lunedì 16 febbraio 2009

Una riflessione interessante.

Partiamo da questo articolo:

Niente candidati “forestieri”.Lo chiede Manili (FI) in vista delle Provinciali.

Acque agitate a Magliano“Se nel nostro collegio non ci sarà un candidato di Magliano, allora è meglio non votare o votare un altro partito”. Detta da un maglianese qualunque, non suonerebbe nuova visto il passato di candidati catapultati a Magliano giusto il tempo per essere eletti per poi svanire nel nulla. Invece a proferire queste parole è niente di meno che il coordinatore di FI a Magliano Sabina, vale a dire Domenico Manili. Una sorta di avvertimento insomma ai vertici dei partiti che dovranno decidere chi candidare nelle liste del Pdl nel collegio di Magliano, Montebuono e Tarano. Siccome circola, eccome, l’ipotesi di un “esterno”, l’attuale sindaco di Torri in Sabina Alessio Bonifazi tanto per non fare nomi, il coordinatore azzurro di Magliano - che si sentiva già la candidatura in tasca dopo i successi conseguiti dal partito lo scorso anno alle politiche - ha deciso di mettere le mani avanti: “Lo dico subito a scanso di equivoci - tuona - se non ci sarà un candidatato maglianese inviterò la popolazione del mio Comune a lasciare la scheda in bianco oppure a votare per partiti che candidano un maglienese”. Più chiaro di così.

CI SENTIAMO DI AGGIUNGERE:
- NIENTE AMMUCCHIATA DI CANDIDATI, MA PIUTTOSTO UNA SANA COMPETIZIONE TRA DUE BRAVI MAGLIANESI, UNO PER SCHIERAMENTO.
- NIENTE PERSONALISMI, MA AL DI LA DEL VINCITORE, SI LAVORI PER MAGLIANO.

DITE LA VOSTRA!

18 commenti:

Anonimo ha detto...

A trovarli! vedrete quanti ce ne saranno. Almeno uno per partito.

Aprile ha detto...

Un po lungo, ma spero lo consentiate e non è fuori tema poiché riguarderebbe anche la politica a livello provinciale.

L'ASCENSORE S'E ROTTO
Certamente riguarda anche Magliano e sopratutto coloro si sono posti in gioco, il gioco politico, per conquistare lo scranno più alto del comune, quello del sindaco

L’Italia il Paese ai primi posti in Europa per la profondità delle disuguaglianze sociali.
L’Italia agli ultimi posti in Europa per il livello di salari e stipendi.
Oggi è così, ma solo 20 anni fa, e anche andando ancora più indietro nel tempo, il quadro era profondamente diverso. Per il potere di acquisto di salari e stipendi, il nostro era tra i primi paesi europei. La scolarizzazione di massa aveva potuto permettere che anche i figli di operai e della piccola borghesia potessero laurearsi e diventare medici, ingegneri, avvocati. Da una famiglia monoreddito poteva uscire un professionista prendendo quel famoso ascensore sociale di cui adesso si parla.
Adesso non è più così. Si rimane fermi sul proprio pianerottolo, ai piani bassi, e le scale sono diventate così ripide e scivolose…
La piccola borghesia, ma anche strati e settori della media, si va accampando intorno alla soglia di povertà, aggrappandosi a residue possibilità di doppio lavoro, ma spesso riducendo nettamente la propria qualità di vita, tirando la cinghia, consultando lo scorrere del calendario.
I figli diventano figli ad oltranza, disoccupati, precari, eterni studenti.
Le classi lavoratrici, gli operai ( sono ancora milioni !), sono attraversate da sentimenti di angoscia e depressione, con a volte un senso di fallimento del proprio progetto di vita, segnato da scadenze, mutui, bollette, che ipotecano presente e futuro.

Ma c’è un’altra Italia, quella dei beni di lusso ancora in crescita, quella del dieci per cento di italiani, che posseggono circa il cinquanta per cento delle risorse, dei lustrini, della bella vita, delle terrazze o del bordo piscina in cui possono, con sollievo, incontrare i propri simili.
L’Italia delle rendite, degli alti stipendi, dei manager, dei padroni o dei serpenti della Borsa, degli imprenditori che accarezzano, ricambiati, i politici. E di un esercito di reggicoda, speranzoso di una briciola, di un’apparenza, di un’appartenenza.

Spettatori, a milioni, quelli dell’altra Italia, quelli del pianerottolo ad applaudire e a commentare su trucco, vestito e portamento, con una dannata voglia di fare il salto, di reincarnarsi, cominciando magari dal primo passo, il voto.
Questa è l’Italia di oggi, profondamente disuguale e mediocre.

Il sempre glorioso sindacato di classe, la CGIL, con il suo segretario Epifani ha lanciato in questi giorni la proposta di tassare ulteriormente i ricchi che si arricchiscono sempre di più SFRUTTANDO A PROPRIO FAVORE la grave crisi da essi stessi causata.

Immediatamente, "a stretto giro di posta", si sono catapultati contro indovinate chi? non la confindustria o lobbies di categoria, bensì Bonanni e Angeletti, gli altri due segretari di sigle sindacali quasi sempre al servizio non dei lavoratori ma dei padroni.

Si consideri una sinistra profondamente divisa su tattiche e strategie volte ad individuare i reali obbiettivi futuri da proporre alla grande massa di lavoratori e non, di tutte le categorie comprese quelle dei precari a vita; un Partito Democratico che ha smarrito "la via di Damasco", non so proprio cosa ci riserverà il futuro.

