dal sito de "La Repubblica" (link mappa del governo)
Patroni Griffi: "Processo irreversibile". Si passa dalle 86 attuali a 51, con elezioni a novembre 2013 per decidere i nuovi vertici. Il governo conferma ''il divieto di cumulo di emolumenti per le cariche presso gli organi comunali e provinciali'' e conferma ''l'abolizione degli assessorati''.
ROMA - Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legge di riforma delle Province: la notizia è stata data attraverso un post su Twitter dal Ministero della Funzione Pubblica e poi confermata dal ministro Filippo Patroni Griffi. Il decreto sulle Province prevede il passaggio da 86 a "51 Province comprese le città metropolitane", ha annunciato il ministro. Ora il decreto deve essere convertito in legge.
Processo irreversibile. Quello avviato dal governo sul riordino delle Province ''è un processo irreversibile''. ''Da gennaio e coerentemente con la governance, verranno meno le giunte provinciali e nella fase di transizione sarà possibile per il presidente delegare non più di tre consiglieri. Nello stesso tempo sarà prevista una serie di adempimenti (bilanci, ricognizione dotazione organiche, del patrimonio immobiliare ecc). Questo fino a quando il sistema non andrà a regime nel 2014'', ha aggiunto Patroni Griffi.
Elezioni a novembre 2013. La riforma delle Province sarà attiva a partire dal 2014 e a novembre del 2013 si terranno invece le elezioni per decidere i nuovi vertici, ha spiegato il ministro.
Province completamente nuove. Il decreto, ha spiegato il ministro per la Funzione Pubblica "è di tipo ordinamentale e strutturale, nella logica avviata con la spending review" e prevede "Province completamente nuove per dimensioni e funzioni". La riforma si ispira ai modelli di governo
Processo irreversibile. Quello avviato dal governo sul riordino delle Province ''è un processo irreversibile''. ''Da gennaio e coerentemente con la governance, verranno meno le giunte provinciali e nella fase di transizione sarà possibile per il presidente delegare non più di tre consiglieri. Nello stesso tempo sarà prevista una serie di adempimenti (bilanci, ricognizione dotazione organiche, del patrimonio immobiliare ecc). Questo fino a quando il sistema non andrà a regime nel 2014'', ha aggiunto Patroni Griffi.
Elezioni a novembre 2013. La riforma delle Province sarà attiva a partire dal 2014 e a novembre del 2013 si terranno invece le elezioni per decidere i nuovi vertici, ha spiegato il ministro.
Province completamente nuove. Il decreto, ha spiegato il ministro per la Funzione Pubblica "è di tipo ordinamentale e strutturale, nella logica avviata con la spending review" e prevede "Province completamente nuove per dimensioni e funzioni". La riforma si ispira ai modelli di governo
europei: in tutti i principali Paesi Ue, infatti, ci sono tre livelli di governo. Il provvedimento consente inoltre una razionalizzazione delle competenze, in particolare nelle materie precipuamente "provinciali" come la gestione delle strade o delle scuole. Il riordino delle province è stata l'occasione che ha spinto numerosi Comuni a chiedere lo spostamento in un'altra Provincia, confinante con quella di appartenenza, per ragioni di maggiore affinità territoriale e socio-economica.
Città metropolitane operative dal 2014. Sempre dal 1 gennaio 2014 diventeranno operative le città metropolitane, che sostituiscono le province nei maggiori poli urbani del Paese realizzando, finalmente, il disegno riformatore voluto fin dal 1990, successivamente fatto proprio dal testo costituzionale e, tuttavia, finora incompiuto. Per assicurare l'effettività del riordino posto in essere, senza necessità di ulteriori interventi legislativi, il Governo ha delineato una procedura con tempi cadenzati. Resta fermo il divieto di cumulo di emolumenti per le cariche presso gli organi comunali e provinciali. Resta anche ferma l'abolizione degli Assessorati. Infine gli organi politici devono avere sede esclusivamente nelle città capoluogo. Il riordino delle Province - sottolinea una nota del Cdm - è il primo tassello di una riforma più ampia che prevede la riorganizzazione degli uffici territoriali di governo in base al nuovo assetto. Dunque anche gli altri uffici su base provinciale saranno di fatto dimezzati. Al termine di questo processo sarà possibile calcolare gli effettivi risparmi che comporterà l'intera riforma.
Commissari solo per inadempienze. Il riassetto delle Province non prevede che siano istituiti dei commissari nella fase di transizione. Tuttavia, "solo dall'eventuale inadempimento dell'obbligo nei termini scatterà uncommissario ad acta per garantire i passaggi intermedi funzionali alla transizione".
Rinviata decisione per Regioni a statuto speciale. Sul riordino delle Province delle Regioni a statuto speciale "ci occuperemo in seguito, visto che la legge sulla spending concedeva a queste realtà 6 mesi di tempo in più", ha detto ancora Patroni Griffi.
