Il numero di febbraio del periodico di informazione redatto dal Comune di Magliano Sabina conteneva un articolo a riguardo di quello che oramai possiamo chiamare “caso arsenico”.
Abbiamo deciso di prendere tale nota come versione ufficiale dei fatti e di redigere un nostro commento sulla base di quanto affermato dall’organo comunale.
Nel 2001 la comunità europea stabilisce che i limiti relativi alle quantità di arsenico tollerabili nelle acque destinate ad uso potabile vengano abbassati. Tale norma da subito costituisce un problema per tutti quei comuni che traggono il loro approvvigionamento idrico da sorgenti situate in formazioni rocciose di natura vulcanica. L’arsenico, infatti, è uno degli elementi che fa naturalmente parte della composizione chimica di questi litotipi. Per venire incontro dunque a questo dato di fatto, essendo l’Italia un paese che dal punto di vista geologico abbonda di zone vulcaniche, la comunità europea concede una deroga di 5-6 anni per permettere a tutte le entità locali di adeguarsi alla norma.
Questa appena riportata è la nostra versione dell’antefatto, suffragata da un colloquio avuto con due ingegneri facenti parte del corpo docente dell’università “La Sapienza” di Roma.
Non vogliamo fare della demagogia spicciola. L’acqua che oggi scorre “inquinata” nelle nostre tubazioni è innegabilmente la stessa che ci scorreva “pulita” quattro mesi fa. Ma non bisogna neanche cullarsi dietro considerazioni di tipo populistico quali “ma tanto l’abbiamo sempre bevuta”...( cosa dire allora dell’eternit?)
Se la comunità europea ha deciso che la soglia di arsenico vada abbassata allora il nostro comune deve adeguarsi. Punto e basta. L’arsenico non è di certo un agente inquinante di secondo piano e in tutte le enciclopedie viene annoverato tra gli agenti cancerogeni. E allora piuttosto che utilizzare un’acqua, con la speranza che non crei danni, solamente per il fatto d’averla sempre bevuta, ed essendo abituati a ricerche che mettono in luce aspetti negativi, a volte anche molto gravi, di “sostanze” con le quali entriamo quotidianamente in contatto, sarebbe più opportuno farla rientrare nei parametri stabiliti dalla direttiva europea.
Anzi sarebbe stato molto più opportuno intervenire già dal 2001, senza attendere, INUTILMENTE, la fine della deroga! Essa non ha scopo tautologico ma concede soltanto il tempo materiale, necessario all’adeguamento apportato dalla legge. Gli effetti dell’arsenico continuavano ad essere gli stessi anche nel periodo di “deroga”! Non si capisce come mai si sia taciuto per cosi tanto tempo su una questione cosi delicata nella quale entra direttamente in gioco la salute pubblica. Gradiremmo tanto saperne il perché.
Errare è umano ma adesso non continuiamo a perseverare...