dal sito "Rietinvetrina"
Ho l’impressione che nella complessa vicenda della riconversione dell’ospedale di Magliano si tenda a scaricare ogni responsabilità sul Direttore Generale Gianani dal quale si pretenderebbe l’esercizio di poteri di cui Egli non dispone.

Chi proporrebbe al Prefetto, al Questore, al Colonnello dei Carabinieri o al Procuratore della Repubblica una condotta omissiva o lassista? E perché mai dovrebbe essere lecito proporla al direttore generale della A.S.L.?
E’ corretto invocare l’evolversi di trattative, di incerta conclusione e di natura squisitamente politica, per bloccare un meccanismo giuridico i cui tempi sono scanditi per decreto? Ed è serio evocare la recente ordinanza del T.A.R. Lazio sul nosocomio di Bracciano come motivo per ritardare la riconversione di Magliano quando è noto che per questo ultimo caso la magistratura amministrativa si è già pronunciata senza lasciare spazio ad alcuna speranza ?
La verità è che ogni modifica degli equilibri esistenti comporta fisiologiche proteste dalle cui conseguenze molti cercano di prendere le distanze scaricando le responsabilità su chi si trova ad eseguire.
Non è comportamento da classe dirigente! E per tale si intende anche quella sindacale! Gli organi politico amministrativi, e solo loro, possono modificare, sospendere o annullare le decisioni prese, decretando in maniera differente ed opposta a quanto già stabilito. Un’altra verità affiora poi dalla vicenda di Magliano: chi si professa oppositore in piazza tace in Consiglio Regionale.
Sarà perché la legge 412 del 1991, che impone la riconversione degli ospedali sotto i 90 posti letto, ha attraversato indenne vent’anni di governi tra i quali quelli di Prodi, D’Alema, Amato e poi ancora Prodi; sarà perché al Ministero della Salute c’è stata anche Rosy Bindi che non ha inteso modificare quella norma; sarà perché la più avveduta letteratura medico scientifica, che coincide con le raccomandazioni dell’O.M.S. e dell’U.E., condivide l’orientamento della 412/91; sarà perché Marrazzo, se fosse stato più dedito all’attività amministrativa e avesse concluso la legislatura, era pronto a varare provvedimenti analoghi a quelli attualmente in vigore; sarà per questo, ed altro ancora, ma la riconversione degli ospedali del Lazio non trova ostacoli in Consiglio Regionale.
Con buona pace di chi in piazza alza la voce e addita al pubblico ludibrio il Direttore Generale della A.S.L. al quale è lecito chiedere, questo sì, di ampliare al massimo l’offerta diagnostica e di servizi nella riconvertita struttura maglianese. Almeno in attesa che il positivo andamento del piano di rientro ed eventuali conseguenti decisioni dell’Autorità politica possano disporre diversamente
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