadini - anche se il discorso al momento appare come ipotetico. Personalmente non ci credo, penso che sia tutta una montatura per dare l’impressione di una ripresa economica del nostro Paese che invece di fatto non c’è. Non credo che il governo - prosegue - possa davvero pensare di tornare al nucleare, mentre a Dubai si è costruita una centrale fotovoltaica di 100 chilometri quadrati che produce come una nucleare. Sarebbe il colmo poi, dei 4 nuovi impianti previsti dal governo, metterne due (Montalto e appunto il maglianese) così vicini”. “A questo proposito stiamo scrivendo una lettera che verrà recapitata a tutti i cittadini del nostro collegio, ed estesa forse a tutta la bassa Sabina - aggiunge il candidato di Sinistra e libertà alle provinciali, Lorenzo Ballanti, che ha riguardo ha postato un commento anche sul blog “sabinamente” - l’obiettivo è informare i cittadini, per combattere quella che si presenterebbe come una seria minaccia”.

Paolo Giomi

Dal sito de "Il Messaggero"

di RAFFAELLA DI CLAUDIO

E’ situata tra i comuni di Magliano Sabina e Orte una delle aree ritenute idonee ad ospitare una centrale termonucleare. Lo si legge nel decreto “Sviluppo del Governo”. Per quanto dovrebbe principalmente interessare il territorio della Tuscia, la scelta non lascia indifferente la Provincia di Rieti di cui fa parte il comune di Magliano. La zona, infatti, ricadrebbe proprio sui confini magliansi. Ed è per questa ragione che la sola ipotesi che nelle vicinanze del centro sabino possa sorgere un impianto nucleare ha suscitato le perplessità della comunità e delle istituzioni. «Non credo affatto che sia una decisione opportuna da prendere - ha messo subito in chiaro il sindaco Angelo Lini - scegliere di ubicare in questa zona incontaminata e vocata a turismo e agricoltura una centrale o un deposito di scorie radioattive non è cosa né pensabile, né condivisibile».
L’area individuata nel decreto dovrebbe essere interna alla provincia di Viterbo, a sud del fiume Tevere. Oltre a questo sito ne sarebbero ritenuti adatti anche altri due: quello già esistente di Montalto di Castro e un’area dell’Alto Lazio prossima all’ex centrale nucleare di Pian de Gangani, sulla costa. I contenuti del decreto, approvato dal Senato il 13 maggio scorso, preoccupano la Regione Lazio che palesa i suoi dubbi attraverso le dichiarazioni dell’assessore all’Ambiente, Filiberto Zaratti.
«L’approvazione del decreto che sblocca il nucleare in Italia - commenta l’amministratore della Pisana - determina un quadro preoccupante per il Lazio. Il territorio, già provato dal polo energetico di Civitavecchia, non può sostenere un peso del genere. Tra l’altro, la Regione in materia di energia ha fatto scelte diverse - conclude - che non prevedono l’opzione nucleare ma puntano sull’efficienza energetica e sulle fonti rinnovabili».

2 commenti:

Lorenzo Ballanti ha detto...

E’ significativo che sia sempre un Verde, in questo specifico caso l’Assessore all’Ambiente della Regione Lazio Filiberto Zaratti, ad informare la gente sui pericoli che correrà in futuro per le scelte dei nostri governanti, pericoli che si sono sempre matematicamente avverati. Stavolta, penso però che il progetto del nucleare sia proprio irrealizzabile, per un’infinità di motivi, promosso da un governo di nani che non hanno solo problemi di altezza fisica, ma anche mentale. E quindi butterei la notizia sull’ironico, sul ridicolo, avendo copiato i seguenti passaggi da qualche parte, non ricordo dove.

E’ stato siglato un accordo sul nucleare tra Francia e Italia. Si tratta di un accordo storico: ci permetterà di non dipendere piu’ dalla Russia in fatto di radiazioni atomiche. Diventeremo presto autosufficienti. Inoltre scongiurerà l’uso di energie come il sole o il vento che rischierebbero di renderci troppo dipendenti da il Sole, Eolo o altre divinità pagane che incrinerebbero i rapporti tra Stato Italiano e Vaticano. Quest’ultimo ha subito benedetto l’accordo italo-francese. In una clausola dell’accordo, infatti, è previsto che, in caso di esplosione di una centrale in Italia, il Papa potrà tornare ad Avignone.
L’accordo prevede la costruzione di 4 centrali nucleari in Italia con tecnologia italo/francese. La tecnologia francese prevede che, in caso di guasto, la colpa sia degli italiani. Mentre la tecnologia italiana prevede che, in caso di guasto, la colpa sia dei rumeni.
In cambio esperti italiani contribuiranno alla costruzione di una centrale nucleare in Normandia, anche se i francesi non hanno preso bene la notizia, tanto che il Governo Sarkozy, per giustificare l’aiuto italiano, ha messo in giro cartelloni con scritto: “Anche Monica Bellucci è fatta di atomi”.
Esperti Enel sono attualmente già in Francia a visitare una centrale. Da giorni girano attorno al reattore, disperati, urlando: “Dove cacchio è il contatore?!?!?!”.
Anche gli esperti francesi sono già in Italia per visitare luoghi dove il Governo vorrebbe mettere le centrali. Oggi, sul posto, hanno incontrato molti di coloro che costruiranno le centrali. Poi, perplessi, hanno lasciato il CPT di Lampedusa.
Il Governo prevede tempi ravvicinati per la costruzione della prima centrale nucleare in Italia: il primo mattone nel 2010. Il secondo mattone nel 2011. Il terzo nel 2012. Poi nel 2013 lo stop; Berlusconi sarà troppo vecchio per continuare a giocare col Lego. Anche perché gli è servito tutto per deturpare le coste della Sardegna.
L’accordo inoltre riguarda anche la Tav. Grazie al connubio tra tecnologia nucleare francese e tecnologia nucleare italiana, sulla Torino-Lione in arrivo le zecche Godzilla.

Cosa volete che vi dico, ridiamoci sopra, anche perché se riusciranno nel loro intento ci sarà poco da ridere!

vauro ha detto...

Ca..o!
sai anche essere ironico!
Ma si vede che non è farina del tuo sacco.

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