mercoledì 20 febbraio 2013

Decreto di Napolitano: provincia di Rieti commissariata

dal sito "Sabinia.it"
di ELISA MASOTTI


Melilli si è dimesso da presidente della Provincia per poter correre in Parlamento e dietro di sè lascia troppe incertezze ingombranti. Arriva il commissario. Non non arriva più. Anzi, forse arriva e sarà l’attuale vice presidente della Provincia. Anzi, no, sarà un prefetto.

Negli ultimi due mesi sono state fornite dieci versioni diverse e l’Amministrazione provicniale di Rieti, nel suo momento di peggiore crisi, sprofonda nel caos. Molti se la prendono con Melilli, che avrebbe pensato solo alla sua carriera politica ma certo la Legge Monti ha creato un vuoto confusionario che sta solo peggiorando la governabilità dei territori di confine.

La mappa dell’Italia ridisegnata a livello provinciale dal Governo tecnico è praticamente completata ma resta chiusa in un cassetto e, forse, verrà ritirata fuori dopo le elezioni di fine febbraio. Inalterati i criteri: per restare occorrono o una popolazione che non sia inferiore a 350mila abitanti o un territorio grande almeno 2500 chilometri quadrati. Poi ci sono le eccezioni, alle quali si aggrappano anche Rieti e Viterbo, ma resta tutto molto indefinito. Il quadro. Oltre a Tuscia e Reatino insieme, nel Lazio Latina e Frosinone si fondono e ovviamente rimane Roma città metropolitana. Confermate quindi le indiscrezioni, con la novità dell’arrivo di un commissario a primavera 2013, ma varrà anche per le province che non saranno cancellate. Sulla nomina dei consiglieri, sulla quale si deve pronunciare la Corte costituzionale, è stato deciso che siano i sindaci a votare, ma con un correttivo che eviti a comuni più piccoli di pesare come quelli più grandi. Tra i nostri vicini di casa, rischia di scomparire Terni, nonostante i tentativi d’annessione d’altri comuni,accorpata a Perugia e Siena, che forma un triangolo con Grosseto e Arezzo. In totale, senza considerare le regioni a statuto speciale, si passa da 86 a cinquanta, un’altra decina si aggiungerà quando quelle a statuto speciale avranno riorganizzato le proprie, ma hanno tempo ancora sei mesi. Finora sono state respinte tutte le deroghe. Ancora incertezza su chi dovrà ricoprire il ruolo di commissario, due le ipotesi, un esterno nominato dal prefetto o il presidente attualmente in carica. La prima ipotesi sembra la più accreditata. Non ci sarà riduzione di personale, ma d’intesa con i sindacati saranno possibili trasferimenti. Il decreto di riordino arriverà sul tavolo del primo consiglio dei ministri di marzo.

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