domenica 5 dicembre 2010

Un Lazio senza Roma: qualche riflessione




Una regione Lazio senza Roma? E' una idea da valutare. Sempre secondo il principio per cui "desideriamo avere la possibilità di stare in un territorio in cui potercela battere con altri soggetti alla pari", ragionare su una regione senza la Capitale divoratrice di fondi (soprattutto in un periodo di crisi come questo) è opportuno.
La possibile regione Lazio (senza Roma) dovrebbe innanzitutto avere una propria contiguità territoriale: e siccome la provincia di Rieti non confina con quella di Frosinone, sarebbe necessario che al progetto aderisse anche buona parte della provincia di Roma, quantomeno i territori ad est della Capitale.
Il già citato (per motivi di cambio Regione) art. 132 cost. afferma che "Si può, con legge costituzionale, sentiti i Consigli regionali, disporre la fusione di Regioni esistenti o la creazione di nuove Regioni con un minimo di un milione di abitanti, quando ne facciano richiesta tanti Consigli comunali che rappresentino almeno un terzo delle popolazioni interessate, e la proposta sia approvata con referendum dalla maggioranza delle popolazioni stesse."
Anche in questo caso il procedimento risulterebbe essere decisamente lungo. Il presupposto del milione di abitanti sarebbe largamente soddisfatto (visto che da sole le province di Latina e Frosinone raggiungono tale soglia). Bisognerebbe poi raccogliere il parere favorevole di un terzo di quasi tutti i comuni dell'odierna regione Lazio (un terzo di poco meno di 378 - sicuramente cento comuni) e giungere a referendum positivo.
Come la mettiamo poi con le province? Rimarranno quelle del passato (Viterbo, Rieti, Frosinone, Latina), verranno abolite o ampliate, alla luce della necessità di dover coinvolgere la zona periferica di Roma? E se la sabina romana entrasse nella provincia di Rieti, il comune di Magliano ne trarrebbe giovamento o subirebbe un ulteriore abbandono da parte di Rieti?
Al convegno di venerdì che ha affrontato tale ipotesi sono uscite poi ulteriori richieste che scompaginerebbero il progetto: Civitavecchia già sta pensando alla creazione di una propria nuova provincia; le province di Latina e Frosinone stanno immaginando una Regione Sud Laziale che coinvolga solo loro; la provincia di Rieti non abbandona l'unione con l'Umbria; quella di Viterbo con la Toscana. Insomma, le idee sembrano ancora piuttosto confusionarie.
Non c'è confusione invece su un altro aspetto: più passa il tempo e più alla Pisana si sottraggono risorse ai territori. Bisognerà aspettare forse il prossimo decreto, magari sulle scuole, oppure l'unificazione dell'Ato regionale, oppure la creazione di discariche nelle nostre città per dare concretezza a questi progetti (cambio regione compreso)? Ma potrebbe essere troppo tardi. Potrebbero averci ridotto all'osso ancor di più. 

Niccolò

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