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(Unione dei Comuni di Magliano, Collevecchio, Tarano e Montebuono, tutti attorno al bacino del fosso Campana) |
Quasi ottomila abitanti, terzo comune nella Provincia di Rieti (o tra i primi 15 della futuribile Provincia Tuscia Sabina), un territorio di 110 chilometri quadrati, un ruolo maggiore nella politica dei territori, vantaggi economici derivanti da un maggiore afflusso finanziario dallo Stato, più risparmio derivante dalla unione dei servizi. Di quale comune stiamo parlando? Forse proprio del nostro, ossia del nuovo comune di Fosso Campana - o Magliano Campana che dir si voglia (o qualsiasi altra idea fattibile)-, cioè una Magliano fusa con Collevecchio, Tarano e Montebuono. Ma per quale motivo? Volenti o nolenti, l'idea dell'accorpamento dei comuni con popolazione inferiore ai 5mila abitanti sta prendendo sempre più piede nelle commissioni parlamentari e nella politica comune in generale, al fine di risparmiare sui costi della macchina statale nonché per favorire efficienze nei servizi ai cittadini.
Un'anagrafe per mille abitanti? Quattro anagrafi per 4 comuni? Ha effettivamente molto più senso un un unico servizio di anagrafe per 8mila abitanti, che permette anche la riallocazione delle risorse umane, al fine di garantire maggiori servizi al cittadino, magari attraverso l'informatizzazione completa degli atti e dei documenti, con la realizzazione di una posta elettronica certifica per il Protocollo Comunale e gli altri servizi di notifica e di concorsi/bandi.
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(In blu il ruolo del nuovo comune tra gli altri del circondario, clicca per ingrandire) |
Certo, la conformazione del nuovo comune non sarà per forza di cose quella appena suggerita, ma bisogna muoversi. Nella testa e nei programmi di tanti partiti e movimenti politici per le prossime elezioni (Movimento 5 Stelle, Fare per Fermare il Declino, Partito Democratico, Lista Monti, Pdl e altri) ritorna con sempre maggiore frequenza il tema dell'accorpamento dei piccoli comuni. E che la soglia sia 5mila o 10mila, Magliano ci rientra sempre e comunque. Tanto vale, cominciare a ragionarci già adesso, entrando nell'ottica di una possibile e neanche troppo remota fusione tra i comuni del circondario. Esclusa (purtroppo) la possibile fusione con Otricoli e Calvi dell'Umbria (stanno in Umbria, per l'appunto) ed esclusa quella con Civita Castellana (che ci appare da autolesionisti) rimane soltanto la possibile fusione con Collevecchio (e Tarano-Montebuono) oppure l'ipotesi suggestiva ma delladellacquiana di un'apparentamento con Gallese (e anche Corchiano? O Orte?).
Insomma, le ipotesi non mancano, e la questione non è ancora stringente. Ma non va ignorata. Potremo ritrovarci, tra non molto, con un decreto legge che ci obbliga all'unione forzosa con altre realtà vicine, magari già organizzate. Questa volta sarebbe il caso di non farci cogliere impreparati.