sabato 21 aprile 2012

Ridateci l'ospedale


di Gianni CRISTOFANI


E’ già trascorso un anno dalla chiusura del Marzio Marini, storico ospedale di Magliano Sabina e di tutti i paesi della sabina Tiberina, il territorio compreso tra la riva sinistra del Tevere ed il preappennino dove vive una popolazione di quarantamila individui. Un popolo oramai di delusi e scontenti, un popolo di preoccupati per la propria salute specialmente per i più piccoli e gli anziani. E mai possibile che chi ha preso in mano la gestione della sanità della nostra regione non riesca a rendersi conto di quali e quanti danni si possono verificare con l’azzeramento di quel presidio ospedaliero che, nato dopo la riforma del 1968, è risultato per decenni un polo di eccellenza per la sanità nella provincia di Rieti? Ogni giorno assistiamo a drammatici casi di disfunzione nell’assistenza ai pazienti, specialmente tra i più anziani. Se a Montebuono una vecchia signora già malmessa sulle gambe cade in terra e viene colta da lancinanti dolori cosa si fa? Si chiama il 118 e la novantenne viene caricata sull’ambulanza per raggiungere il De Lellis di Rieti ad oltre quaranta chilometri dalla propria abitazione. Il defunto Marini era a soli dodici chilometri di distanza. Pronto soccorso dell’ospedale del capoluogo, sei ore in barella per fare una lombo sacrale. Responso: vertebra incrinata. Ricovero, ma che, posti letto in ortopedia non ce ne sono e la signora viene rispedita a casa con un’ ambulanza privata dopo aver preso le misure per un busto ortopedico protettivo della colonna. Questo è il risultato della chiusura del Marini, questi sono i disagi della povera gente che se vuol campare ancora qualche giorno deve affidarsi a strutture private di ricovero dando fondo all’ultimo euro della già magra pensione. E’ una situazione scandalosa, inaccettabile. I tagli indiscriminati della governatrice Polverini nell’assetto ospedaliero regionale hanno creato solo malumore e scontento, ma, soprattutto, hanno messo in pericolo la tutela della salute dei cittadini. Il presidio ospedaliero di Magliano incideva per lo 0,06% sul fondo sanitario regionale, averlo chiuso ne è valsa la pena? Quale risparmio effettivo si è realizzato se i costi fissi sono per ora rimasti invarati?Ed ancora una riflessione. Credo, in coscienza, che alla scontentezza dei sabini per la chiusura del loro storico ed efficiente ospedale non possa che aggiungersi meraviglia e perplessità per certi progetti che nulla hanno a che fare con l’assistenza al paziente veramente malato e che, stante l’orografia del territorio, se vuol curarsi deve, come descritto in precedenza, affrontare lunghi viaggi su disagevoli itinerari sprovvisti di adeguati mezzi di trasporto pubblico. Dal popolo dei sabini si fa forte la protesta, si leva un grido di dolore: “Ridateci il nostro ospedale, ridateci la sicurezza di affrontare la malattia con la serenità e la professionalità che erano caratteristiche di base del Marzio Marini” sciaguratamente dismesso senza una vera, razionale, logica politica gestionale della sanità nel territorio.

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