domenica 9 dicembre 2012

Ritorna l'incubo reatino: la provincia di Rieti si salva?

dal sito de "Il Messaggero"


La Provincia si incammina verso la salvezza: se lunedì sera la commissione Affari costituzionali del Senato approverà l’emendamento firmato dai senatori Bianco (Pd) e Saltamartini (Pdl), l’accorpamento con Viterbo salterà. Troppo pochi i 20 chilometri di confine (peraltro segnati dal corso del fiume Tevere) per unire due territori che non hanno altro in comune.

La nuova versione del comma 2 dell’articolo 2 del decreto 188 su Province e città metropolitane recita che «il riordino non si applica quando tra due Province (è il caso di Rieti e Viterbo) vi è una continuità territoriale inferiore a 25 chilometri». Il pressing del coordinamento di amministratori locali e forze sociali ha dato i suoi frutti. Decisivo è stato l’incontro di Fabio Melilli, Simone Petrangeli e Oreste Pastorelli con il presidente della commissione Affari Costituzionali Carlo Vizzini, al quale il senatore socialista si è presentato insieme al senatore del Pdl Filippo Saltamartini, che insieme all’altro relatore Enzo Bianco (Pd), ha dato una svolta al caso Rieti.
Un caso-limite persino per il ministro Patroni Griffi - tanto appariva innaturale l’accorpamento con Viterbo - ma che nessuno aveva avuto fin lì il coraggio di sollevare per timore di creare un precedente. Una buona mano in Parlamento l’ha data anche il senatore Franco Marini e così l’altra sera in Senato un varco si è aperto e con Rieti ha conquistato la salvezza anche Terni, che insieme a Isernia e Matera si è vista graziare per evitare l’anomalia di Regioni coincidenti con un’unica Provincia.
«Aver portato a casa questo emendamento - ha detto il sdinaco di Rieti, Simone Petrangeli - è la prova che la nostra azione, avviata con l’assemblea al teatro Flavio e con il concorso di tanti sindaci e delle forze sociali e sidnacali reatine, alla fine ha pagato. E’ un bel risultato per il territorio, che rischiava di disintegrarsi prima ancora di finire accorpato con Viterbo, ed è una vittoria per Rieti città che avrebbe pagato il prezzo più alto per la fine della Provincia, andando a perdere presidi importanti dello Stato. Vero è che se abbiamo scampato il pericolo, non possiamo sfuggire alla necessità di ripensare gli assetti territoriali e amministrativi». 

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