mercoledì 19 marzo 2008

Magliano e lo sviluppo

La storia di questo paese ha dimostrato quanto i due termini del titolo siano tra loro antitetici. Magliano, piccolo paese, è voluto rimanere tale, sebbene il passato gli ha offerto più volte la possibilità di diventare centro di sviluppo e crescita. Quando fu fatta l'autostrada Magliano aveva una occasione a dir poco unica di svilupparsi: Frangellini poteva diventare una sorta di "Magliano Scalo" (e oggi tanti paesi, attorno a noi, hanno il proprio "scalo", anche senza autostrada), ma non s'è colta la palla al balzo e siamo rimasti ciò che siamo sempre stati, un paesotto. Non che questa etichetta sia un insulto, anzi! Magliano è bella anche così, un po' rustica e campagnola, ma il fatto di essere rustici e campagnoli non impedisce certo sviluppo e investimento (argomenti che tuttavia sembrano distanti dalla tipica mentalità maglianese). Distiamo meno di un'ora da Roma, ma questa posizione non è sfruttata. Abbiamo la piana del Tevere, luogo ideale, a mio modesto parere, da sfruttare come polo industriale. Perfino paesi montani che non dispongono di un metro quadrato di pianura hanno la propria area industriale (vedi Otricoli e Calvi). Ma Magliano no. Fabrica di Roma, nel 1970, contava 3200 persone. In 30 anni, dando sviluppo all'urbanistica, ha visto raddoppiare i propri cittadini. Adesso conta 6650 abitanti, e la tendenza è in aumento. Crescita demografica significa crescita anche economica. Questa equazione vale anche per Magliano. Basterebbe capirlo, e forse il paese si risveglierebbe.

Niccolò

12 commenti:

Anonimo ha detto...

per quanto possa apparire ideale la conformazione del nostro territorio è in realtà essa stessa il limite principale del mancato sviluppo economico(nel senso di assenza di zone industriali adeguate o interporti) di magliano. la nostra "piana" è l 'ultima difesa contro le inondazioni prima di roma. per qualche oscuro motivo è stata assegnata come zona esondabile. da qui le difficoltà. per quanto riguarda l 'espansione demografica dei paesi limitrofi, in realtà non so se divenire un apese dormitorio come orte scalo o i paesi lungo la salaria sia auspicabile. pensate all' impennata dei prezzi delle abitazioni che ha avuto fabbrica ad esempio.

Anonimo ha detto...

Mah a "mah":

Eppure a borghetto questi problemi non se li pongono, perchè, per quanto piccola, 3 o 4 industrie ce l'hanno, e pure vicino (attaccate) al fiume. Il rischio "esondazione" si evita con la difesa "costruire con ragionevolezza".

Oltre le due ipotesi "paese dormitorio (cosa che, tra l'altro, già siamo adesso) e "impennata prezzi" (che comunque significa "l'offerta è alta", cioè "c'è tanta gente") c'è anche l'ipotesi "paese in sviluppo", che significa "costruzioni urbane=aumento demografico=crescita economica". Io preferisco quest'ultima.

Anonimo ha detto...

occhio niccolò, quando ho parlato di oscuro motivo non lo ho fatto a caso. non conosco la logica di questa scelta ma purtroppo all' epoca fu fatta. ora modificarla è pressochè impossibile. non è questione di piano regolatore o di politiche comunali. i vincoli sono a livello regionale. non è una strada percorribile, purtroppo.
p.s. aumento dei prezzi significa "la domanda è alta"

Anonimo ha detto...

Capisco.
Tuttavia, ammesso che la piana sia inutilizzabile (domando: quanto è difficile modificare quei vincoli regionali?) magliano non è solo la pina.

Ps: il tuo PS è corretto. Errata corrige

Anonimo ha detto...

per i vincoli regionali le difficoltà sono enormi. Sul fatto di studiare politiche urbanistiche volte alla creazione di un area industriale hai ragione. ma non dovrebbe fermarsi al solo individuare una possibile collocazione (cosa che comunque non è facile, si dovrebbe anche cercare di attirare investitori atttraverso politiche di sconti fiscali, agevolazioni edilizie. il problema che con la nostra mentalità eventuali manovre in tal senso verrebbero viste come strumentali e clienteralistiche.
bel dilemma.

Anonimo ha detto...

ops... clientelistiche

Anonimo ha detto...

se poi si volesse un incremento demografico e una sferzata economica derivante da ciò sarebbe succiente premere sulle f.s. per ottenere il prolungamento delle corse del taf. anvedi quanti romani...

Anonimo ha detto...

Per un paese, non sempre sviluppo economico e conseguente crescita della popolazione sono indice di benessere o miglioramento delle condizioni sociali in genere. Ad esempio, Magliano, è stata, fino ad oggi, quasi del tutto avulsa da fenomeni di reato ad elevata ripugnanza sociale. E sicuramente l'aumento demografico, figlio dello sviluppo economico, reca con sè anche i sintomi della ipotesi di reità (a maggior ragione se inevitabilmente poniamo l'accento anche sulla presenza di lavoratori non italiani). Ciò detto, non si può neanche affermare che non si deve agevolare lo sviluppo economico in virtù di tale fattore.
Viviamo il presente: Magliano Sabina non mostra una vocazione industriale, bensì prevalentemente agrciola; ha un particolare museo; ha delle belle chiese; purtroppo non ha ancora valorizzato il suo centro storico; ha ristoranti ed alberghi di rilevante fama, anche a livello nazionale, ha una sala teatrale di tutto rispetto; un ospedale ancora in funzione. Sviluppo dunque, può essere, questo sì, fondare un piano di rilancio sulle risorse attuali, sulla loro completa valorizzazione, affichè il paese preservi l'attuale spirito bucolico, ormai ampiamente consolidato, in cui si innesti tutta quella varietà di servizi da costruire sulle strutture sopra citate. E qui e sulla fantasia di chi amministra che si gioca lo sviluppo del paese.

Anonimo ha detto...

Conservare qui significa morire. In agonia Magliano già c'è, su questa strada aveva ragione Lini: estensione e privatizzazione del camposanto.
Per "mah": ma hai visto quanto costano le case a Magliano? Costano molto di più del loro prezzo di mercato! E se si facesse in modo di aumentare l'offerta?

Anonimo ha detto...

All'anonimo delle 17:40..
Non capisco cosa possa c'entrare la privatizzazione del cimitero.

Espansione va bene (anche del cimitero, perchè no) ma a condizioni agevoli, non quelle che erano state esposte nei mesi scorsi.

Antonello Ruggeri ha detto...

Per Niccolò: forse l'anonimo voleva solo dire che l'unico futuro che si intravede a Magliano, è quello della morte. In questo senso Lini aveva fatto bene a prevedere il megacimitero e ad affidarlo ad un privato. Visto che di far crescere il numero di residenti vivi non ne è capace, ha pensato bene di far crecere il numero dei residenti morti! Lo spirito del commento era evidentemente polemico.

Anonimo ha detto...

Giusta interpretazione

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