giovedì 6 ottobre 2011

Pensieri a voce alta - Francesco Di Basilio - prima puntata

Nasce oggi una nuova rubrica all'interno del blog Sabinamente. "Pensieri a voce alta". Uno spazio per ascoltare l'opinione di tutti coloro che si impegnano attivamente a Magliano, nella vita sociale e politica. Un'intervista, o meglio ancora, una chiacchierata sui temi centrali del nostro paese. Dando la possibilità di sviluppare l'argomento senza limiti di spazio e tempo. Facendo parlare in prima persona i protagonosti, quasi come potendo ascoltare in diretta i loro pensieri. Verrà chiesto di partecipare a tutte quelle persone che fanno parte della vita civile e politica del nostro paese. Ma non solo. "Pensieri a voce alta" è anche uno spazio aperto a chiunque voglia condividere, appunto, i suoi pensieri, semplicemente inviando una mail.


Primo ospite di questo spazio è Francesco di Basilio, segretario della sezione locale del Partito Democratico.



Iniziamo come primo argomento: un quadro generale della situazione maglianese.


Francesco Di Basilio

Innanzitutto vi ringrazio perché questo incontro è una cosa importante che dimostra quello che abbiamo sempre detto, ossia che è possibile incontrarsi anche tra giovani e parlare di politica. Il fatto che oggi stiate registrando questa intervista per riproporla integralmente dimostra che siamo coerenti con noi stessi. Da quando sono segretario di questo partito non c'è stato avvenimento pubblico che non è stato ripreso con telecamere come abbiamo promesso; non per protagonismo, ma per dare una prova ai cittadini che non si ha paura di quello che si fa e si dice. A quanto pare, in questo paese da parte di chi ci amministra sembra che c'è paura della verità: partendo da una vostra proposta di podcasting, il PD propose di riprendere i consigli comunali in video. Avremmo riproposto l'originale sul nostro blog, e per dimostrare che non ci sarebbe stato nessun taglio proponemmo di consegnare la copia integrale in segreteria comunale, e lo avremmo fatto a costo zero. Questo sarebbe stato un servizio utile per i cittadini. Ma non si capisce perché il sindaco, in qualità di presidente del consiglio, abbia negato questa opportunità, negandola nei fatti non alla minoranza, ma ai cittadini di Magliano. Questo è stato il male di Magliano negli ultimi 15 anni: non aver visto in faccia la realtà ed essersi divisi su tutto, anche su questo. Magliano, negli ultimi 10 anni, è in declino, per vari motivi, non solo amministrativi. Negli ultimi due anni poi è proprio sprofondata, per scelte politiche folli. E' in declino perché si è continuato ad amministrare prima, e oggi anche peggio, allo stesso modo di come si amministrava 15 anni fa. Nel frattempo è cambiato il mondo intorno a noi, e non abbiamo saputo affrontare nessuna delle sfide che i paesi vicini a noi hanno affrontato e vinto: né la sfida della mobilità, dei nuovi insediamenti residenziali, né dei piani commerciali, se non quella del Centro Commerciale Naturale. Ma qualcuno si dimentica che l'idea del CCN è partita dal circolo del PD nel 2007, tra molteplici risa di Magliano Insieme. A proposito, il resoconto riportato anche sul blog Magliano Democratica riguardo il CCN afferma che sono stati spesi più soldi in opere pubbliche che per i commercianti. Andiamo invece a vedere come hanno fatto da altre parti, dove ha funzionato. Altrove è stato speso il 65% in marketing e il 35% in arredamento urbano. L’amministrazione ha fatto l'opposto, ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti, in particolar modo dei commercianti. Non si può sempre dire che è colpa della crisi. Spendere 50mila euro per la fontana, quasi il 50% del mutuo acceso dal comune all’interno del progetto è quantomeno discutibile: ma siamo poi realmente consapevoli di cosa ha portato questa fontana? E questo è stato fatto senza nemmeno coinvolgere la minoranza, senza nemmeno coinvolgere i commercianti e i cittadini. Questo modo di amministrare uno contro l'altro ha portato Magliano a dove è adesso. Per non parlare del caso ospedale, sintomatico del clima di Magliano. Ricordo una delle prime riunioni con Graziani in cui dissi che per stare uniti bisognava rispettare le differenze, non annullarle. Invece a Magliano, da un po' di tempo, il pensiero è "o tu la pensi come me oppure non stai con me". Che tutti noi eravamo per salvare l'ospedale era chiaro; ma era chiaro anche che c'erano diverse strade. Perché invece di dire che la strada maestra era solo quella dell'amministrazione, non abbiamo unito tutte queste strade in una battaglia comune? E questo errore è stato fatto da chi ha condotto la battaglia, non da chi ha aiutato ed è stato rifiutato in pieno. In fin dei conti il PD ha messo a disposizione il suo circolo, i suoi uffici legali, la sua forza nel territorio, i suoi rappresentanti istituzionali per questa battaglia. Siamo stati sempre rifiutati solo ed esclusivamente perché siamo del PD senza un reale motivo. Basti pensare all’assenza del sindaco alla manifestazione davanti al ministero delle finanze il 13 ottobre 2010, dove erano presenti 23 sindaci su 24 coinvolti dal decreto 80 della Polverini. C’erano sindaci sia del centrodestra che del centrosinistra che non si sono posti assolutamente il problema di chi avesse organizzato la manifestazione, ma hanno protestato per difendere i propri ospedali e i propri cittadini. Il nostro è stato l’unico a comportarsi differentemente. Altro episodio che descrive la discriminazione del sindaco a questo partito è stata l’essersi opposto, sempre e senza motivo al coinvolgimento, del presidente Melilli nelle trattative con la Polverini per il salvataggio del Marini. 


