venerdì 3 giugno 2011

Continua la chiusura degli ospedali laziali

Dal sito de 'Il Tempo - Lazio nord'

È cominciata ieri la riconversione di altri otto ospedali del Lazio in attuazione dei decreti commissariali 80 che disciplina la riorganizzazione della rete ospedaliera regionale secondo il cronoprogramma del decreto 113. A iniziare il percorso di trasformazione in presidi di primo soccorso e ospedali di prossimità che si concluderà a fine anno sono Acquapendente e Montefiascone in provincia di Viterbo, Amatrice in provincia di Rieti, Zagarolo (Roma), Aprino, Pontecorvo in provincia di Frosinone, Sezze e Gaeta in provincia di Latina. Nel lotto delle strutture da riconvertire nel decreto 113 era inserito anche l'ospedale di Bracciano, ma la chiusura è stata bocciata dal Tar. Hanno già iniziato a gennaio il percorso di chiusura invece Ceprano, Ferentino e Ceccano; a febbraio Isola Liri; lo scorso primo aprile Ronciglione, Magliano Sabina, Ariccia, Rocca Priora, Palombara Sabina, Villa Albani ad Anzio e Monturno. Il prossimo primo ottobre, invece, partirà la riconversione degli ultimi tre dei 24 ospedali coinvolti dal piano di riordino ospedaliero: Anagni (Frosinone), Monterotondo e Subiaco in provincia di Roma. Sul primo però pende il ricorso straordinario al presidente della Repubblica, mentre sul secondo il ricorso al Tar, il cui pronunciamento è atteso il 22 giugno. Sono in molti a scommettere che alla fine l'ospedale di Monterotondo non chiuderà, come del resto messo nero su bianco nell'atto aziendale della Asl RmG. E per Subiaco la Polverini ha assicurato che almeno la metà dei posti letto dell'Angelucci verrà salvata, ma il verbale dell'ultimo tavolo tecnico col governo non lascia spazio a margini di manovra troppo ampi. I tecnici ministeriali chiedono tagli, introduzione di nuovi ticket e blocco della costruzione di nuovi ospedali (tra cui il nuovo Policlinico dei Castelli Romani) se concordata con Palazzo Chigi. La deroga è comunque subordinata al sacrificio di strutture ospedaliere esistenti non colpite dalle riconversioni. Attesa un'imponente opera di riconversione, con chiusure di numerosi reparti, anche nelle Asl della Capitale. Il caso Grassi è emblematico. Altri tagli sono già stati effettuati nei primi mesi dell'anno. In ogni caso per quanto riguarda gli ospedali romani un decreto attuativo che stili un vero cronoprogramma ancora non c'è. Il testo sarebbe fermo in Regione, dove si respira un clima da grandi manovre. All'Area Promozione salute e screening è stata nominata Francesca Fei, archeologa proveniente dall'assessoreato alla Cultura che ha sostituito Valentina Mazzarella, medico, passata all'assessorato Servizi Sociali. Per la Direzione Programmazione rete ospedaliera e ricerca, dove c'era Casertano, è in predicato d'arrivare in comando dal San Carlo di Nancy Mario Braga. Sulle riconversioni il capogruppo Pd alla Pisana Esterino Montino va giù duro: «Ospedali e interi reparti chiudono, le liste d'attesa si allungano, la sanità è nel caos e i cittadini devono pagare di tasca propria. Il disastro annunciato si va compiendo. Sembra una scena del Titanic: la maggioranza balla sulle note del "si va avanti" mentre il Lazio affonda».

0 commenti:

Related Posts with Thumbnails