La situazione che ruota attorno alla casa alloggio sta tenendo banco nell’agenda politica locale. Se ne parla sui blog e se ne parla nelle strade. La situazione è certamente delicata poiché sono in ballo posti di lavoro e un servizio fondamentale nei confronti di persone anziane che necessitano di assistenza e soprattutto di dignità.
I problemi maggiori parrebbero legati a due aspetti. Il primo è relativo al nuovo regolamento adottato dal ministro Brunetta in relazione all’affidamento dei servizi in house, l’altro alla legge regionale che regola case alloggio e case di riposo.
Si è parlato in questi giorni, e la notizia è stata riportata dai media locali, di una possibilità di privatizzazione della struttura. E si sa che la percezione della realtà è fortemente influenzata dalla memoria storica dei fatti…ed ecco subito affiorare nella mente di tutti noi esempi di strutture pubbliche date in passato in mano a privati che non hanno portato nulla alla nostra comunità.
Adesso la questione sarebbe da sviscerare secondo due filoni. Un’analisi delle leggi e regolamenti brevemente sopra citati, potrebbe far capire se il problema sia causato da sovrastrutture che ci vedono solo come passivi spettatori, o se ci siano state mancanze delle passate amministrazioni nella gestione e/o di questa nel non aver pensato a soluzioni di salvaguardia. E questo è un discorso che magari con l’intervento di vecchi e nuovi amministratori potrebbe essere maggiormente compreso da tutti.
Dall’altro lato c’è l’aspetto privatizzazione. Da come leggo su incontri c’è la possibilità, mediante l’affidamento ad un soggetto privato di salvaguardare il servizio ed i lavoratori. Si parla addirittura di aumento di posti di lavoro e relativo passaggio da contratti a tempo determinato a contratti a tempo indeterminato.
A questo punto la riflessione che la nostra comunità deve porsi credo sia questa. Cosa è più importante, la salvaguardia del servizio o i modi attraverso questo viene espletato?
I problemi maggiori parrebbero legati a due aspetti. Il primo è relativo al nuovo regolamento adottato dal ministro Brunetta in relazione all’affidamento dei servizi in house, l’altro alla legge regionale che regola case alloggio e case di riposo.
Si è parlato in questi giorni, e la notizia è stata riportata dai media locali, di una possibilità di privatizzazione della struttura. E si sa che la percezione della realtà è fortemente influenzata dalla memoria storica dei fatti…ed ecco subito affiorare nella mente di tutti noi esempi di strutture pubbliche date in passato in mano a privati che non hanno portato nulla alla nostra comunità.
Adesso la questione sarebbe da sviscerare secondo due filoni. Un’analisi delle leggi e regolamenti brevemente sopra citati, potrebbe far capire se il problema sia causato da sovrastrutture che ci vedono solo come passivi spettatori, o se ci siano state mancanze delle passate amministrazioni nella gestione e/o di questa nel non aver pensato a soluzioni di salvaguardia. E questo è un discorso che magari con l’intervento di vecchi e nuovi amministratori potrebbe essere maggiormente compreso da tutti.
Dall’altro lato c’è l’aspetto privatizzazione. Da come leggo su incontri c’è la possibilità, mediante l’affidamento ad un soggetto privato di salvaguardare il servizio ed i lavoratori. Si parla addirittura di aumento di posti di lavoro e relativo passaggio da contratti a tempo determinato a contratti a tempo indeterminato.
A questo punto la riflessione che la nostra comunità deve porsi credo sia questa. Cosa è più importante, la salvaguardia del servizio o i modi attraverso questo viene espletato?
fs