mercoledì 28 maggio 2008

Eurospin. Le prime notizie.

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I carabinieri del reparto operativo stanno procedendo al sequestro preventivo del centro commerciale Eurospin di Magliano Sabina, zona Madonna Grande, di complessivi 2000 metri quadri circa. Il decreto di sequestro è stato emesso dal gip del Tribunale di Rieti, su richiesta della dottoressa Cambi, al termine di una lunga e complessa indagine condotta dai carabinieri.
Il sequestro ha lo scopo di “impedire che il reato venga portato a ulteriori conseguenze”, reato che si configura in concorso in abuso d’ufficio e vede tra gli indagati i responsabili tecnici del Comune di Magliano Sabina e quelli della Cooperativa Tevere 78. Su quest’ultima, che ha sede proprio nello stesso comune, si sono concentrate le indagini.

La società era nata “senza scopo di lucro e con il fine mutualistico di costruire case popolari ed economiche” e, usufruendo della legge prevista per gli interventi di edilizia economica e popolare (legge 167/72), ha usufruito di diverse sovvenzioni, benefici e sgravi fiscali. È proprio per costruire case popolari ed economiche che, dopo aver ottenuto in concessione dal Comune l’area di Madonna Grande e il permesso a costruire, iniziava ad edificare. Ma, al termine dei lavori cedeva in affitto i locali alla Business Service Express srl e degli alloggi popolari non c’è più traccia.

Dove dovevano sorgere case popolari e “attrezzature collettive e sociali” oggi insiste il grande centro commerciale Eurospin, gestito dalla B.S.E., al quale sono stati apposti i sigilli. Le indagini hanno appurato che tale illecita attività speculativa da parte della Cooperativa Tevere 78, si è potuta sviluppare solo grazie alla complicità dei responsabili tecnici del Comune di Magliano Sabina che, con diverse delibere, ritenute del tutto illegittime sia nella procedura che nel contenuto, hanno più volte variato il piano di zona, ampliato l’area concessa e rilasciato il permesso a costruire.

E mentre la stessa Regione Lazio, alle quali le delibere immotivatamente non erano state inviate, aveva già annullato il permesso a costruire, il Comune, invece di emettere la prevista ordinanza di chiusura, ignorando il provvedimento della Regione, ha concesso anche il certificato di agibilità e l’autorizzazione al commercio.

Nessuna traccia anche della richiesta del parere paesaggistico che il comune aveva l’obbligo di inoltrare alla Regione, essendo l’area sottoposta a vincolo paesaggistico. Non a caso, nel dicembre 2007, sempre nell’ambito della stessa indagine, i Carabinieri del reparto operativo avevano arrestato un membro della Commissione edilizia del Comune di Magliano per aver preso della mazzette. L’architetto pretendeva dei soldi per stilare uno studio sull’impatto ambientale a favore di un locale imprenditore che aveva intenzione di aprire un esercizio commerciale.
Ma la zona in questione, a differenza di quanto sostenevano i responsabili tecnici (oggi di nuovo indagati), non aveva alcun vincolo paesaggistico. Non ultimo la riduzione delle aree che, nel progetto iniziale, erano destinate al verde pubblico; varianti adottate dal Comune senza il previsto parere della Regione. Illegittimo pare anche il certificato di abitabilità poiché si basa sull’assunto mendace che l’area non insiste su una zona sismica. Tutta l’area è sotto sequestro

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