Nelle scelte di un gruppo, di un partito politico che deve gestire anche una propria visibilità, ritieni che bisogna aspettare l'errore dell'avversario per poter agire diversamente oppure bisogna già costruire una alternativa? Domandiamo questo, alla luce del tuo riferimento ai 15 anni passati, mettendo in mezzo amministrazioni vicine al partito che dirigi, consapevoli del fatto che ciò ti si può anche rivolgere contro.


Francesco Di Basilio.

Smentisco una leggenda metropolitana. I fatti dicono che Lini, pur con tutti i limiti e i forti difetti di quella amministrazione, ha governato meglio di Graziani. In politica è ora che parlano i fatti, non le chiacchiere. Quello che abbiamo visto nei primi due anni di Graziani non è altro che quello che ha lasciato in eredità Lini con i finanziamenti che noi, come copertura politica, avevamo portato a Magliano con Marrazzo: piazza, teatro, via Roma, parcheggio delle fontanelle, Centro commerciale naturale, il recupero del centro storico. La Polverini qui ha portato un ospedale chiuso e 90mila euro per la Madonna delle Grazie (prima ne erano stati tolti 100mila e poi sono stati restituiti 90mila). Questi son fatti, ed è tutto certificato. La nostra mozione con cui sono diventato segretario si chiamava "La forza delle nostre idee e il coraggio di portarle avanti". Avevamo perso le amministrative da 8 mesi, e già su quella mozione parlavo di costruzione di un futuro alternativo e di una classe dirigente nuova. La seconda mozione era "Per creare una Magliano Democratica", un passo ulteriore verso la maturazione della quella classe dirigente e il compito che questa dovesse avere nel tornare tra la gente. La critica che spesso ci viene fatta, dopo aver denunciato alcune cose, è "quale è la vostra proposta?". E chi ha detto che non abbiamo proposte? Le abbiamo su tutto e abbiamo un’idea di paese e di amministrazione molto diversa rispetto all’amministrazione attuale. Ma che noi non abbiamo proposte alternative non è vero. Ce l’abbiamo sull'ospedale, ce l’abbiamo su un nuovo modello di sviluppo del paese, ce l'abbiamo sulla municipalizzata. Questa amministrazione, oltre ad accentrare tutto, ha dei metodi antidemocratici nei confronti della minoranza che è l’espressione della restante metà del paese. Un esempio? Qualche giorno fa, la maggioranza s'è cambiata il regolamento consiliare da sola per aggiungersi una poltrona, quella del presidente del consiglio comunale, senza far passare prima le modifiche in commissione, luogo in cui sarebbe potuto avvenire il confronto con la minoranza. Funziona così ovunque, meno che da noi; una minoranza, senza spazi in cui poter fare le proposte, come fa a proporre? La commissione sanità non si riunisce da ottobre dell'anno scorso; quella delle politiche espansionistiche da un anno e mezzo. La commissione sullo statuto e sul regolamento, laddove s'è riunita, ha visto la nostra partecipazione attiva con ben otto nostre proposte che hanno migliorato lo statuto comunale. Abbiamo dato il nostro contributo concreto e grazie a noi oggi si sono abbassate le soglie per richiedere un referendum popolare, per richiedere una petizione