giovedì 19 febbraio 2009

Riceviamo e pubblichiamo: lettera aperta di Paolo Di Basilio




“Vai ad accedere un cero”, mi hanno detto questa mattina. Siccome, non essendo credente, non credo né ai miracoli né alla Provvidenza penso che due o tre parole su quello che è successo questa mattina, al di là del mio convolgimento personale, bisognerebbe spenderle. Qualcuno mi ha anche detto: vabbé c’era il vento è stato un caso che quella pianta è venuta giù. Se seguiamo questo ragionamento, francamente strambo, allora siamo tutti a rischio nelle giornate in cui soffia il vento. Personalmente credo che invece – proprio perché sotto quell’albero potevo finirci io oppure lo scuolabus che sarebbe passato qualche minuto più tardi – bisognerebbe affrontare questi temi, quelli che coinvolgono la vita dei cittadini appunto, con senso di responsabilità. Interrogandosi senza partire dalla convinzione che “è tutta colpa del fato”. Questa sera sentivo il telegiornale che dava la notizia del motociclista ucciso da un ramo a Roma. Il sindaco Alemanno non ha detto che è stata colpa del vento ma che forse c’era qualche ritardo nella potatura ed avrebbe appurato il tutto. Bisognerebbe appunto partire da qualche domanda: si poteva evitare la caduta dell’albero? Erano stati fatti dei controlli sulla stabilità? Se no, perché? Perché non è stata potata la folta chioma (come si può vedere nella foto scattata un minuto dopo la caduta) della pianta. La strada è provinciale perciò la competenza di quelle manutenzioni dovrebbe essere della Provincia. Seduto in qualche comoda e ben pagata scrivania ci sarà un funzionario che prende superstipendio, bonus, salario di posizione, incentivi e chi ne ha più ne metta proprio perché responsabile di tali manutenzioni. Credo sia interesse di tutti sapere chi è e, soprattutto, se ha attivato tutti i controlli preventivi per evitare quello che è successo. Se la coscienza sta a posto credo che non debbano avere nessuna esitazione a rendere pubblici i risultati dei controlli eventualmente fatti. Ripassando nel pomeriggio nel “luogo del delitto” ho notato che oltre alla pianta caduta ne sono state tagliate altre due, che- devo dedurre dai fatti - questa mattina non erano pericolose e lo sono diventate dopo che una pianta ha rischiato di ammazzare qualcuno. Dopo aver assistito a tutto ciò sapere che il funzionario competente dei controlli questo mese prenderà, con ogni probabilità, ugualmente bonus e incentivi francamente mi disturba lo stomaco. Hanno confermato il detto: “Deve succedere una disgrazia (evitata per un soffio in questo caso) per muoversi”. Complimenti.



Paolo Di Basilio



ps: aggiungiamo di nostro un paio di foto per illustrare meglio lo stato in cui versa il marciapiede di viale XIII giugno... occhio al tombino!!!

7 commenti:

Anonimo ha detto...

rimango basito di come tale argomento possa nn generare la zizzania che invece vediamo altrove.

Anonimo ha detto...

Le foto che ho scattato un minuto dopo la caduta, quando la pianta era ancora intera, testimoniano come l'albero non è stato "sradicato" bensì "troncato" dalle folate di vento. Con ogni probabilità è stata la folta chioma - che si poteva potare ribadisco - a fare da vela.
Le foto ve le posso mettere a disposizione in modo che la gente sappia. Chi mi conosce ha ben presente la mia "tigna" e giuro che non lascerò correre questo episodio.

Anonimo ha detto...

Coi vicoletti suoi scoscesi e stretti,
co'li palazzi storici e le mura,
cor Domo, co'la piazza, i giardinetti,
te se appresenta Majano s'un'artura.

Fu città sabina e poi città romana.
Co' le vestiggia sua che so'dogn'era,
dalle sue porte ar colle indove spiana,
aleggia er Medioevo sì com'era.

Avoja a daje a stalli a nominà,
tutti li belli siti che possiede
'sta storica e antichissima città.
Chi nu'l'ha visti nun se l'ho pò crede.

Esse Majanesi c'è soddisfazione,
co'tanta storia e fonte curturale,
si nun ce fosse un neo grosso un melone
che tutto quanto questo butta a male.

Una Città che cià 'sti precedenti
perde la faccia a avecce a ministrà
'n gruppo de persone incompetenti
che 'sti valori stanno a saccheggià.

Quando l'adesso è solo una vergogna,
gnente più vale er vanto d'un passato.
Sarebbe er caso, invero ciabbisogna,
che 'sto presente venghi cancellato.

E come ve lo posso dì cò du' parole:
all'interno da'cabbina elettorale.

Anonimo ha detto...

Puro li sorci, quanno c'hanno fame,
sortono fora da le case sue...
sta attento ar gatto però sorcetto bello
perché pur esso c'ha fame più de un bue...

Anonimo ha detto...

Io sò Pasquino, e sò campato tanto,
stò a tanà i cojoni già dar cinquecento,
ma uno come te, caro il mio anonnimo,
nu l'ho incontrato mai, sei nu fenommeno!

Anonymous ha detto...

Puro li sorci, quanno c'hanno fame,
sortono fora da le case sue...
sta attento ar gatto però sorcetto bello
perché pur esso c'ha fame più de un bue...

basito. ha detto...

rimango basito di come tale argomento possa nn generare la zizzania che invece vediamo altrove.

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