La nuova mappa. Ecco la nuova mappa:
- Piemonte: Torino, Cuneo, Asti-Alessandria, Novara-Verbano-Cusio-Ossola, Biella-Vercelli
- Liguria: Imperia-Savona, Genova, La Spezia
- Lombardia: Milano-Monza-Brianza, Brescia, Mantova-Cremona-Lodi, Varese-Como-Lecco, Sondrio, Bergamo, Pavia
- Veneto: Verona-Rovigo, Vicenza, Padova-Treviso, Belluno, Venezia
- Emilia Romagna: Piacenza-Parma; Reggio Emilia-Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna-Forlì-Cesena-Rimini
- Toscana: Firenze-Pistoia-Prato, Arezzo, Siena-Grosseto, Massa Carrara-Lucca-Pisa-Livorno
- Marche: Ancona, Pesaro-Urbino, Macerata-Fermo-Ascoli Piceno
- Umbria: Perugia-Terni.
- Lazio: Roma, Viterbo-Rieti, Latina-Frosinone- Abruzzo: L'Aquila-Teramo, Pescara-Chieti
- Molise: Campobasso-Isernia
- Campania: Napoli, Caserta, Benevento-Avellino, Salerno.
- Puglia: Bari, Foggia-Andria-Barletta-Trani, Taranto-Brindisi, Lecce.
- Basilicata: Potenza-Matera.
- Calabria: Cosenza, Crotone-Catanzaro-Vibo Valentia, Reggio Calabria.
Città metropolitane operative dal 2014. Sempre dal 1 gennaio 2014 diventeranno operative le città metropolitane, che sostituiscono le province nei maggiori poli urbani del Paese realizzando, finalmente, il disegno riformatore voluto fin dal 1990, successivamente fatto proprio dal testo costituzionale e, tuttavia, finora incompiuto. Per assicurare l'effettività del riordino posto in essere, senza necessità di ulteriori interventi legislativi, il Governo ha delineato una procedura con tempi cadenzati. Resta fermo il divieto di cumulo di emolumenti per le cariche presso gli organi comunali e provinciali. Resta anche ferma l'abolizione degli Assessorati. Infine gli organi politici devono avere sede esclusivamente nelle città capoluogo. Il riordino delle Province - sottolinea una nota del Cdm - è il primo tassello di una riforma più ampia che prevede la riorganizzazione degli uffici territoriali di governo in base al nuovo assetto. Dunque anche gli altri uffici su base provinciale saranno di fatto dimezzati. Al termine di questo processo sarà possibile calcolare gli effettivi risparmi che comporterà l'intera riforma.
Commissari solo per inadempienze. Il riassetto delle Province non prevede che siano istituiti dei commissari nella fase di transizione. Tuttavia, "solo dall'eventuale inadempimento dell'obbligo nei termini scatterà uncommissario ad acta per garantire i passaggi intermedi funzionali alla transizione".
Rinviata decisione per Regioni a statuto speciale. Sul riordino delle Province delle Regioni a statuto speciale "ci occuperemo in seguito, visto che la legge sulla spending concedeva a queste realtà 6 mesi di tempo in più", ha detto ancora Patroni Griffi.
La nuova mappa. Ecco la nuova mappa:
- Piemonte: Torino, Cuneo, Asti-Alessandria, Novara-Verbano-Cusio-Ossola, Biella-Vercelli
- Liguria: Imperia-Savona, Genova, La Spezia
- Lombardia: Milano-Monza-Brianza, Brescia, Mantova-Cremona-Lodi, Varese-Como-Lecco, Sondrio, Bergamo, Pavia
- Veneto: Verona-Rovigo, Vicenza, Padova-Treviso, Belluno, Venezia
- Emilia Romagna: Piacenza-Parma; Reggio Emilia-Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna-Forlì-Cesena-Rimini
- Toscana: Firenze-Pistoia-Prato, Arezzo, Siena-Grosseto, Massa Carrara-Lucca-Pisa-Livorno
- Marche: Ancona, Pesaro-Urbino, Macerata-Fermo-Ascoli Piceno
- Umbria: Perugia-Terni.
- Lazio: Roma, Viterbo-Rieti, Latina-Frosinone- Abruzzo: L'Aquila-Teramo, Pescara-Chieti
- Molise: Campobasso-Isernia
- Campania: Napoli, Caserta, Benevento-Avellino, Salerno.
- Puglia: Bari, Foggia-Andria-Barletta-Trani, Taranto-Brindisi, Lecce.
- Basilicata: Potenza-Matera.
- Calabria: Cosenza, Crotone-Catanzaro-Vibo Valentia, Reggio Calabria.