popolare, si devono pubblicare su internet i bilanci dell’ente. Insomma noi ai cittadini abbiamo dato maggiore partecipazione e trasparenza, non poltrone. In campagna elettorale Magliano Insieme predicava che avrebbe permesso la partecipazione di tutti. Nella realtà dei fatti invece si fa partecipare solo la minoranza meno scomoda, quella che dice sempre "si"; così però non funziona la democrazia, perché una democrazia compiuta si basa sul fatto che c’è una compagine che amministra e un’altra che controlla e propone alternative. E’ così ovunque, lo ripeto, meno che qui dove l’amministrazione non accetta ne critiche ne consigli. Forse è il caso di cominciare a pensare allo sviluppo di Magliano, ad una vera politica della mobilità, che può portare abitanti, a come risollevare l’economia che ha perso la prima azienda del paese: l’ospedale. Ma per fare questo c'è bisogno di programmazione, ossia di pensare a quei progetti che si realizzeranno tra 15 anni, ma ai quali bisogna pensare adesso. Questo non lo facciamo: a Magliano pensiamo a mettere la fontana, e l'apriamo subito. Pensiamo ad opere estemporanee, non ad opere strategiche ed utili al nostro futuro. Tutti ci hanno tacciano di essere contro gli impianti fotovoltaici: ma i documenti dicono che abbiamo sempre votato a favore. Dove siamo stati contro? Siamo stati contro chi ci proponeva impianti fotovoltaici da 20-25 ettari a Colle Sala, che avrebbero fatto sparire un intero territorio. Siamo per l'energia verde, ma bisogna trovare un compromesso. L'emendamento fatto dal governo sul fotovoltaico è sbagliato, ma c'è un punto su cui sono d'accordo: è quello in cui mette limiti al fotovoltaico a terra, altrimenti ci ritroveremmo veramente a perdere interi territori. E su questo siamo stati tacciati di cose che non abbiamo fatto. Se qualcuno si offende se informiamo la gente di ciò che succede, questo è problema loro. Un’ opposizione deve essere si propositiva ma per costituzione deve controllare l'operato della maggioranza. L'operazione di controllo deve essere fatta in nome di tutti i cittadini. Laddove ci siamo trovati negli ultimi mesi con violazioni di legge plateali, abbiamo fatto semplicemente il dovere della minoranza, nell’interesse di tutti i cittadini e i lavoratori. Avremmo preferito che in quel caso proprio nel rispetto di tutti le delibere fossero state ritirate e invece si è tentato di confondere le acque, si vuole far passare una nostra legittima azione di controllo come una mancanza da parte nostra di idee. Alla fine è stata raccontata una storiella ai cittadini. Sarebbe stato molto più onesto dire a tutti, in quell'occasione, di essersi sbagliati e chiedere scusa.


Per i gruppi che si interessano di vita pubblica non è forse il caso di tirare una linea, ingoiare giù qualche rospo, mettere da parte il passato e ripartire per costruire un futuro nei prossimi 20 anni? E' possibile ricreare un punto di incontro? Chi fa vita politica attiva ha difficoltà a fare un passo indietro se l'altro non lo fa. Ma la lungimiranza è cominciare per primi, vista anche la situazione generale, che non è affatto rosea.



Francesco Di Basilio.