Ora non voglio sciupare tutto questo con una nuova polemica con una formazione di uomini e donne che si sono messi in testa "insieme" di partecipare (giustamente) ad una competizione elettorale per il Comune; vorrei ascoltare, leggere qualcosa di questi su tali problematiche che investono inesorabilmente tutti, tutti esclusi quel 10% di super ricchi che detengono il 50% della ricchezza.

Non ci si può illudere che questa formazione sia soltanto locale e pertanto quei problemi così grandi non li riguardino, o non riguardino neanche la conduzione di una amministrazione locale anche se di piccole dimenzioni! perché se non ci sono più risorse, la mancanza di queste si riperquoterà inesorabilmente anche su Magliano.

E allora vorrei che davvero ci si unisse tutti contro questa politica fatta sempre più per i soliti (minoritari), e sempre meno per la maggioranza degli italiani, che i soldi si andassero a prendere la dove ci sono, che non si usino questi, quelli pubblici, per aiutare di nuovo coloro che hanno determinato lo sfascio totale di una economia e che l'uso di questi soldi pubblici saranno ancora usati soltanto per rinpinguare i loro depositi bancari nelle isole Salomone o Cayman, o per ultriormente delocalizzare i loro affari in Paesi dove si sfrutta persino il lavoro minorile impoverndo ancora di più questa povera Italia.

Tutto questo sicuramente qualificherebbe la politica, quella di Magliano in questo caso; si lascino da parte per un momento gli scatti di fotografie, le buche, l'erba alta e tutte le scioccheze in questo determinato contesto di crisi, per poi certamente riprenderlo in momenti meno drammatici.

carlo

Anonimo ha detto...

Dopo un gran giro un majanese
s'incontrò co n'amico che je chiese:
"Che novità ce stanno ner paese?
Come l'hai rotrovato?" - Tale e quale:
un bel cielp, panorami niente male
cò li stessi negozi, e stesse chiese...

"Però Majano, a quello c'ho sentito,
è più forte e più granne.." - Questo è vero,
ma il cittadino s'è rimpicciolito:
alliscia er rosso e se strofina ar nero,
come se annasse in cerca d'un partito
tra er Padreterno e er Libbero Pensiero.

Nun c'è sincerità, nun c'è più stima:
l'ideale politico è un pretesto
pé potè caccià via chi c'era prima;
qualunque tinta è bona: in quanto ar resto,
ognuno cerca d'arivà più presto,
ognuno cerca d'arivà più in cima.

Anonimo ha detto...

Ma armeno,
abbi er coraggio de cità er pensiero,
quello de Trilussa inde sto caso.

Sempre con sorriso.
carlo.

Anonimo ha detto...

Se piacere ai capi ti prendesse la brama,
se allo scranno e al potere l'avaro cor ti chiama,
se Palazzo Vannicelli può farti felice,
avrai tutto atteggiandoti a sozza meretrice.

Anonimo ha detto...

Perché cor core in mano e so sincero
m'encajo tu sortisca effetto raro.

Anonimo ha detto...

Il nostro anonimo è un omo che beve
je piace assai er vino de Bordò,
ma er medico, se dice, j'ordinò
de temperallo perchè è troppo greve.
E se dice che lui, pé sto divieto
beva er Bordò innacquato co' l'Orvieto.

Anonimo ha detto...

Na vorda se usava dillo a cantu e vedo che si rimastu lì, fermu a rosicatte e dita, vedi de lascettela quarcuna pe ramazzatte u culu, romanu miu de li cojoni.

Anonimo ha detto...

Me pare che pè rosicà stai proprio in cima,
pè quanto te ce rode non fai più 'a rima,
lassame stà, io sò Pasquino,
nun cè l'ho cò te, ritorna al vino.

Anonimo ha detto...

ahahahahahahaahhahahaha

Anonimo ha detto...

Se quarche dubbio c'hanno i majanesi
che un cesto de ciumache sò senza corna
provino a indovinà se so cortesi
chi se nasconne drento a quella fogna.

Nun è pe compricà le cose come suol dirsi
de misticà sacri e profani insieme
ma evidenzià come noantri porsi
de fronte a un sorcio drento a Majano inzieme.

Anonimo ha detto...

A me sembra che non siate divertenti per niente. Continuo a leggere solo offese. Magliano Insieme paragonata a una fogna ecc. ecc. Bohhh...

Anonimo ha detto...

Fu tua nutrice Roma, Magliano fu tua genitrice.
Non ti rimpiangerà né genitrice, né nutrice.

Anonimo ha detto...

direi anche che la possiamo finire qua eh???

Anonimo ha detto...

Anonimo
A me sembra che non siate divertenti per niente. Continuo a leggere solo offese. Magliano Insieme paragonata a una fogna ecc. ecc. Bohhh...

22/2/09 16:43

Male facesti signore senza nome,
a interpretà si male quer sonetto
è er sorcio ch'èsce dar putrido liquame
pe annà a inquinà quel luogo da coatto.

Scusate tanto cari miei ospitanti
se ho abusato dello spazio vostro
so che voi siete tanto tolleranti
ma na risposta la doveo pur dà ad simil cagliostro.

Anonimo ha detto...

'Sti modi d'usa sempre più nomi,
pe' potè sta a dì solo cazzate,
nun me sembra siano tanto boni,
tanto continuerai a prenne le mazzate.
Continua a rispondete a te stesso,
solo pe' dimostrà quanto sei fesso.

Anonimo ha detto...

Quello che te dovevo di te l'ho già detto,
chi c'ha n-po d'istruzzione sa cosa penso
n'antra vorta porta un po più rispetto
aggiunto puro a poco più bonsenso.

Anonimo ha detto...

Ritorniamo all'argomento del post. Ulteriori post fuori tema o insulti verranno cancellati.

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