venerdì 28 ottobre 2011

Medicina integrata a Magliano? Per nulla originale



Non c’è dubbio che la medicina integrata sia una esigenza della medicina cosiddetta ufficiale per aprire a trattamenti complementari di ormai assodato valore. Lo dimostra l’esperienza dell’Ospedale Petruccioli di Pitigliano, in cui nel mese di febbraio 2011 è iniziata l’attività del Centro di Medicina Integrata, dove si utilizzano le conoscenze dell’ agopuntura, omeopatia, fitoterapia e quant’altro la medicina tradizionale offre nella cura di alcune patologie diffuse come quelle respiratorie, gastrointestinali, reumatiche, ortopediche, vascolari, allergiche, etc.; il tutto secondo una chiara normativa della Regione Toscana. 

L’esperienza di Pitigliano è originale sia in ambito regionale che nazionale e gli utenti possono usufruire in regime ambulatoriale delle prestazioni prenotandosi presso il CUP. Dunque un progetto di integrazione di culture mediche diverse a tutto vantaggio dei cittadini e del miglioramento/potenziamento del servizio pubblico in termini di offerta e di qualità di prestazioni. Niente a che vedere con quello che si vuole fare a Magliano da parte della ASL Rieti, non dimentichiamocelo azienda pubblica e non privata, in nome di quali scopi e/o interessi non si capisce bene.

La medicina integrata di Magliano, oltre a essere per nulla originale (Firenze Milano, Urbino, Torino, etc), non sarà infatti un modello di integrazione tra pubblico e privato per potenziare il sistema pubblico, ma nemmeno un esperimento nell’interesse della popolazione visto che l’ipotizzato centro sarà esclusivamente privato. Un’operazione dunque che richiede un chiarimento che vada al di là del risanamento del bilancio aziendale, al quale l’affitto della struttura del M. Marini alle “potenze straniere” non apporterà gran che, considerato il controvalore negativo della mobilità passiva causato dal ridimensionamento della struttura sabina e dal progressivo deterioramento qualitativo del De Lellis. 

É dunque ora di scoprire giochi e retroscena, chiarire gli obiettivi, esplicitare coinvolgimenti e quanto non sia nella logica di un servizio pubblico, al quale si richiede una gestione trasparente ed efficiente almeno fino tanto che la comunità lo mantiene a suon di tickets e altri iniqui balzelli (contributo al SSN nelle RCA etc.). Un chiarimento dovuto non solo dalla Dirigenza della ASL reatina ma anche dai responsabili della Regione Lazio, ai quali la UGL Medici di Rieti inviò, già nel marzo 2010, una proposta di riconversione del “M. Marini” che, sulla base delle indiscutibili esigenze di un riordino della rete ospedaliera, prevedeva comunque un utilizzo della struttura funzionale ai bisogni reali dei cittadini e alle risorse già investite.

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