E’ da tanti anni sto in mezzo al partito, e non ho mai visto una fase come quella degli ultimi 8-9 anni. Mi ero convinto di una cosa nel 2009, confermata negli ultimi due anni. Ne parlavo nella sede del mio comitato elettorale, quando Niccolò c'era venuto a trovare, e parto proprio da questo. Credo che sia venuta l'ora che cambi la classe dirigente di questo paese. Prima ci sono stati 15 anni di amministrazione che tra alti e bassi ha fatto il suo corso e alla fine i maglianesi hanno puntato su qualcun altro. Questa amministrazione, nonostante le tante aspettative e le tante promesse, non s'è dimostrata all'altezza. Allora è proprio il caso di dire che un’intera generazione di politici ha fallito. Voglio ritornare alla faccenda del presidente del consiglio per fare un esempio concreto; la loro scusa è dire che tanto eravamo d'accordo anche noi. Si, è vero, eravamo d'accordo, ma un anno e mezzo fa. Vogliamo almeno metterci a tavolino e valutare la situazione attuale, dove alla politica non si chiedono poltrone ma sacrifici? La risposta è ancora No. Serve approvare questa figura in fretta e furia per mantenere gli equilibri politici interni a una maggioranza scoppiata. Non è stata convocata la commissione preposta come da regolamento, abbiamo chiesto il rinvio del punto all’ordine del giorno, il sindaco ha risposto picche, tra l’approvazione di tutti i suoi fedelissimi, maggioranza e pseudo minoranza. E allora, anche dopo queste palesi violazioni, ci si dovrebbe chiedere chi dovrebbe fare il primo passo. Non di certo noi, che ci siamo dimostrati più che disponibili. A questo punto la nostra non può che essere una reazione consequenziale a queste posizioni di chiusura, una sorta di difesa contro continui e fastidiosi atteggiamenti. Ce ne sono molte altre di violazioni che si sono susseguite in questi due anni, e questa è solo l’ultima in ordine temporale. Ci troviamo spesso con fatti avvenuti in consiglio che in piazza vengono raccontati, il giorno dopo, in altro modo. È difficile, quando non sei riuscito nemmeno ad unirti sull'ospedale, tornare uniti sul resto. C'è bisogno di un'altra classe dirigente. Ora io sono qui con voi: anche se non la pensiamo alla stessa maniera su molte cose; ci siamo confrontati, e Niccolò lo sa, ma mai ci siamo insultati o non abbiamo rispettato le idee dell'altro. Ecco la prova. Ribatto sull’ospedale perché è stato l’avvenimento più disastroso della storia recente di questo paese: quando si fa una delibera chiedendo 20 posti letto e un pronto soccorso, si deve rimanere coerenti con quella delibera, e il PD, a tutti i livelli lo è stato, è stato compatto contro la Polverini.

Negli ultimi giorni c'è stata l'ultima decisione sull'ospedale. Ci saranno solo sei medici dipendenti al primo intervento, non si sa bene se d'emergenza o meno. Credo di saperne qualche cosa perché ho lavorato in emergenza tanti anni. So quanto può essere pericoloso la gestione dell'emergenza. Se tu non hai a disposizione una radiografia, un esame ematochimico, una ricovero in reparto, in osservazione breve (tutte cose che in passato c`erano all`ospedale), dove sta la sicurezza dei pazienti? Come si fa a gestire l’emergenza? Dove sta allora la convenienza di avere sei medici dipendenti? Alla fine ci daranno il contentino, giusto per dire che avranno fatto qualcosa, ma questo non serve a nulla, non serve soprattutto ai pazienti. Mi ha fatto piacere leggere che considerazioni simili sono venute da voi di Sabinamente: non ci si può accontentare di così poco e poi dire che è stato fatto un passo in avanti come ha fatto il sindaco. E' questo che non capiamo. Le nostre richieste erano altre, e in quel consiglio famoso fu detto: "o ci danno questo o andiamo in Umbria". Poi, sul discorso Umbria apro una piccola parentesi, e lo dico a persone che hanno lanciato per primi l'idea. Ho risentito più volte il discorso che facemmo quel giorno al teatro, ed è stato difficile, con quel clima, pronunciare quelle parole, sapendo che non sarebbero state capite. Ma la responsabilità civica c'ha guidato in quelle parole. Eravamo fermamente convinti che era un errore in quel momento proporre un referendum secessionista. Oggi sarebbe stato più giusto proporlo, ma poi gli avvenimenti che sono avvenuti in Italia con l'abolizione delle provincie hanno cambiato le carte in tavola, rendendo il tutto improponibile. Ci siamo giocati stupidamente questa carta. Noi, come paese, siamo addirittura arrivati a creare un precedente di giurisprudenza, facendoci prendere in giro da tutti. Allora mi si diceva: "ma tu lo fai per Melilli"! Ridicolo. A parte il fatto che non ci vedo niente di male se un politico di Magliano prende esempio e consiglio da un Presidente della provincia che l'ha formato politicamente, e che oltretutto è dello stesso suo partito politico. Delle volte ho alzato la cornetta per chiedere consiglio a chi ha più esperienza di me: Melilli, Lodovisi, e altri. Cosa c’è di male in ciò? Delle volte nella vita bisogna anche essere umili e riconoscere i propri limiti. Ci sono state occasioni che, nonostante i loro consigli, eravamo divisi ma decisi su certe questioni e siamo andati avanti ugualmente. A Magliano s'è creata l'idea che noi eravamo quelli del partito storico, dell'armata rossa… ma dove? Noi di vecchio non avevamo niente in quella lista. Ti faccio un po' di nomi di quel direttivo: Anna Valentina Valente, Sara Marinucci, Francesco Di Basilio, Alessandra Orsini, poi sono entrati Mattia Iacobelli, Emiliano Pagliani, Emanuele Eroli, nei prossimi giorni entreranno nuovi giovani, che non hanno cacciato nessuno degli anziani. Tutto questo è stato possibile grazie all'appoggio di persone mature come Francesco Urbanetti, Bianca Maria Santucci, Claudio Rosi e il nostro presidente Riccardo Poeta e altri. Poi c'è stato qualcuno che ha deciso d'andarsene. Capita. Ti può dispiacere ma capita. Siamo stati coraggiosi. Diciamo una cosa: oggi abbiamo un futuro grazie al coraggio di una persona che, sapendo bene quanto fosse sarebbe stato difficile vincere quella tornata elettorale, c'ha comunque difeso e ha messo la faccia in quella battaglia, e ci da ancora oggi una mano concreta, facendo il capogruppo: Francesco Urbanetti. Aldilà della sconfitta elettorale, che ci può stare, è una persona che per Magliano ha fatto tanto, e spesso non gli è stato dato indietro quello che ha avuto. In campagna elettorale i nostri avversari hanno utilizzato anche mezzi che non c'entravano niente con la politica. Questo non è accettabile. Poi non si può parlare di clima e di unione. E con questo ritorniamo a prima. In consiglio non ci guardiamo neanche più in faccia; e questo è davvero brutto. Se ho le mie responsabilità sono capace anche di prendermele, però mi devono far capire dove stanno. Se non mi vengono forniti gli spazi per fare proposte, io gli spazi me li creo, nelle piazze, nelle riunioni pubbliche, con le manifestazioni, col blog: non possiamo stare fermi e subire.

Cambiando discorso, questo partito ha organizzato una festa provinciale, una delle migliori riuscite nel Lazio. Questo è stato merito non solo dei dirigenti, ma soprattutto dei volontari della festa democratica (circa 150 tra Magliano, Collevecchio e Stimigliano). Una festa del genere ha mosso un bel po' l’economia del paese, infatti abbiamo scelto come fornitori per il 95% aziende di Magliano. Qualcuno ha deciso per semplice ripicca di tassare questa festa. E per qualcuno intendiamo questa amministrazione. Li per lì ce la siamo presa, poi la tassa l'abbiamo pagata, l'hanno pagata gli iscritti e i simpatizzanti del partito, che nel giro di un solo pomeriggio hanno tirato fuori oltre 300 euro nonostante i periodi difficili a livello economco. Ecco la forza di questo partito. Ecco l’orgoglio di questa gente. Nonostante quella tassa in più, abbiamo dato ugualmente il contributo alla Polisportiva come da accordi presi precedentemente alla comunicazione di questa tassa. Inizialmente l’amministrazione ci disse che non avremmo pagato nulla, poi a 5 giorni dalla festa scappa fuori il balzello. Ci sarebbe da chiedere se la stessa cosa è stata fatta per altre situazioni. Ci pesa il fatto che in quel momento si sia riunita una giunta in piena estate non per risolvere un problema importante come quello dell’arsenico, dell'ospedale, delle buche, ma per decidere come farla pagare al PD. Sono riusciti pure ad inviarci un vigile alla festa (e non ce l'abbiamo con lui, egli è stato mandato) per portarci un bollettino bianco per pagare questa famosa tassa. Ma noi la tassa l'avevamo pagata la mattina stessa. Questo ti fa capire il clima e la stupidità di certi gesti.




Hai fatto l'esempio pratico delle nuove forze che danno una mano al tuo partito. Pensi che i giovani, anziché essere due o tre in una lista, debbano prendere in mano il futuro del paese, con una o più liste, o in altre forme associative?

Francesco Di Basilio.

Sì, sono d'accordissimo. E per uscire da questa situazione serve gente nuova. Giovane non si significa essere tale solo anagraficamente. Significa mettere anche competenze e avere idee chiare. Anche poche, ma realizzarle con competenza. Oggi si sta stringendo sempre più la torta, e bisogna arrivarci prima degli altri. Ecco perché servono competenze e non improvvisazione. Se ci confrontiamo con altri paesi intorno, vediamo come ce ne sono alcuni che questa rivoluzione culturale e giovanile già l'hanno fatta. A Poggio Mirteto circa venti anni fa infatti un gruppo di giovani tra cui Peppe Rinaldi e Fabio Refrigeri, l’attuale sindaco, iniziarono un progetto che aveva come slogan "dedicare 10 anni del nostro tempo a Poggio", e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Hanno amministrato e stanno amministrando con competenza, innovazione e slancio da venti anni e i risultati che hanno ottenuto sono sotto gli occhi di tutti. Su questo vorrei farvi riflettere. In questi anni, anche all’interno del mio partito, invece di capire e prendere esempio da questi amministratori, si è cercato di ricreare forse ad arte, soprattutto da parte di Graziani e Magliano Insieme, un neocampanilismo contro Poggio Mirteto. Sarebbe stato più intelligente invece capire le trasformazioni e prenderne esempio. L’umiltà che citavo prima. Per esempio Refrigeri sta discutendo su come cambiare il piano regolatore, con un progetto innovativo (Urban Lab) in cui si confronta continuamente con la gente, prima di arrivare alla proposta definitiva. Qui non ci confrontiamo nemmeno con la minoranza nelle commissioni preposte. All'ANCI Refrigeri è stato preso come esempio per il confronto con la popolazione e la partecipazione. Non dico di arrivare a quel livello, ma perché non prendiamo esempio da queste esperienze?

Il paese in questo momento è diviso. Se devo guardare dalla mia parte politica, grazie alla scelta di Francesco Urbanetti guardiamo questa prospettiva con più vantaggio degli altri. Mi piacerebbe un giorno poter dire di aver fatto un pezzo di strada per aver creato la nuova classe dirigente che ha risollevato Magliano. Nell'ultimo anno e mezzo ho trovato nel PD tante persone: s'è creato un connubio spaciale tra gli storici e i giovani. Ci sentiamo le spalle coperte dalle persone che hanno fatto la storia di Magliano. Durante la festa, è stata premiata Santa Pagani e Alfio Mattei, tanto per fare qualche illustre esempio di militanza attiva, che sul palco hanno ribadito un concetto: bisogna dar fiducia ai giovani. Quando m'è stato chiesto di diventare segretario di questo partito, si stava attraversando il momento peggiore della storia di questo partito, e ho avuto paura. Ma sono orgoglioso di aver detto si e dei risultati che abbiamo avuto. E’ stata ed è un’esperienza bellissima, per me che sono nato e cresciuto tra questa gente, essere oggi il segretario di un partito con una storia alle spalle e formato da gente umile, tenace, coraggiosa e che sa cosa significa resistere. In questi due anni io e il mio gruppo abbiamo avuto molti momenti difficili, fa parte della politica, ma le soddisfazioni che ci danno queste persone ogni volta che ne hanno occasione sono per noi come benzina per andare avanti. Spero che tutto questo lavoro si concluderà nella creazione della prossima classe dirigente di Magliano. Spero che anche il centrodestra o chi per loro sappia creare una classe dirigente nuova.

Grazie per questa chiacchierata. In bocca al lupo e buon lavoro.


per qualsiasi messaggio da parte dei lettori sabinamente@live.it

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